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Varata la specializzazione degli avvocati in diritti reali, condominio e locazioni: ci sarà vera qualità?

Gli avvocati che si autodefiniscono “condominialisti”, potranno - nei fatti - vantare di esserlo per davvero dopo la specializzazione in “diritti reali, condominio e locazioni” del settore? civile?
Avv. Michele Zuppardi - Foro di Taranto 

AAA avvocato specialista cercasi, come sembrerebbe richiedere il mercato, quantomeno per contrastare "l'esistenza di un disallineamento fra offerta e domanda dei servizi legali, indicando la stretta correlazione tra specializzazione della professione, qualità dell'offerta dei servizi e potenziale riduzione dei tempi del contenzioso quale necessaria risposta regolatoria a tale disallineamento".

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La relazione AIR (Analisi di Impatto della Regolamentazione) disposta dalla sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato, chiarisce così gli esiti dell'indagine sui servizi legali finalizzato al riordino delle specializzazioni forensi, che finalmente ha ottenuto parere favorevole dopo le modifiche delle disposizioni inizialmente previste in ordine all'elenco dei settori di specializzazione.

E così lo scorso 19 dicembre, con parere n. 03185/19, lo stesso Consiglio di Stato ha provveduto al deposito del nuovo schema di decreto del Ministro della Giustizia avente ad oggetto il "regolamento concernente modifiche al decreto12 agosto 2015 n. 144, recante disposizioni per il conseguimento e il mantenimento del titolo di avvocato specialista, ai sensi dell'articolo 9 della legge 31 dicembre 2012, n. 247".

La novità è data dalla previsione di un ampliamento dei settori specialistici, raggruppati nelle macro-aree del diritto civile, penale e amministrativo. Nella prima sezione sono ricomprese le successioni, i diritti reali insieme a condominio e locazioni, i contratti, la responsabilità civile, professionale e delle assicurazioni, l'agraria, il commerciale e societario, l'industriale, la proprietà intellettuale e l'innovazione tecnologica, la crisi d'impresa e dell'insolvenza, l'esecuzione forzata, il bancario e i mercati finanziari, il diritto dei consumatori.

Nella sezione penale, si identificano il diritto della persona, della pubblica amministrazione, dell'ambiente, dell'urbanistica ed edilizia, dell'economia ed impresa, della criminalità organizzata e misure di prevenzione, dell'esecuzione penale, dell'informazione, dell'internet con le nuove tecnologie.

In ultimo, nella sezione amministrativa, si catalogano il diritto del pubblico impiego e della responsabilità amministrativa, l'urbanistica, edilizia e beni culturali, l'ambiente ed energia, il sanitario, l'istruzione, i contratti pubblici con gli interessi economici generali, le autonomie territoriali e il contenzioso elettorale, la contabilità pubblica e il contenzioso finanziario-statistico.

Sembrerebbe finalmente tutto chiaro. O forse no.

Gli avvocati orientati al condominio, coloro che si autodefiniscono "condominialisti", potranno - nei fatti - vantare di esserlo per davvero dopo la specializzazione in "diritti reali, condominio e locazioni" del settore civile? E le conoscenze di '"urbanistica ed edilizia ", pur ricomprese nel diritto amministrativo perché orientate ai rapporti con le pubbliche amministrazioni, potranno mai essere disgiunte dalle peculiarità richieste agli esperti di condominio?

Cosa dire, ancora, sul settore penale, nel quale parimenti vengono catalogate specializzazioni in urbanistica, edilizia e ambiente che innegabilmente hanno a che fare con la gestione degli edifici?

La riflessione è d'obbligo, perché il condominio è una realtà complessa, in costante evoluzione, basata su interessi comuni e non squisitamente e strettamente individuali. Basti pensare che l'avvocato condominialista, nell'esercizio della sua attività, pur ricevendo in studio un singolo amministratore deve relazionarsi con esigenze molteplici, variegate, spesso malcelate o addirittura sconosciute.

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Ne va della qualità della consulenza e dei servizi offerti. Il rapporto con l'ente condominiale non può essere finalizzato solo e soltanto all'applicazione della norma in sé, ma deve andare oltre, spaziare dentro dinamiche ignote, comprenderne le sfaccettature e indirizzare i condòmini interlocutori, attraverso il loro rappresentante amministratore, verso soluzioni rispettose della norma, economicamente coerenti, eticamente soddisfacenti.

Pare strano che il condominio possa affiancarsi "sic et simpliciter " ai soli diritti reali e alle locazioni dimenticando l'edilizia, l'ambiente e l'energia con tutti i loro risvolti di natura civile e penale.

Pare strano che gli aspiranti titolati "specialisti" del settore debbano sapere soltanto di norme codicistiche e di leggi promulgate per il mondo condominiale, senza le coordinate della multidisciplinarietà che lo stesso mondo comporta.

E pare strano, soprattutto, che nel novero delle specializzazioni "licenziate" dal Consiglio di Stato non esista alcuna menzione sugli strumenti deflattivi, sulla risoluzione alternativa delle controversie, sulla capacità di mediare, sull'importanza dell'ascolto e sulla vera, efficace gestione di posizioni uniche per la loro struttura giuridica ma sempre molto diverse dal punto di vista degli interessi in gioco.

Il bello è che la relazione AIR sottolinea come "la riduzione dei costi del miglior sistema di competenza debba costituire uno degli elementi principali della ratio dell'intervento regolatorio", e che "essa individua fra gli effetti positivi di lungo periodo l'incidenza della specializzazione sulla tempestività, leggibilità e rispondenza dell'offerta alle necessità ed ai bisogni di cittadini ed imprese relativi ai servizi legali".

Bene così, siamo contenti. Volendo attentamente interpretare le risultanze della riforma, lo specialista in diritti reali, condominio e locazioni si dovrebbe così avvalere di un collega specialista in edilizia e urbanistica per le fattispecie civilistiche e di un'eventuale altro collega penalista specialista nella stessa materia.

Complicazioni, costi e titoli fumosi che nulla hanno a che vedere con le reali esigenze del popolo degli amministrati. Ogni avvocato sarà specializzato nel suo campo, ma nessuno sarà in dovere di rispondere specialisticamente a tutte indistintamente le diverse questioni di diritto "trasversali" proprie del settore, che pure è notoriamente travolto da implicazioni culturali, sociali e quindi normative di ogni tipo.

Insomma, tutto cambi perché nulla cambi. I titoli servono, questo è certo, ma sono lontani dall'offrire garanzie certe. Per la gioia di tutti i colleghi che da sempre si autodefiniscono condominialisti, e che - stando così le cose - non avranno certo bisogno di correre ai ripari per conquistare declaratorie professionali innovative, dal momento che il mercato - come sempre - premierà chi lavora meglio al minor costo possibile.

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