Condominio Web: Il portale N.1 sul condominio
Iscriviti alla
Newsletter
chiudi
Inviaci un quesito

Ristrutturazioni, anche per i “vecchi” interventi via libera alla cessione del credito

Il Decreto Rilancio estende l'opzione della cessione del credito anche agli interventi di ristrutturazione già realizzati.
Avv. Debora Mirarchi - Foro di Milano 

Sarà possibile cedere il credito di imposta maturato per tutti gli interventi agevolabili, anche se effettuati nei precedenti periodi di imposta.

Questa è una delle novità di non poco conto del Decreto di Rilancio.

Per i lavori di ristrutturazione già intrapresi e per i quali si sta già usufruendo della (seppur minore) detrazione fiscale - in base alla tipologia di intervento realizzato - sarà ammessa la cessione del credito di imposta a diversi soggetti e anche a banche e intermediari finanziari.

I contribuenti, che negli scorsi anni hanno approvato e sostenuto interventi anche molto onerosi anche se in alcuni casi necessari, potranno usufruire del beneficio fiscale, ricorrendo alla cessione del credito.

Si tratta di un importante passo in avanti, soprattutto se si considerano i numerosi limiti e vincoli imposti dalle precedenti normative per accedere al credito di imposta, sin dalla sua introduzione con la Legge di Stabilità 2016.

La possibilità di optare per la cessione del credito anche per tutte le detrazioni fiscali normate con precedenti interventi legislativi, conferma l'importante apertura in ordine all'utilizzabilità del credito di imposta da più parti sostenuto.

Come funziona?

Preliminarmente occorre rilevare che tale importante ampliamento dell'opzione di cessione del credito, introdotta dal Decreto Rilancio per i "vecchi" interventi di ristrutturazione, è ancora in fase di definizione, in particolare con riferimento alle specifiche modalità applicative.

Per avere risposte chiare in ordine all'applicabilità di tale previsione ai singoli casi concreti, occorrerà dunque attendere gli ormai prossimi (si spera) provvedimenti interpretativi e attuativi, che dovrebbero essere licenziati entro 30 giorni dall'entrata in vigore del Decreto.

In attesa di tali interventi chiarificatori, analizziamo la norma che estenderebbe la possibilità di optare per la cessione del credito anche con riferimento alle detrazioni fiscali derivanti da lavori intrapresi negli ultimi anni e/o non interessati dal superbonus.

L'art. 121, terzo comma, Decreto Rilancio stabilisce che "i crediti d'imposta di cui al presente articolo [recupero del patrimonio edilizio, ecobonus, sisma bonus, bonus facciate, impianti fotovoltaici e per l'installazione di colonnine elettriche] sono utilizzati anche in compensazione ai sensi dell'art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, sulla base delle rate residue di detrazione non fruite.

Il credito di imposta è usufruito con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione".

Dalla lettura del citato articolo emerge che, i bonus casa, che prevedono una percentuale di spesa detraibile che oscilla dal 50% al 65% per i quali, sulla base di precedenti normative attualmente in vigore, era stata esclusa la possibilità optare per modalità alternative di fruizione del beneficio, potranno essere ceduti, se ancora disponibili o in corso di fruizione.

Il Decreto, dunque, amplia l'ambito oggettivo di cessione della detrazione, estendendola di fatto a tutti gli interventi agevolabili.

Ma non è tutto. Il Decreto amplia anche il novero dei soggetti nei confronti dei quali è possibile esercitare tale diritto di cessione del credito maturato.

Ecobonus, sismabonus e cessione del credito a più soggetti

E infatti, la detrazione, relativa a "vecchi" lavori potrà essere ceduta non solo alle imprese che effettuano gli interventi o che forniscono gli strumenti necessari, ma anche ad altri soggetti privati (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d'impresa, società ed enti) nonché alle banche e ad altri intermediari finanziari.

La cessione del credito nei confronti di tali istituti, sino a oggi riconosciuta soltanto per determinate tipologie di interventi di ristrutturazione ed esclusivamente per soggetti incapienti, consente di ottenere importanti vantaggi.

Quali sono dunque i vantaggi per i contribuenti che hanno eseguito, negli scorsi anni, interventi e che decidono di optare per la cessione del credito?

I vantaggi, soprattutto per i contribuenti che hanno dovuto di fatto sostenere importanti spese di ristrutturazione da un punto di vista energetico e non solo, sono numerosi e di immediata evidenza.

La previsione di cedere i crediti di imposta consente, in primis, al contribuente, che ha eseguito i lavori, di monetizzare e anche subito le detrazioni maturate.

In altri più specifici termini, come autorevolmente sottolineato, attraverso la previsione della cessione del credito di imposta anche per "vecchie" detrazioni, la casa o meglio i lavori eseguiti su di essa diventano un immediato strumento di liquidità a tutti gli effetti.

Attenzione però: l'art. 121 Decreto Rilancio, superando la rigidità di precedenti normative, estende la facoltà di optare per una modalità alternativa di utilizzo del beneficio fiscale, mediante la cessione.

Ciò significa che il beneficio maturato dall'esecuzione di interventi intrapresi nei precedenti periodi di imposta, potrà essere ceduto.

Con riferimento agli altri aspetti, primo fra tutti la percentuale di spesa che è possibile portare in detrazione, gli interventi continuano a essere regolamentati e disciplinati dalle normative di riferimento che restano in vigore.

Al riguardo, infatti, occorre precisare che il Decreto si limita a prevedere esclusivamente una ulteriore (e alternativa) modalità di fruizione delle agevolazioni mediante la cessione del credito, rispetto all'utilizzo diretto.

Cessione credito d'imposta ecobonus e sisma bonus: le entrate chiariscono che non è necessaria la registrazione dell'atto

  1. in evidenza

Dello stesso argomento