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Amministratori di condominio e agenti immobiliari: soggetti multidisciplinari per necessità o per puro profitto?

In arrivo una circolare ministeriale sul tema della multidisciplinarietà
Avv. Michele Zuppardi - Foro di Taranto 

"A parere di chi scrive, svolgere l'attività di amministratori condominiali in forma di lavoro autonomo non significa erogare servizi ma, sicuramente, prestare un'opera intellettuale nell'ambito di un contratto di mandato".

Scriveva così, pochi mesi fa, il dottor Francesco Schena, già presidente dell'Associazione Amministratori e Revisori Contabili Condominiali, richiamando a sostegno della sua tesi che "l'articolo 2229 cod. civ. stabilisce come spetti alla legge determinare quali siano le professioni intellettuali il cui esercizio è da subordinare all'iscrizione in appositi albi o elenchi, con la conseguenza che non occorre l'esistenza di un albo o un elenco per qualificare una professione come intellettuale".

Si trattava di un preludio all'interpello rivolto dalla stessa associazione ARCO al Ministero dello Sviluppo Economico, finalizzato a comprendere una volta per tutte, anche a seguito delle variegate interpretazioni scaturite dalla Legge Europea 2018, se l'agente di affari in mediazione immobiliare potesse o non potesse svolgere anche il mestiere di amministratore di condominio.

E il Ministero dello Sviluppo Economico, nella persona del suo Direttore Generale, puntualmente e inequivocabilmente riteneva, con risposta scritta, "che anche in relazione a questa nuova disciplina permanga l'incompatibilità di detta attività professionale con quella di amministratore condominiale: sia ove quest'ultima venga intesa come professione intellettuale afferente al medesimo settore merceologico per cui viene esercitata la mediazione, sia ove venga considerato l'aspetto imprenditoriale di rappresentanza dei beni afferenti al medesimo settore merceologico, nonché trattandosi comunque di evidente conflitto di interesse per il mediatore immobiliare che, contemporaneamente a curare per il proprio cliente la vendita/acquisto di un immobile, lo amministra e gestisce per conto del condominio".

Ritornano i dubbi riguardo alle incompatibilità dell'Agente Immobiliare nell'esercizio della professione di Amministratore di Condominio.

Ma i governi cambiano e le professioni avanzano, e dunque, ben orientati all'idea di "multidisciplinarietà " di cui tanto si è approfondito su queste colonne in riferimento alle plurime competenze rientranti nella quotidiana sfera di attività degli amministratori condominiali, anche i "concorrenti" mediatori immobiliari insistono nel reclamare allo Stato la benevola abolizione dell'esistente divieto di fare l'altrui lavoro.

Il tutto condito con le dichiarazioni rese nei giorni scorsi dalla Sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico Alessia Morani, la quale ha annunciato l'emanazione di una circolare ministeriale che chiarisca agli agenti immobiliari le possibilità di gestione "a 360 gradi" della loro attività, già acclamata dai vertici della Fiaip - Federazione Italiana Agenti Immobiliari come una promessa di "cambiare registro" ed annullare le certezze ministeriali espresse solo pochi mesi or sono.

La stampa ha riportato tali aneliti di speranza, giustizia e legalità, richiamando i lodevoli commenti degli immobiliaristi sulle peculiarità dell'incontro svoltosi al cospetto del Sottosegretario, celebrato come "l'occasione di evidenziare l'urgenza di una circolare che faccia chiarezza e confermi, come da raccomandazioni europee, il principio generale della compatibilità stabilito dalla legge 37/2019 consentendo la nascita delle agenzie immobiliari multidisciplinari e ponendo fine alle molteplici difformità interpretative, spesso in senso restrittivo delle Camere di Commercio".

Cosa accadrà ora? Gli agenti immobiliari potranno per davvero essere autorizzati a svolgere l'amministrazione condominiale?

Agenti d'affari in mediazione. Il disegno di legge ha introdotto una disciplina sulle situazioni di incompatibilità ostative dell'esercizio

E di quale "multidisciplinarietà " discutono e reclamano gli agenti stessi, se non di quella che abbraccia altri settori di intervento e consente nuove fonti di guadagno, mentre al popolo degli amministratori il medesimo concetto di "multidisciplinarietà " si estrinseca solo e soltanto nell'assoluta necessità di studiare ed apprendere sempre di più per mantenere i medesimi livelli di reddito con l'aggiunta di maggiori rischi?

Infine, come potrà il Ministero dello Sviluppo Economico "rimangiarsi" ciò che ha chiarito "urbi et orbi" solo poco tempo fa, dopo aver peraltro specificato che "lo svolgimento di attività incompatibili con quella di agente di affari in mediazione determina, da parte degli uffici camerali, l'avvio della procedura di inibizione allo svolgimento di quest'ultima e la conseguente inibizione della stessa"?

Misteri dell'associazionismo, della politica, e della illogica incapacità di dare a Cesare quel che è di Cesare.

Sappiamo tutti che la mole di norme emanate nel comparto delle amministrazioni immobiliari, pur dirette a una maggiore responsabilizzazione degli addetti, hanno generato l'esigenza di addentrarsi sempre più in logiche e fattispecie di natura fiscale, legale, tecnica e amministrativa, e tale fenomeno implica una diversa, più razionale e più specialistica organizzazione degli studi professionali dedicati.

Sappiamo pure che la fetta di mercato rappresentata dai condomìni propone numeri molto importanti e desta da sempre l'attenzione di altre categorie di operatori, allettati da nuove linee di business che in tempo di crisi possono davvero fare la differenza.

Dunque, se da un lato proliferano leggi stringenti volte a identificare la nuova era professionalizzante degli amministratori di condominio, puntando alla migliore specializzazione e quindi all'innovazione identitaria del settore, dall'altro si mortificano i medesimi interventi "ammiccando" alla sempre maggiore commistione "multidisciplinare" che nulla offre in termini di conoscenza, ma tutto consente in termini di concorrenza.

E a tal proposito merita un cenno la riflessione di Diego Caponigro, Ceo di Regold.it, il quale afferma sul suo spazio web che "mi sento però di porre l'attenzione sull'eventualità di diluire la professione in una serie di attività collaterali lontane dal focus principale del mediatore immobiliare.

Un Agente che vuole fare anche amministrazione di condominio - afferma - aumenterà lo sforzo distraendosi dal vendere immobili.

Potrebbe rivelarsi una mossa confusionaria per il suo brand personale e molto stressante".

Insomma, non tutti possono far bene tutto. Forse per questo motivo il Mise aveva sottolineato l'esistenza di rigidi "paletti" sulla questione dell'incompatibilità posta con l'interpello dell'Associazione Arco. Forse per questo motivo lo stesso Ministero aveva strettamente richiamato le norme codicistiche, obbligando ognuno a stare al proprio posto.

Se è evidente che le logiche di mercato e le disposizioni normative non possono andare sempre d'accordo, in questa vicenda dobbiamo dunque porci una domanda: prima di licenziare nuove circolari, non sarebbe opportuno chiarire bene cosa si intende per "multidisciplinare"? Ai tecnici la risposta, con l'augurio che i criteri normativi non si modifichino con un semplice giro di valzer.

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