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Vergognosamente dimenticati

Coronavirus e amministratori di condominio, lo sfogo e le valutazioni di un professionista.
Franco Pani 

Dobbiamo stare a casa, sacrosanta richiesta ed imprescindibile dovere civico di ognuno di noi; ma dove sono situate la gran parte delle "case" degli italiani?

In quale "contenitore" sono poste la gran parte delle nostre case? Forse nelle loro province di origine i nostri governanti risiedono in singole lussuose monoproprietà (non vi sarebbe altrimenti altra spiegazione per una simile "dimenticanza"), ma, quasi certamente, almeno a Roma abitano in quegli strani edifici con tante proprietà al loro interno che si sviluppano quasi sempre in verticale.

Sicuramente anche loro, così come l'80% circa delle Famiglie Italiane oggi giustamente costrette a casa, tornando a casa ogni giorno apriranno un cancello automatico, scenderanno dall'auto in un corsello illuminato per parcheggiarla nel box, percorreranno delle scale o meglio prenderanno un ascensore, troveranno tepore nelle loro case, si laveranno le mani, anche se ad un piano alto, per tutti i secondi necessari allo loro disinfezione e si faranno magari e giustamente anche una bella doccia calda, accenderanno la TV per sentire cosa ci raccontano i vari TG, potrebbero rispondere al citofono, magari per la consegna della spesa ordinata via web; innumerevoli servizi di cui si fruisce con tanta e tale abitudine da ritenerli evidentemente "scontati"; ma ci si ferma mai a domandarsi, soprattutto in questi giorni convulsi i nostri politici, come sia possibile che essi siano sempre attivi ed in efficienza?

Evidentemente no, almeno non da parte di chi le norme le emana, seppur in questo periodo di estrema urgenza; mai una volta sono stati citati gli amministratori di condominio, tanto da doverli costringere a domandarsi "se possono lavorare ", se rischiano di essere sanzionati "recandosi al lavoro " o in un edificio per un'emergenza, se la loro attività possa essere o meno ritenuta "essenziale "; a mio parere, e non solo, sicuramente si! Ancor più con la giusta raccomandazione "tutti a casa".

Ma, dobbiamo orientarci solo per "deduzione", non sta scritto da alcuna parte eppure consideriamo appunto che la stragrande maggioranza dei Cittadini oggi costretti in casa abitano in Condominio, pensiamo solo a cosa potrebbe succedere se proprio in questi giorni smettesse di funzionare (per mancanza di alimentazione elettrica o rottura della centralina) l'impianto centralizzato dell'antenna TV; se dovesse rompersi l'impianto autoclave lasciando gli ultimi piani senza acqua, o se si dovesse rompere una delle condotte principali con il medesimo risultato, oppure se, in quelle Regioni che hanno ancora un mese o un mese e mezzo di accensione del riscaldamento, dovesse rompersi una caldaia.

Non solo chi organizza-coordina quotidianamente i vari interventi di manutenzione degli impianti e provvede a pagare le bollette perché essi possano continuare a rimanere in funzione, viene costantemente dimenticato dal nostro Governo, risultando questo fattore già di per sé vergognoso; ma addirittura, vedendo le bozze, ed ora anche il provvedimento definitivo e/o semi-definitivo, che circolano relativamente alle attività che "potranno continuare ad operare", paiono dimenticate (o escluse) anche le aziende manutentrici degli ascensori, i muratori, le imprese di spurgo (o forse no …), ecc.; certamente il far riferimento, come da una parte comprensibile volendo limitare gli spostamenti, in modo così restrittivo ai soli codici ATECO può creare per certi versi più confusione che chiarezza… e rischio per alcuni degli operatori del campo immobiliare (e non solo).

Cosa potrebbe accadere, ad esempio, se crollasse un condotto fognario o se si rompesse una tubazione murata che conduce acqua ai piani alti di un edificio? Certamente "per deduzione" l'amministratore dell'edificio potrebbe (dovrebbe!) intervenire, probabilmente a suo rischio e pericolo, per organizzare l'intervento e poi coordinare, fra idraulico e muratore (nel secondo caso, il solo muratore nel primo), le opere urgenti; ma troverebbe un muratore disposto a "violare le norme"? (almeno come sino a questo momento appaiono profilarsi, a meno che i muratori stessi non rientrino nel codice 43.2 …, ma pare invece che essi siano riconducibili al 43.39.01, invece "non incluso" …).

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Il Governo, purtroppo, ed anche diverse Regioni paiono proprio non avere tangibilità dell'imprescindibilità dei servizi volti a garantire la normale vita in Condominio, proprio in un momento in cui chiedono, giustamente, a tutti i Cittadini di rinchiudersi nelle case, nella stragrande maggioranza dei casi in tali edifici contenute.

Non si tratta di voler definire "essenziali gli amministratori", non certo al pari di chi (mai abbastanza ringraziato!) svolge un servizio oggi più che mai indispensabile e prezioso, quali medici, infermieri, operatori della croce rossa, vigili del fuoco, sindaci e tutori dell'ordine, ma il Condominio forse, in questo periodo, con i suoi servizi imprescindibili per l'80% dei Cittadini italiani, dovrebbe non solo non essere dimenticato, ma dovrebbe addirittura essere oggetto di una normativa particolare con le sue emergenze peculiari oggigiorno ancor più necessarie.

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Possono o no gli amministratori lavorare?

Devono o possono essere comunque reperibili? Come lo devono essere?

Un'impresa di spurgo, normalmente esclusa fra quelle "autorizzate a lavorare" (almeno così ad oggi parrebbe, seppur già in via generale assurda dimenticanza: forse no, forse (?!) sono incluse nei codici 36 e 37, che parrebbero però essere riferiti agli Acquedotti Comunali o meglio alle società che li gestiscono … o l'81.2? … o? …) dovrà mettere a disposizione un servizio di reperibilità qualora un edificio in Condominio, con decine di famiglie "confinate in casa", dovesse trovarsi con lì impianto fognario otturato?

Un muratore, seppur giustamente a riposo per quei cantieri con scadenze differibili, potrà adoperarsi qualora chiamato in causa per un condotto fognario crollato o per portare allo scoperto un tubo murato perdente (che, nulla togliendo alla professionalità dell'idraulico che sicuramente poi lo riparerebbe al meglio) senza danneggiare altri impianti o maggiormente il medesimo tubo? Ecc. Ecc.

Tante domande imprescindibili per garantire la corretta e confortevole (indispensabile anche questo ultimo fattore, proprio perché "costretti" forzatamente alla vita casalinga) vita della stragrande maggioranza dei nostri Cittadini all'interno della loro casa; ma che probabilmente rimarranno senza una risposta, lasciando ad ognuno in coscienza la decisione del "se rischiare o meno" sulla propria pelle (e fedina penale) un intervento sicuramente necessario per un numero elevato di altri Cittadini, basandosi quindi solo sul proprio Senso Civico.

Franco Pani - normale dubbioso Cittadino, ex presidente nazionale Confamministrare

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