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Condominio: il valore della causa va determinato sulla base dell'atto impugnato o in relazione alla singola quota dovuta dall'attore in base allo stato di ripartizione?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9068 del 21 marzo 2022 in commento, accoglie il ricorso.
Avv. Mariano Acquaviva 

Il codice civile consente a ogni condomino (purché assente, dissenziente o astenuto) di impugnare la delibera assembleare adottata in violazione di legge o del regolamento. Per la precisione, l'art. 1137 c.c. afferma che ciascuno dei suddetti soggetti "può adire l'autorità giudiziaria chiedendone l'annullamento nel termine perentorio di trenta giorni". Ma quale autorità giudiziaria? Chi è competente ad annullare la delibera condominiale?

Al quesito ha fornito risposta una recente sentenza della Suprema Corte (la numero 9068 del 21 marzo 2022). Per la precisione, la quaestio iuris ha riguardato il criterio di determinazione del valore del procedimento avente ad oggetto l'impugnazione per l'annullamento della decisione assembleare. A quale conclusione è giunta la Suprema Corte? Qual è il giudice competente ad annullare la delibera dell'assemblea? Scopriamolo insieme.

Annullamento delibera e competenza per valore: il caso

Alcuni condòmini proponevano impugnazione contro la deliberazione assembleare avente ad oggetto il consuntivo dei lavori straordinari relativi alla facciata ed ai frontalini dell'edificio, sull'assunto che la delibera ledesse i diritti dei singoli, mancasse una decisione vincolante, mancasse l'indicazione dei criteri di determinazione della somma da pagare all'impresa appaltatrice, mancasse il contenuto essenziale del verbale quanto all'accertamento dei quorum di legge.

Il tribunale adito declinava la propria competenza, affermando che "oggetto dell'impugnazione è formalmente la delibera condominiale, ma sostanzialmente l'obiettivo (è) di evitare il pagamento delle singole quote derivanti dall'approvazione del consuntivo dei lavori e del contestuale riparto millesimale"; sicché, ammontando le quote spettanti ai singoli ricorrenti ad importi inferiori a 5mila euro, veniva dichiarata la competenza per valore del giudice di pace.

Il regolamento di competenza

Avverso la decisione con cui il tribunale declinava la propria competenza per valore a favore del giudice di pace veniva proposta istanza alla Cassazione per regolamento di competenza.

A parere dei ricorrenti, il valore della causa andrebbe desunto con riferimento all'incidenza della domanda sulla delibera impugnata, sicché nella specie non sussisterebbero dubbi circa la competenza del tribunale a conoscere della stessa, atteso che le singole quote dei ricorrenti non solo non sono state oggetto della pretesa azionata, ma neppure risultavano menzionate nell'atto introduttivo, con il quale si mira ad ottenere una sentenza con efficacia di giudicato che dichiari l'inesistenza della delibera condominiale impugnata ovvero la nullità o l'annullamento.

Giudice competente annullamento delibera: quale criterio?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9068 del 21 marzo 2022 in commento, accoglie il ricorso, non senza aver dapprima ripercorso i precedenti orientamenti di legittimità, non tutti militanti in tal senso.

Gli ermellini ribadiscono innanzitutto come sia noto che la competenza a decidere l'impugnazione di una deliberazione assembleare da parte di un condomino non appartiene, ratione materiae, al tribunale: poiché l'art. 1137 c.c. fa riferimento genericamente all'"autorità giudiziaria", sicché il criterio per individuare il giudice competente è il valore desumibile dalla delibera impugnata, salvo che l'oggetto di essa rientri nella competenza per materia di un determinato giudice, come ad esempio quando la delibera concerne la misura e le modalità d'uso dei servizi di condominio di case.

Annullamento delibera: come determinare il valore?

Posto che il giudice competente a decidere sull'annullamento di una delibera è quello individuato in base al valore e non alla materia, la Cassazione si interroga su come determinare il valore di una siffatta controversia.

A lungo il giudice nomofilattico (ex multis, Cass., 28 agosto 2018, n. 21227; Cass., 5 luglio 2013, n. 16898) ha sostenuto che, ai fini della determinazione della competenza per valore, in relazione a una controversia avente a oggetto il riparto di una spesa approvata dall'assemblea di condominio, anche se il condomino agisce per sentir dichiarare l'inesistenza del suo obbligo di pagamento sull'assunto dell'invalidità della deliberazione assembleare, bisogna fare riferimento all'importo contestato (ex art. 12 c.p.c.), relativamente alla sua singola obbligazione e non all'intero ammontare risultante dal riparto approvato dall'assemblea di condominio.

Il fondamento di tale interpretazione, divenuta negli anni prevalente, è, dunque, che nella controversia tra un condomino ed il condominio avente ad oggetto il criterio di ripartizione di una parte soltanto della complessiva spesa deliberata dall'assemblea, il valore della causa dovrebbe determinarsi in base all'importo contestato e non all'intero ammontare di esso, perché la decisione non implicherebbe una pronuncia, con efficacia di giudicato, sulla validità della delibera concernente la voce di spesa nella sua globalità.

Più di recente, tuttavia, la Suprema Corte (Cass., 7 luglio 2021, n. 19250; Cass., 29 gennaio 2021, n. 2127) ha sostenuto l'esatto contrario, e cioè che la domanda di impugnazione di delibera assembleare introdotta dal singolo condomino, anche ai fini della stima del valore della causa, non può intendersi ristretta all'accertamento della validità del rapporto parziale che lega l'attore al condominio e dunque al solo importo contestato, ma si estende necessariamente alla validità dell'intera deliberazione e, dunque, all'intero ammontare della spesa, giacché l'effetto caducatorio dell'impugnata deliberazione dell'assemblea condominiale, derivante dalla sentenza con la quale ne viene dichiarata la nullità o l'annullamento, opera nei confronti di tutti i condòmini, anche se non abbiano partecipato direttamente al giudizio promosso da uno o da alcuni di loro.

In questo senso anche altra sentenza (Cass., 20 luglio 2020, n. 15434), secondo cui, quando è chiesto l'annullamento di una deliberazione dell'assemblea condominiale, ove il vizio abbia carattere meramente formale e la delibera impugnata non abbia alcuna incidenza diretta sul patrimonio dell'attore, la domanda giudiziale appartiene alla competenza residuale del tribunale.

Secondo la sentenza in commento, "Questa più recente interpretazione tiene adeguatamente conto della considerazione che la sentenza che dichiari la nullità o pronunci l'annullamento della impugnata deliberazione dell'assemblea condominiale produce sempre un effetto caducatorio unitario.

L'effetto della sentenza di annullamento opera, infatti, nei confronti di tutti i condomini, anche se non abbiano partecipato direttamente al giudizio di impugnativa promosso da uno o da alcuni di loro".

La domanda di impugnazione del singolo non può intendersi, perciò, ristretta all'accertamento della validità del rapporto parziale che lega l'attore al condominio, estendendosi, piuttosto, alla validità dell'intera deliberazione.

Tale ampliamento dell'efficacia del giudicato a tutti i componenti dell'organizzazione condominiale è, del resto, coerente col disposto del primo comma dell'art. 1137 cod. civ., per cui le deliberazioni prese dall'assemblea sono obbligatorie per tutti i condòmini, essendo inconcepibile che la delibera annullata giudizialmente venga rimossa per l'impugnante e rimanga invece vincolante per gli altri comproprietari.

L'individuata soluzione è in linea anche con il consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui, in tema di competenza per valore, l'art. 12 c.p.c., comma primo, per il quale "il valore delle cause relative all'esistenza, alla validità o alla risoluzione di un rapporto giuridico obbligatorio si determina in base a quella parte del rapporto che è in contestazione", subisce deroga nell'ipotesi in cui il giudice sia chiamato ad esaminare, con efficacia di giudicato, le questioni relative all'esistenza o alla validità del rapporto che va, pertanto, interamente preso in considerazione ai fini della determinazione del valore della causa.

Giudice competente annullamento delibera: il principio

In definitiva, la Corte di Cassazione enuncia il seguente principio di diritto:

"nell'azione di impugnazione delle deliberazioni dell'assemblea di condominio, che sia volta ad ottenere una sentenza di annullamento avente effetto nei confronti di tutti i condomini, il valore della causa deve essere determinato sulla base dell'atto impugnato, e non sulla base dell'importo del contributo alle spese dovuto dall'attore in base allo stato di ripartizione, non operando la pronuncia solo nei confronti dell'istante e nei limiti della sua ragione di debito".

Sentenza
Scarica Cass. 21 marzo 2022 n. 9068
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