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Denaro di un condominio utilizzato per un altro: a chi domandarlo indietro?

Conseguenze civilistiche per il condominio il cui denaro è stato utilizzato dall'amministratore per un altro condominio.
Avv. Alessandro Gallucci 

Quante volte abbiamo sentito dire che l'amministratore di condominio si è impossessato dei denari di un condominio?

Le cronache si raccontano spesso di accadimenti del genere; l'appropriazione, in qualche circostanza, non è finalizzata ad un profitto imputabile direttamente all'amministratore.

Succede alle volte che questi utilizzi denaro di un condominio per far fronte a spese di un'altra compagine da lui amministrata.

Tanto ci domanda un nostro lettore, che scrive: «Buongiorno amici di Condominioweb. Vi racconto un fatto che crediamo sia successo nel nostro condominio. Crediamo, perché è in corso una revisione contabile e alla fine dell'attività avremo più elementi per pronunciarci. Ecco il fatto.

Siamo incappati in un amministratore che ha utilizzato i soldi di un condominio da lui amministrato, che per chiarezza chiamerò condominio Alfa, per pagare i debiti del nostro condominio, il condominio Beta. In effetti dove abito ci sono un paio di situazioni di grave morosità, morosità per le quali sono in corso azioni di recupero, ma mai ci è stato chiesto di versare somme per coprirle.

È successo, poi, che l'amministratore è diventato irrintracciabile: la storia è finita anche sui giornali locali. Il nostro timore adesso è che i condòmini del condominio Alfa, che pare abbiano visto distratti più di quindicimila euro possano venire a chiederceli, o almeno a chiederci la parte di quei soldi che è stata usata a nostro favore e completamente a nostra insaputa. Che dobbiamo aspettarci?»

Amministratore e soldi dei condomini, quando c'è appropriazione indebita

Partiamo dal dato certo: l'amministratore che utilizza soldi del condominio per finalità differenti dalla gestione di quel condominio commette un reato. Il reato è quello di appropriazione indebita previsto e punito dell'art. 646 c.p.

Ciò avviene tanto se l'utilizzazione è a suo vantaggio, quanto se è a vantaggio di terzi. La norma parla chiaro: commette il reato chi si appropria del denaro o della cosa mobile altrui, «per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto ».

Si badi: ai fini della configurazione del reato non è necessario che il terzo sia consapevole che il reo si sta appropriando del denaro a suo vantaggio. Diversamente questo terzo non sarebbe più tale, ma concorrerebbe nel reato.

Tale conclusione è stata raggiunta anche in relazione all'amministratore di condominio che abbia utilizzato denaro di un condominio per pagare debiti di un altro condominio da lui amministrato.

Amministratore, denaro dei condomini e responsabilità dei condomini per il suo utilizzo

La rilevanza penale del comportamento è chiara.

Quello che ci domanda il nostro lettore, tuttavia, è un fatto ulteriore e di natura civile. Il senso della domanda è questo: se Tizio usa i soldi di Caio in favore di Sempronio e poi sparisce, Caio può chiedere indietro quei soldi a Sempronio?

Risposta: in generale ciò, a determinate condizioni, non è escluso. Ma nel caso specifico, la conclusione è diversa. Vediamo perché.

Esiste una norma l'art. 2049 c.c., rubricata Responsabilità dei padroni e dei committenti, che recita: «I padroni e i committenti sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nell'esercizio delle incombenze a cui sono adibiti».

Si tratta di una norma che punisce l'omessa vigilanza sul lavoro degli addetti di una persona ovvero rimprovera la scelta fatta.

In relazione all'ambito di applicazione della norma la giurisprudenza ha chiarito che ai fini dell'applicazione dell'art. 2049 c.c. non è necessario che tra il commesso ed il committente ovvero fra il domestico ed il padrone intercorra un rapporto di lavoro subordinato, né che tale rapporto sia stato formalizzato in un contratto di lavoro e nemmeno che esso sia stabile e continuativo. Per l'applicazione dell'art. 2049 c.c.

è «solo necessario che vi sia un inserimento del "dipendente" nell'attività dell'impresa e che questo collegamento fra il preposto e l'impresa preponente abbia reso possibile o favorito la commissione del fatto illecito, posto in essere nell'ambito delle incombenze, cui è adibito il preposto.

In altri termini, l'attività espletata dal "dipendente" al servizio del preponente deve essere tale da aver reso possibile o anche solo agevolato la commissione del fatto illecito (Cass., sent. n. 2734 del 22 marzo 1994)» (Trib. Milano 3 ottobre 2009 n.11786).

Come dire: in linea generale non può escludersi che l'art. 2049 c.c. possa essere applicato alle condotte poste in essere dall'amministratore di condominio

Tratteneva per sé il denaro destinato al pagamento delle bollette del gas. Amministratore di condominio condannato per appropriazione indebita

Perché il condominio non risponde delle somme distratte in suo favore dall'amministratore?

Se per committente può intendersi anche il condominio, è chiaro, allora, che sorga spontaneo il dubbio.

Se Tizio usa i soldi del condominio Alfa, da lui amministrato, per pagare le spese del condominio Beta, sempre da lui gestito, la prima compagine può chiedere la restituzione delle somme alla seconda per responsabilità ex art. 2049 c.c.

Risposta: no.

Motivo: «come ha specificato la Corte di Cassazione «va esclusa la responsabilità del Condominio per il fatto doloso del portiere - o altro dipendente o assimilato nel corso dello svolgimento delle relative mansioni quando la relativa condotta sia del tutto avulsa dalle mansioni affidate e l'espletamento di quelle abbia costituito una mera occasione non necessaria per la condotta.

E l'esclusione del titolo di responsabilità del Condominio ai sensi dell'art. 2049 c.c., comporta de plano l'infondatezza di ogni pretesa del soggetto leso nei confronti di quello» (Cass. 09 giugno 2016 n. 11816).

Come dire: non è agendo nella sua qualità di amministratore del condominio Beta che Tizio ha fatti danni al condominio Alfa, ma è per mera occasione non necessaria per la condotta. Al posto del condominio Beta poteva esserci chiunque altro e questo basta a escluderne la responsabilità, che resta tutta in capo all'amministratore.

Coprire la cassa di un condominio con i soldi di un altro determina il reato di appropriazione indebita.

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