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Ripartizione spese dispersione acqua

Come affrontare il problema della ripartizione della dispersione di acqua in condominio?
Avv. Alessandro Gallucci 

Dispersione acqua, o meglio dispersione nei consumi dell'acqua e ripartizione della relativa spesa tra tutti i condòmini.

Che cosa s'intende per dispersione?

La dispersione è una perdita, in questo caso di acqua, che ai fini della fatturazione del servizio idrico viene conteggiata nei consumi, ma tale, cioè un consumo, non può essere considerata in quanto nessun dei condòmini, delle sotto utenze singole ovvero da quelle per le parti comuni, ne ha usufruito.

Ciò chiarito è utile approfondire il tema della dispersione acqua con particolare riguardo alla ripartizione dei costi.

Dispersione acqua, tra spreco e consumo

L'acqua che viene conteggiata dal contatore dei consumi dell'ente (o gestore) erogatore del servizio idrico e comunque considerata acqua consumata.

Che essa sia andata dispersa, ovvero sia stata utilizzata, all'ente non interessa: quello è un consumo cui deve corrispondere un corrispettivo in denaro.

In ambito condominiale come ci si accorge di una dispersione?

Il primo segnale dalla esistenza di una dispersione d'acqua è la non corrispondenza tra l'indicazione del contatore generale e dei sotto contatori presenti in corrispondenza delle singole unità immobiliari presenti nel condominio.

È vero, le rilevazioni dei consumi dal contatore principale e da quelli singoli spesso e volentieri non sono effettuate contestualmente (almeno non sono così effettuate dall'ente erogatore), ma l'anomalia si percepisce comunque, specie quando il consumo segnalato dal contatore generale è molto più alto della somma dei singoli.

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Solitamente in questi casi la risposta sta appunto nella dispersione e quindi nella necessità di rintracciare in che punto l'impianto idrico condominiale sia danneggiato, ma non si può escludere a priori il malfunzionamento del contatore generale, del quale è bene, se non si rintraccia, almeno apparentemente, una dispersione, chiedere una verifica del funzionamento al gestore del servizio idrico.

Ripartizione spese servizio idrico

In ambito condominiale il criterio di ripartizione del costo del servizio idrico è quello che vede la spesa per i consumi suddivisa in base all'effettivo consumo dei singoli.

La bolletta per l'erogazione acqua potabile contiene varie voci, oltre a quella per i consumi; tali altre voci, si pensi ai così detti canoni contrattuali, in assenza di patto tra tutti i condòmini devono essere ripartite secondo i millesimi di proprietà.

In assenza di contatori per la registrazione del consumo individuale anche la spesa per il consumo dell'acqua deve essere suddivisa secondo i millesimi di proprietà.

In tal senso si è pronunciata, in varie circostanze, la Corte di Cassazione affermando che «in tema di condominio, fatta salva la diversa disciplina convenzionale, la ripartizione delle spese della bolletta dell'acqua, in mancanza di contatori di sottrazione installati in ogni singola unità immobiliare, va effettuata, ai sensi dell'art. 1123 c.c., comma 1, in base ai valori millesimali delle singole proprietà, sicchè è viziata, per intrinseca irragionevolezza, la delibera assembleare, assunta a maggioranza, che - adottato il diverso criterio di riparto per persona in base al numero di coloro che abitano stabilmente nell'unità immobiliare - esenti al contempo dalla contribuzione i condomini i cui appartamenti siano rimasti vuoti nel corso dell'anno» (Cass. 1 agosto 2014 n. 17557).

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Ripartizione spese dispersione acqua, incertezze e soluzioni

Che si tratti di dispersione o di malfunzionamento del contatore generale, fintanto che quest'ultimo non viene accertato, il costo del maggior consumo deve essere considerato a tutti gli effetti una dispersione.

Ciò detto, è naturale interrogarsi su come si debba effettuare la ripartizione della spesa per la dispersione di acqua.

La dispersione dell'acqua va ripartita in proporzione ai consumi oppure in base ai millesimi di proprietà?

Che vuol dire ripartire la spesa per la dispersione dell'acqua in proporzione ai consumi?

Vuol dire valutare quanto consuma ogni condòmino e in ragione di quel consumo addebitargli una maggiore quote di spesa, proporzionale appunto al consumo personale.

Esempio: consumo 100 dispersione 20 totale consumo fatturato 120

Consumo Tizio 7, consumo Caio 5

Tizio pagherà i propri 7, in quanto quota effettivamente consumata e su 20 di dispersione pagherà 1,4, mentre Caio pagherà 1. Questo criterio si fonda sulla ragione che chi più consuma più contribuisce a alimentare la dispersione.

È un modo di ragione, a mio avviso, errato. Questo modo di ragione presuppone che la dispersione sia individuata in un punto a monte di tutti i contatori di sottrazione dei singoli condòmini, ma se la dispersione è individuata in un punto successivo intermedio dell'impianto, come si può dire che chi è situato prima del punto di dispersione debba essere costretto a pagare di più perché il suo consumo è maggiore?

Anzi, sulla base del ragionamento della ripartizione dei costi della dispersione in base al consumo, se ne dovrebbe desumere che, individuato il punto di dispersione, del maggior consumo debbano rispondere solamente quei condòmini posti al di là di esso. Una soluzione non percorribile data l'unicità dell'impianto idrico.

Non solo: l'impianto che ha una perdita, disperde l'acqua sempre e comunque fintanto che questa vi passa, certo con un maggiore afflusso dovuto a maggiori consumi la perdita sarà maggiore, non corrisponde, almeno per chi scrive, ad un criterio di equità considerare maggiore responsabile di un danno chi ha un comportamento per nulla causativo del medesimo in misura maggiore rispetto agli altri. Il problema della dispersione è l'eventuale rottura, non l'uso.

Qui si ritiene più opportuno, come per qualunque danno derivante da parte comune, che il costo debba essere ripartito tra tutti i condòmini comproprietari dell'impianto idrico sulla base dei millesimi di proprietà, salvo che gli stessi, all'unanimità, concordino su una modalità di ripartizione differente.

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