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Disabili e parcheggio. Inutile nei confronti del condominio l'azione ex. art 700 c.p.c. se nel cortile si trova il posto.

Disabili e parcheggio in condominio: non può trovare accoglimento la domanda cautelare proposta nei confronti del condominio dalla singola proprietaria disabile per ottenere il riconoscimento di un parcheggio riservato.
Avv. Giuseppe Donato Nuzzo 

Non può trovare accoglimento la domanda cautelare urgente ex art. 700 c.p.c. proposta nei confronti del condominio dalla singola proprietaria disabile per ottenere il riconoscimento di un parcheggio riservato nel cortile comune, se nel cortile medesimo vi è comunque la possibilità di trovare parcheggio, nonostante l'assenza di meccanismi di turnazione tra i singoli condomini.

Difetta, nella fattispecie, il presupposto del periculum in mora, considerato che la ricorrente, pur bisognosa di cure continue, ha la possibilità di parcheggiare nelle immediate vicinanze del condominio e non si è mai attivata con il Comune per ottenere il contrassegno invalidi e, dunque, un parcheggio riservato sulla pubblica via.

È quanto emerge dal decreto pubblicato il 27 luglio 2013 dalla sezione feriale del Tribunale di Roma, che ha respinto il ricorso ex art. 700 c.p.c. presentato da una condomina disabile per ottenere l'assegnazione di un posto auto a lei riservato all'interno del cortile condominiale.

Il fatto

A sostegno della domanda cautelare urgente, la ricorrente, che necessità di controlli sanitari continui presso le strutture sanitarie preposte, affermava di essere spesso costretta a parcheggiare la propria autovettura lontano dalla propria abitazione, con conseguente grave disagio legato ai problemi di deambulazione.

Rilevava, altresì, che il cortile condominiale, da sempre adibito a parcheggio, non ha posti sufficienti per tutti i condomini e che, ciò nonostante, l'assemblea non ha provveduto ad una turnazione che permetterebbe a tutti i condomini di usufruire in pari misura degli spazi comuni.

Chiedeva dunque al giudice un provvedimento che le consenta di godere del proprio diritto d'uso della cosa comune e salvaguardi il suo diritto alla salute.

Cosa occorre tener conto per determinare l'area destinata a parcheggio

Manca la prova del periculum in mora

Il Tribunale di Roma, accogliendo in parte le eccezioni del condominio resistente, ha respinto il ricorso rilevando la carenza di prova circa la effettiva sussistenza della situazione di pregiudizio imminente ed irreparabile prospettata dalla ricorrente.

Con particolare riferimento al periculum in mora, nel caso di specie non risulta che la ricorrente si sia mai attivata presso i competenti uffici comunali per ottenere il rilascio di un contrassegno invalidi, che gli avrebbe permesso di avere un posto autoriservato sulla pubblica via in prossimità della propria abitazione; né ha dimostrato di trovarsi in condizioni di inabilità tali da richiedere il parcheggio dell'auto nelle immediate vicinanze del portone di accesso all'edifici condominiale.

Non solo. Difetta anche la prova circa la dedotta indisponibilità di posti liberi per il parcheggio all'interno delle aree condominiali. Anzi, tale circostanza è smentita dalle fotografie prodotte in giudizio dal condominio, da cui, contrariamente a quanto affermato dalla ricorrente, risulta che vi sono posto liberi e che la stessa ricorrente ha parcheggiato la propria auto negli spazi comuni.

La caratteristiche della sussidiarietà e residualità, proprie del provvedimento cautelare urgente ex art. 700 c.p.c., impongono la prova rigorosa della esistenza concreta di un pregiudizio imminente ed irreparabile e, dunque, non altrimenti evitabile.

Ne consegue che il ricorso cautelare urgente va respinto tutte le volte in cui la situazione di pregiudizio dedotta possa essere risolta avvalendosi di uno degli strumenti tipici previsti dall'ordinamento e, a maggior ragione, quando, come nel caso di specie, emerga che il soggetto che invoca la tutela cautelare non si sia attivato con tutti i mezzi a sua disposizione, idonei a risolvere la situazione pregiudizievole anche senza l'intervento del giudice.

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