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Il contratto di comodato gratuito dev'essere registrato?

Il contratto di comodato di immobili è soggetto a registrazione a termine fisso.
Avv. Alessandro Gallucci 

Contratto di comodato gratuito e registrazione del medesimo presso l'Agenzia delle Entrate.

Questo il quesito che ci è giunto da un nostro lettore:

"Mio padre ha deciso di cedermi in comodato gratuito l'abitazione che si trova al piano superiore alla sua: mi sono recato presso il comune per fissare la residenza e mi hanno detto che il contratto di comodato gratuito dev'essere registrato.

Che voi sappiate è vero?"

La domanda al pari del titolo dell'articolo, è spesso foriera di discussioni nel nostro forum ed in generale di sollecitazione da parte dei nostri lettori.

Affrontiamo il tema partendo dal comodato

Contratto di comodato

L'art. 1803 del codice civile recita:

"Il comodato è il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta.

Il comodato è essenzialmente gratuito".

Con la stipula del contratto il comodatario diviene titolare di un diritto persona di godimento su cosa altrui, a titolo gratuito.

La durata incide sui diritti e poteri del comodante, che in caso di durata indeterminata ha diritto alla restituzione a richiesta (salvo i fisiologici tempi per liberare l'immobile, ove si tratti di comodato d'immobile).

Il contratto di comodato può essere tranquillamente siglato con una semplice scrittura privata. Tale modalità di conclusione dell'accordo e qui arriviamo all'oggetto dell'approfondimento, è soggetta alla registrazione finalizzata al pagamento per l'imposta di registro?

Partiamo dalla nozione di registrazione.

Che cos'è la registrazione?

La registrazione presso l'Agenzia delle Entrate è l'atto attraverso il quale il contribuente consente la sottoposizione dell'atto giuridico all'imposta di registro; la normativa che disciplina l'imposta di registro e quindi la registrazione è il Decreto del Presidente della Repubblica n. 131 del 1986 contenente il testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro (d'ora in poi anche d.p.r. n. 131/86 p più semplicemente d.p.r.).

Quali sono gli atti che devono essere registrati e qual è la misura dell'imposta applicabile?

Ai sensi dell'art. 1 del d.p.r. n. 131/86

L'imposta di registro si applica, nella misura indicata nella tariffa allegata al presente testo unico, agli atti soggetti a registrazione e a quelli volontariamente presentati per la registrazione.

In buona sostanza o è la legge ad imporre la registrazione oppure sono le parti a poterla scegliere (pagando l'imposta prevista).

Perché è utile sottoporre a registrazione un atto?

Ai sensi dell'art. 19, primo comma, del d.p.r.:

La registrazione, eseguita ai sensi dell'art. 16, attesta l'esistenza degli atti ed attribuisce ad essi data certa di fronte ai terzi a norma dell'art. 2704 del codice civile.

Insomma registrare un atto può essere utile anche quando ciò non è obbligatorio perché la registrazione conferisce a quell'atto data certa.

Torniamo alle ipotesi di registrazione obbligatoria, rispetto ad esse la legge prevede due ipotesi:

a) registrazione in termine fisso:

b) registrazione in caso d'uso.

Si parla di termine fisso quando l'atto dev'essere registrato per il solo fatto di essere sorto; classico esempio di registrazione in termine fisso è quella del contratto di locazione di unità immobiliari.

Revoca del contratto di comodato d'uso di un immobile

Ai sensi dell'art. 6, primo comma, d.p.r. n. 131/86 "si ha caso d'uso quando un atto si deposita, per essere acquisito agli atti, presso le cancellerie giudiziarie nell'esplicazione di attività amministrative o presso le amministrazioni dello Stato o degli enti pubblici territoriali e i rispettivi organi di controllo, salvo che il deposito avvenga ai fini dell'adempimento di un'obbligazione delle suddette amministrazioni, enti o organi ovvero sia obbligatorio per legge o regolamento".

Secondo la dottrina il deposito in cancelleria di un atto nell'ambito di un'azione giudiziaria non comporta l'obbligo di registrazione, trattandosi di esercizio di un'attività giurisdizionale e non di attività amministrativa.

Esso è soggetto a registrazione in termine fisso, in caso d'uso oppure dev'essere considerato esente dalla registrazione e quindi dall'imposta?

Ai sensi dell'art. 5, quarto comma, Tariffa Parte Prima allegata al d.p.r. n. 131/86, il contratto di comodato di immobili è soggetto a registrazione a termine fisso.

Contratto di comodato. Le spese condominiali le paga il comodante.

La registrazione dev'essere eseguita entro venti giorni dalla sottoscrizione del contratto che diventano sessanta se l'atto è formato all'estero (cfr. art. 13 d.p.r. n. 131/86) ed il costo dell'imposta di registro è pari ad € 200,00 (cfr. art. 5, quarto comma, Tariffa Parte Prima allegata al d.p.r. n. 131/86).

Registrazione contratto di comodato, chi deve adempiere?

Per il pagamento dell'imposta di registro, ergo per l'attività materiale di registrazione dell'atto sono coobbligati in solido il comodante ed il comodatario.

Ciò vuol dire che tanto l'uno, quanto l'altro, possono provvedere alla registrazione. Le istruzioni per l'esecuzione materiale della registrazione (documenti da portare, copie, luogo, ecc.) sono date dall'Agenzia delle Entrate sul proprio sito istituzionale. Solitamente, oltre ai bolli, sono richiesti quattro copie del contratto e le copie dei documenti d'identità.

Come si registra il contratto di comodato

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