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Ristrutturazioni edilizie, si può optare anche per sconto in fattura e cessione del credito

Sconto in fattura e cessione del credito, come funzionano le caso d'interventi di ristrutturazione?
Redazione 

All'inizio fu il 41%, poi sceso al 36% e risalito stabilmente in via precaria da anni al 50%: il riferimento è alla detrazione fiscale per spese riguardanti interventi di recupero del patrimonio edilizio, ai più note come detrazioni per ristrutturazioni edilizie.

Assieme al superbonus, catalizzatore d'interesse ed attenzione, il decreto Rilancio, all'art. 121, ha specificato che l'opzione dello sconto in fattura e cessione del credito può essere utilizzata anche per i suddetti interventi.

Si badi: non per tutti. Il secondo comma lett. a) del citato articolo 121 specifica che l'opzione può essere esercitata gli interventi di recupero del patrimonio edilizio di cui all'articolo 16-bis, comma 1, lettere a) e b), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

Sconto in fattura e cessione del credito, che cosa sono?

Come specificato dall'art. 121 d.l. Rilancio e dal provvedimento attuativo del Direttore dell'Agenzia delle Entrate, il contribuente al posto della normale detrazione spettante l'intervento ammesso - nel caso di specie il 50% delle spese rimaste a suo carico detraibili in dieci anni - può optare per uno sconto diretto da parte dell'impresa (se questa lo concede chiaramente) per un ammontare massimo pari alla detrazione spettante.

Lo stesso può avvenire mediante l'acquisto da parte di un terzo di un credito d'imposta pari alla detrazione spettante. Qui rispetto al superbonus, essendo la detrazione inferiore alla spesa totale (il 50%) ciò che si cede è l'intera spesa detraibile. Vedremo meglio più avanti con degli esempi.

Come per il superbonus quella che va indagata è la convenienza: chi acquista il credito mi rimborsa l'intera percentuale di detrazione? E lo sconto in fattura di quanto è? Chiaramente non sarà mai del 100%, vista la misura della detrazione.

Interventi di recupero del patrimonio edilizio, quali accedono all'opzione?

È bene prima di entrare nel merito con alcuni esempi di calcolo, ricordare gli interventi che possono godere dello sconto in fattura o della cessione del credito.

Ai sensi dell'art. 121 d.l. n. 34/2020, che richiama l'art. 16-bis lett. a) e b) del TUIR, gli interventi che possono beneficiare dell'opzione sono quelli:

"a) di cui alle lett. a) b), c) e d) dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale di cui all'articolo 1117 del codice civile;

b) di cui alle lettere b), c) e d) dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze".

Superbonus, sconto in fattura e cessione del credito, quanto costa?

traducendo quelle lettere in concetti, si tratta di:

a) interventi di manutenzione ordinaria;

b) interventi di manutenzione straordinaria;

c) interventi di restauro e di risanamento conservativo;

d) interventi di ristrutturazione edilizia.

Sconto in fattura e cessione del credito, esempi di calcolo

Ipotizziamo che Tizio decida di rifare il bagno della propria abitazione. Si deve trattare di intervento che comprende anche gli impianti, non solo i sanitari.

Costo della manutenzione € 8.000.00. Somma detraibile € 4.000,00 con rate annuali di € 400,00 cadauna (la detrazione al 50% vale fino al 31.12.2020, salvo proroghe).

Superbonus, detrazione, cessione del credito e sconto in fattura

Tizio può chiedere all'impresa uno sconto sulla fattura che per questa si trasformerebbe in credito d'imposta pari allo sconto praticato da utilizzarsi entro lo stesso periodo nel quale si sarebbe utilizzata la detrazione.

Per esempio se l'impresa propone uno sconto in fattura di € 3.000,00 Tizio continuerà a portare in detrazione € 1.000,00 in dieci anni, mentre la restante parte non dovrà corrisponderla, diventando credito d'imposta annuale di € 3.000,00 in dieci anni per l'impresa medesima.

Quanto alla cessione del credito ad un terzo: dipende dalle proposte avanzate da chi le acquista. Ipotizziamo l'acquisto intorno all'80% del valore nominale del credito.

Detrazione spettante € 4.000,00: l'istituto l'acquista corrispondendo l'80%, cioè € 3.200,00. L'istituto sfrutterà 4.000,00 di credito d'imposta per 10 anni, il contribuente si vedrà rimborsati € 3.200,00 a fronte di un risparmio d'imposta annuale decennale di € 400,00 e complessivamente il rifacimento del bagno gli sarà costato € 4.800,00.

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