In ambito condominiale, e non solo, può accadere che un cittadino sia vittima di un danno. Basti pensare al caso del proprietario danneggiato da una tubatura comune oppure dalle diramazioni di pertinenza privata del bagno del vicino.
In questa, come in altre ipotesi, la vittima non si può preoccupare, solamente, di recuperare il danno dal responsabile. Egli, infatti, ha anche la necessità di provvedere alla riparazione del bene danneggiato.
Tuttavia, la pretesa di stuccare e ritinteggiare le pareti bagnate e deturpate da una copiosa infiltrazione si scontra con i tempi, spesso alquanto lunghi, entro i quali, solitamente, è possibile ottenere l'indennizzo dal danneggiante o dalla sua assicurazione.
Nasce, perciò, l'esigenza di acquisire una prova di quanto è accaduto e delle conseguenze che il fatto illecito ha provocato, in prospettiva di una futura quanto ipotetica lite giudiziaria.
I tribunali, infatti, sono pieni di contenziosi sull'argomento e non è raro che le parti coinvolte, seppure responsabili, neghino ogni addebito rendendo necessaria l'azione legale diretta ad ottenere il risarcimento del danno.
Sono queste, dunque, le motivazioni che spingono il danneggiato a procurarsi una perizia di parte, magari giurata, che certifichi i danni subiti, che attesti il nesso di causalità con il fattore che li avrebbe provocati e che quantifichi l'ammontare dei medesimi.
Essa, infatti, dovrebbe rappresentare l'elemento probatorio decisivo su cui fondare l'eventuale procedimento legale di ristoro oltre a consentire di ripristinare l'immobile de quo, in attesa di recuperare il dovuto.
A questo punto, la domanda nasce spontanea: la perizia di stima per danni, che valore ha?
Come funziona una perizia semplice per la stima dei danni?
La stima di un danno e dei fattori che lo hanno determinato può essere accertata tramite una perizia redatta da un tecnico abilitato.
Questa può limitarsi a relazionare l'accaduto, ad individuarne gli elementi causali e le conseguenze, a identificare gli interventi necessari per procedere alla riparazione e a quantificare i costi della stessa, ma senza alcuna asseverazione o giuramento. In tal caso la perizia è semplice.
Si tratta, quindi, di un documento, sostanzialmente, parificabile al preventivo di spesa che potrebbe rilasciare la ditta, eventualmente, incaricata di eseguire i lavori di ripristino del bene danneggiato. Unitamente alle foto dei danni, questa documentazione spesso caratterizza quei procedimenti dove l'ammontare in contestazione non è molto elevato.
In questi casi, il magistrato potrebbe essere maggiormente incline a valutare questi indizi, unitamente agli altri elementi probatori come le testimonianze, sufficienti a fondare l'accoglimento della domanda, magari semplicemente disponendo una riduzione dell'ammontare risarcitorio richiesto.
Differenze tra perizia giurata e semplice nella valutazione dei danni
Lì dove la perizia, così come descritta in precedenza, è certificata nei contenuti e nella veridicità dei medesimi dalla asseverazione di un tecnico abilitato oltre ad essere accompagnata dalla dichiarazione di «aver bene e fedelmente adempiuto all'incarico affidatogli al solo scopo di far conoscere la verità», essa si definisce giurata.
Quest'ultima dovrebbe garantire una valenza probatoria superiore ad una perizia semplice. Resta, però, sempre un accertamento di parte.
Vediamo, quindi, cosa ne pensa la Cassazione.
Perizia per danni semplice: valore giuridico
Tecnicamente, una perizia di stima per danni è considerata una consulenza tecnica di parte. In altri termini, pur provenendo da un esperto abilitato a redigerla, rappresenta sempre un'iniziativa assunta su impulso di chi ha interesse a far valere le attestazioni presenti nel documento.
Insomma, è un elemento probatorio come tanti che il giudice può valutare come altri e al quale può anche non attenersi ritenendolo inattendibile nelle risultanze.
La Corte di Cassazione, infatti, afferma che «la CTP di parte non ha alcun autonomo valore probatorio, in quanto ontologicamente volta ad avvalorare la tesi di parte (Cass. civ. ord. n. 23555/2019».
Per questa ragione, pertanto, attenzione a riparare il bene prima di un'azione legale e ad impedire, quindi, che la valutazione obiettiva dello stato dei luoghi e delle conseguenze di un presunto fatto illecito sia, invece, eseguita da un consulente tecnico d'ufficio.
Tale scelta, infatti, potrebbe avere dei riflessi negativi sull'esito della causa. Ad esempio, se il magistrato dovesse ritenere insufficiente il valore probatorio della perizia di parte e, nel contempo, inutile una Ctu, atteso che il bene danneggiato è stato oggetto di lavori tali da rendere superfluo ogni accertamento, obiettivo ed imparziale, successivo all'avvenuta riparazione.
Perizia per danni giurata: valore giuridico
Le considerazioni espresse in merito alla consulenza tecnica di parte semplice non pare possano essere diverse qualora le dichiarazioni contenute nel documento siano asseverate e giurate.
Anche in questo caso è la Cassazione a chiarire questo aspetto affermando che «la perizia giurata depositata da una parte non è dotata di efficacia probatoria nemmeno rispetto ai fatti che il consulente asserisce di aver accertato.
Non essendo prevista dall'ordinamento la precostituzione fuori del giudizio di un siffatto mezzo di prova, ad essa si può solo riconoscere valore di indizio, al pari di ogni documento proveniente da un terzo, il cui apprezzamento è affidato alla valutazione discrezionale del giudice di merito ma della quale non è obbligato in nessun caso a tenere conto (Cass. Civ. sent. n. 4437/1997 - ord. n. 33503/2018)».
Le affermazioni giurisprudenziali appena citate descrivono, quindi, l'esatto valore giuridico della perizia di parte, semplice o giurata, anche quando essa è destinata a stimare dei danni subiti.
Si tratta, quindi, di un elemento probatorio che può essere valutato insieme agli altri e che non può sostituire un accertamento tecnico obiettivo, come quello emerso dall'indagine svolta dal perito nominato dal magistrato.