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Che cosa devo fare per stabilire la residenza?

Dichiarare, presso il comune competente, la nuova residenza è obbligatorio. Gli adempimenti sono pochi e semplici.
Avv. Marco Borriello - Foro di Nola 

Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di cambiare abitazione. Non mi riferisco, ovviamente, al caso in cui, per pochi giorni o settimane, ci rechiamo al mare o in montagna per le vacanze estive. Faccio, invece, riferimento, all'ipotesi in cui andiamo a vivere in una casa diversa dalla precedente. Si tratta di un evento naturale e consueto che, però non è privo di rilievo per le istituzioni.

La nostra dimora abituale, dove ciò soggiorniamo, quotidianamente o prevalentemente, deve essere registrata presso il comune di competenza. Bisogna denunciare la propria residenza anagrafica.

Per questo motivo, ci rechiamo in Comune per acquisire le informazioni necessarie. Oppure consultiamo il sito internet dell'ente per scaricare i moduli da compilare in relazione alle nostre esigenze. In tutti i casi, lo scopo è quello di compiere tutti gli adempimenti indispensabili per stabilire la nostra residenza.

Vediamo insieme, quindi, cosa dice la legge sull'argomento e cosa dobbiamo fare per effettuare, legittimamente, il trasferimento nella nuova abitazione.

Cambio di residenza: la legge

Se andiamo a vivere in un'altra casa, abbiamo l'obbligo di denunciarlo al Comune in cui si trova l'immobile. Si tratta di un dovere che trova regolamentazione in varie disposizioni normative.

C'è quella contenuta nell'art. 2 Legge 1228/1954, per cui «è fatto obbligo ad ognuno di chiedere per sé e per le persone sulle quali esercita la patria potestà o la tutela, la iscrizione nell'anagrafe del Comune di dimora abituale e di dichiarare alla stessa i fatti determinanti mutazione di posizioni anagrafiche…».

Abbiamo, quindi, il regolamento anagrafico della popolazione residente (Dpr. 223/1989), secondo il quale «Ciascun componente della famiglia è responsabile per sé e per le persone sulle quali esercita la potestà o la tutela delle dichiarazioni anagrafiche di cui all'art. 13. Ciascun componente può rendere inoltre le dichiarazioni relative alle mutazioni delle posizioni degli altri componenti della famiglia (Art. 6 co. 1)».

C'è infine, l'art. 5 co. 1 del Dl n. 5/2012 che precisa che «Le dichiarazioni anagrafiche di cui all'articolo 13, comma 1, lettere a), b) e c), del ((regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica)) 30 maggio 1989, n. 223, sono rese nel termine di venti giorni dalla data in cui si sono verificati i fatti…».

Ricapitolando, quindi, se ci trasferiamo in una nuova abitazione, provenienti da un altro comune o all'interno dello stesso territorio, abbiamo il dovere di denunciarlo all'ente competente entro venti giorni. Questi provvederà a registrare la nostra nuova posizione anagrafica, comunicandola, anche al comune di provenienza.

Cambio di residenza e controlli 'concordati'

Quest'ultima circostanza è molto importante perché, con decorrenza dalla data della dichiarazione, la nostra nuova residenza sostituirà quella precedente. Ciò determinerà l'opponibilità di tale evento ai soggetti terzi (Art. 44 cod. civ.).

Si pensi ad esempio, alla competenza territoriale in materia di separazione tra coniugi, fissata in base alla residenza di quello convenuto, con effetto dalla dichiarazione resa presso il nuovo comune, così come sancito dalla Cassazione (sent. n. 21916/2006).

Fissazione residenza anagrafica: gli adempimenti

Chiarito, almeno, per grandi linee, il quadro normativo che regola la materia in esame, è giunto il momento di fissare gli adempimenti necessari a stabilire la residenza nella nuova abitazione.

A tal proposito, devi sapere che, presso l'ufficio anagrafe del Comune o sul sito internet del medesimo, bisogna reperire i moduli da compilare e sottoscrivere per rendere la dichiarazione di residenza. Essa è indispensabile per registrare, anagraficamente, il proprio trasferimento.

All'interno di questi prestampati dovrai fornire varie informazioni. Ad esempio, sarai tenuto a precisare i figli minori che, come facenti parte della tua famiglia, si trasferiranno nella nuova casa. Così come sarai tenuto a dichiarare a quale titolo occupi l'immobile.

Sappi infatti, che per la legge «Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza... (Art. 5 co. 1 Dl. 47/2014)».

Pertanto, devi attestare che sei il proprietario del bene oppure il conduttore o l'usufruttuario, ecc.

La sottoscrizione del modulo contenente tutte le informazioni che avrai fornito è essenziale. Si tratta, infatti, di una cosiddetta autocertificazione. Pertanto, la mendacità di quanto è stato dichiarato sarebbe fonte di responsabilità penale, ai sensi degli artt. 75 e 76 del D.P.R. 445/2000. Inoltre, è altrettanto fondamentale allegare la copia del proprio documento di riconoscimento.

Posso avere la residenza in un posto e la dimora in un altro?

Per quanto riguarda, invece, le modalità di consegna della dichiarazione di residenza, il metodo pro manibus è quello più scontato. In alternativa è possibile inviare la documentazione, previa sottoscrizione digitale, dalla propria pec a quella del destinatario. Inoltre, il compimento di tali adempimenti può avvenire anche inoltrando la dichiarazione con raccomandata o, persino, tramite fax.

Cambio di abitazione nello stesso comune: cosa fare?

Se ti trasferisci in una nuova casa, posta all'interno dello stesso comune in cui già dimoravi abitualmente, realizzi, a tutti gli effetti, un cambio di residenza.

Tecnicamente, in questa circostanza, la dichiarazione da rendere è quella del cambio dell'abitazione e si distingue dal caso in cui lo spostamento avviene da un altro comune. Nella sostanza, però, non varia nulla. Il modulo da compilare è identico, dovrai solo spuntare la casella relativa a questo caso e fornire tutte le solite informazioni richieste.

Per questo motivo, anche in questa circostanza devi compiere gli stessi adempimenti, già descritti, previsti dalla legge per consentire la registrazione della tua nuova posizione anagrafica.

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