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Cani liberi nel cortile? Vanno risarciti i condòmini a causa delle deiezioni degli animali e del cattivo odore

Proprietario dei cani condannato al risarcimento dei danni causati dal cattivo odore.
Avv. Giuseppe Nuzzo - Foro di Lecce 

I fatti. Il proprietario di un appartamento in condominio possiede alcuni cani che lascia liberi di circolare nel terreno ed in altri spazi comuni, dove gli animali espletano i loro bisogni fisiologici, che il proprietario si guarda bene dal raccogliere.

La situazione diventa intollerabile per gli altri condomini, che non possono utilizzare il cortile comune e sono costretti a convivere con odori nauseabondi e condizioni igieniche precarie, tanto da non poter lasciare la porta di casa aperta e neppure lasciare i nipotini giocare in cortile.

Peraltro, ci sarebbe anche un accordo tra le parti, in cui è previsto il divieto di tenere cani in condominio. Accordo mai esistito, invece, secondo il proprietario dei cani.

Esasperati da questa situazione, i condomini si rivolgono al giudice chiedendogli di ordinare al vicino di non tenere più animali liberi in condominio e chiedendo, inoltre, il risarcimento dei danni non patrimoniali subiti.

I vigili urbani possono sanzionare i proprietari dei cani in virtù del regolamento comunale

Il diritto al pari uso del cortile. Il ragionamento seguito dal Tribunale di Parma per risolvere la controversia parte dall'art. 1102 c.c., ai sensi del quale ciascun comproprietario ha il diritto di usare e godere della cosa comune a suo piacimento, purché, però, non ne alteri la destinazione comune e non impedisca il pari diritto di uso e godimento del bene agli altri comproprietari.

Area di sgambamento cani nel condominio. Se un condomino lo proponesse sarebbe possibile?

Tenere cani liberi può impedire il pari uso del cortile agli altri condomini. Ora, è evidente che l'utilizzo del cortile comune consistente nel far circolare liberamente i cani nelle aree comuni del condominio, senza adottare alcuna delle cautele necessarie per evitare danni a terzi, può certamente costituire una limitazione non consentita del pari uso che gli altri condomini hanno sui medesimi spazi.

Nello specifico caso in esame, tale situazione risulta accertata e, di fatto, non contestata dal proprietario degli animali.

 Continua [...]

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Sentenza inedita
Scarica Tribunale di Parma n. 1266 del 5 settembre 2018
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