S'iniziano a leggere, sui canali telematici degli istituti creditizi, le offerte per l'acquisto del credito derivante dalla detrazione al 110%, il mitico superbonus, previsto dal decreto Rilancio (d.l. n. 34/2020).
Uno dei mantra dal 18 maggio in poi, data di pubblicazione del decreto-legge n. 34 è stato: sfruttando bene le occasioni possiamo fare il cappotto termini gratis.
Le cose stanno davvero così?
Che cos'è la cessione del credito?
E lo sconto in fattura?
I lavori gratuiti resteranno una chimera?
Proviamo a capire lo stato dell'arte.
Superbonus con cessione del credito
Il contribuente, si legge nel d.l. Rilancio (art. 121) e nei vari opuscoli e provvedimenti interpretativi, può optare:
- «per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, di importo massimo non superiore al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati.
Il fornitore recupera il contributo anticipato sotto forma di credito d'imposta di importo pari alla detrazione spettante, con facoltà di successive cessioni di tale credito ad altri soggetti, ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari»;
- «per la cessione di un credito d'imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari» (Guida ADE Superbonus 110%).
Nella circolare n. 24/E dell'Ade si legge che «per interventi sulle parti comuni degli edifici, non è necessario che il condominio nel suo insieme opti per lo sconto in fattura o per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante.
Infatti, alcuni condomini potranno scegliere di sostenere le spese relative agli interventi e beneficiare così della detrazione, mentre altri potranno optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito».
La scelta per la cessione del credito, si legge nel provvedimento attuativo del direttore dell'Agenzia delle Entrate, «si riferisce a tutte le rate residue ed è irrevocabile». Se il condòmino ha ancora 4 rate da utilizzare o le cede tutte o un può usufruire della cessione del credito d'imposta.
Acquisto del credito derivante dal superbonus
Gli istituti finanziari hanno iniziato a pubblicizzare proposte d'acquisito dei crediti. Alcune paiono allettanti.
Il gruppo Intesa e Unicredit, ad esempio, allo stato attuale hanno presentato offerte che consentono di recuperare tutte le somme spese dai condòmini. L'offerta di Unicredit, sia pur limitata nel tempo, si spinge a riconoscere una somma di € 102,00 per € 110 di credito d'imposta maturato.
Si badi: è bene rammentare che detrazioni e crediti maturano in relazione agli stati di avanzamento, ovvero alla conclusione delle opere.
Leggendole ne possiamo dedurre che se l'offerta di acquisto del credito d'imposta al 110% proposta dall'istituto di credito o da altro soggetto si aggira intorno al 90% del credito medesimo, allora il condòmino si vedrà restituita la somma spesa per i lavori.
Non sempre è così, alle volte il costo c'è.
Che vuol dire? Che se Tizio ha diritto ad una detrazione di € 11.000,00 da usare in cinque anni e la banca gli propone di comprare il corrispettivo credito d'imposta ad € 9.000,00, egli una sia pur minima parte di lavori dovrà pagarla.
Quanto? Se la detrazione è del 110% vuol dire che Tizio ha speso € 10.000,00 e se la banca acquista il credito ad € 9.000,00 allora vuol dire che alla fine dei conti i lavori a tizio saranno costati € 1.000,00. Sempre conveniente, sicuramente, ma assolutamente non gratuito.
Il mercato è variegato, ci sono offerte migliori e meno allettanti. Nessuna prevede anticipi di denaro da parte dell'istituto di credito a costo zero.
Va sempre valutata poi, l'eventuale presenza di un costo della pratica di acquisto del credito.
Sconto in fattura e superbonus, perché anche in questo caso è difficile il "costo zero"?
Se la strada della cessione del credito, per come si sta palesando oggi, non è gratuita, forse lo potrà essere quella dello sconto in fattura?
Dipende dall'impresa? Quanto costerà all'impresa il denaro per finanziare il cantiere in attesa che possa maturare il primo credito d'imposta (di almeno il 30% dell'importo dei lavori) che potrà essere utilizzato in compensazione?
L'impresa considerato questo costo - salva una tale solidità finanziaria che le consente di non necessitare di acconto - potrà scontare il 100% dei lavori? Se no, cioè se le risulta impossibile, allora il condòmino dovrà corrispondere comunque un anticipo.
Stando così le cose, dunque, per quanto la realizzazione delle opere gratuitamente per i condòmini non sia impossibile, il quadro che ne esce è che un minimo esborso, magari molto basso, ci sarà comunque.
Un altro elemento da valutare nella fattibilità/convenienza complessiva dell'operazione.