Il fatto. Da un appartamento di proprietà dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari (IACP), concesso in affitto, prevengono continue infiltrazioni d'acqua che provocano ingenti danni all'appartamento del piano sottostante.
Per questo motivo, i proprietari di quest'ultimo appartamento chiedevano ed ottenevano dal Tribunale la condanna in via cautelare dello IACP ad eseguire i lavori indicati dal CTU per rimuove le cause delle infiltrazioni anzidette.
Nel successivo giudizio di merito, i ricorrenti citavano dinanzi al tribunale lo IACP e l'inquilina dell'appartamento in questione chiedendo la conferma del provvedimento cautelare e, la condanna dei convenuti, in solido fra loro, al risarcimento dei danni ex art. 2051 c.c., in qualità di custodi dell'immobile. Lo IACP contestava la domanda scaricando la responsabilità sull'inquilina, la quale, senza autorizzazione, aveva eseguito lavori abusi nell'appartamento, ritenuti la causa delle infiltrazioni, per poi ottenere la concessione edilizia in sanatoria.
L'inquilina dell'immobile, a sua volta, contestava ogni domanda affermando che, in ogni caso, la responsabilità dei fatti era da ascriversi allo IACP in qualità di proprietario e custode dell'appartamento.
Il Tribunale di Salerno, con la sentenza del 7 gennaio 2019, ha accolto la domanda e condannato in solido entrambi i convenuti - proprietario e conduttore dell'immobile - al risarcimento dei danni ai sensi dell'art. 2051 c.c.
Infiltrazioni. Osserva il Tribunale che i danni subiti dagli attori sono conseguenza diretta delle infiltrazioni d'acqua e riguardano parte della cucina-soggiorno e parte della camera da letto.
Dette infiltrazioni hanno provocato il distacco dell'intonaco del soffitto, l'esfoliazione delle pitture e la presenza di muffe e macchie sul soffitto. Le cause di tali infiltrazioni sono state dal CTU imputate ad una serie di elementi concorrenti, tra cui la creazione di un balcone contemporaneamente all'ampliamento abusivo dell'appartamento su iniziativa degli inquilini.
Continua [...]