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Crisi di Governo. Anche questa volta salta il registro degli amministratori di condominio

Che fine farà il famoso tavolo tecnico che doveva aggiornarsi proprio in questi mesi?
Dott.ssa Daniela Zeba 

È strano quanto, a volte, particolari banali, desunti dalla quotidianità, o da notizie politiche, apparentemente slegate dal contesto professionale, possano invece costituire motivo di riflessione seria sulla nostra categoria.

Mi riferisco, nel primo caso, alla reazione di un amico, affermato imprenditore, di cui so per certo di godere della stima, il quale, leggendo il titolo di un magazine del settore che definisce l'amministratore imprenditore, non ha potuto trattenere una sincera, grassa risata di scherno.

Colpo al cuore, stupore, incredulità, ma conferma di ciò che sappiamo essere, purtroppo, la fastidiosa verità: l'amministratore di condominio nell'era 2.0 non viene percepito poi così diversamente rispetto al passato e tanta strada purtroppo ci separa da una considerazione sociale degna di stima e rispetto sia in campo professionale che in campo imprenditoriale.

Lo spettro fantozziano aleggia sulle nostre teste, come la fantomatica nuvoletta, che mai ci abbandona, alla stregua di una condanna da girone dantesco.

Questo rimane l'immaginario collettivo, malgrado ricette di felicità, apparizioni in TV, riviste patinate, strategie di marketing, corsi di formazione, quotazioni in borsa e sforzi sovrumani quotidiani da parte di migliaia di noi per assurgere a professionisti-imprenditori degni della copertina di Capital o di Fortune.

Noi ce la possiamo raccontare diversamente sui social, appellandoci a massicce dosi di autostima, ma questa rimane l'amara verità, inconfessabile al nostro ego che soffre e si ribella di fronte a questa ingiustizia.

Non ho voluto rovinare l'ilarità del mio amico che se n'è andato ridendo ancora fra sé e sé, perché francamente non avevo voglia di intavolare una discussione, ma non nascondo che quella risata fa male.

Siamo esseri umani e siamo animali sociali: la considerazione altrui è importante in quanto definisce il nostro posto all'interno della società. Rispetto, reputazione, denaro sono elementi essenziali per misurare il grado di prestigio di una persona e di una categoria.

Capiamo bene che se applichiamo tali parametri all'amministratore di condominio, è evidente che i conti non tornano ed è evidente che per cambiare le cose occorrono necessariamente un cambio di passo culturale e una riforma istituzionale in grado di rendere riconoscibili all'opinione pubblica, incontrovertibilmente, i professionisti del settore, degni di stima, rispetto e prestigio sociale.

I due fattori sono imprescindibili per una vera e propria rivoluzione sistemica, che spazzi via luoghi comuni e credenze limitanti sulla nostra categoria.

Occorre fare pulizia ed eliminare gli inquinatori che ci hanno marcato a fuoco come faciloni pressapochisti inaffidabili ed improvvisati.

A spazzare via questo velo infamante e a creare le condizioni di una vera e propria tempesta culturale, dovremmo essere in primis noi professionisti ed imprenditori del settore, smettendo di farci la guerra per la supremazia della definizione di categoria, sprecando inutilmente risorse verso l'obiettivo sbagliato, e poi, di conseguenza, lo stato, che se abilmente indotto da un movimento organizzato in una vera e propria lobby, dovrebbe finalmente riconoscerci l'onore di professione regolamentata, che sarebbe anche coerente con i doveri che ci sono sempre stati assegnati senza alcun diritto sancito, come contropartita, alla dignità professionale e ad un compenso proporzionale alla natura del lavoro svolto, come costituzionalmente previsto per tutti i lavoratori.

Il nostro primo nemico siamo noi, se invece di batterci e rivendicare ciò che per natura e tipologia di attività è già naturalmente nostro, continuiamo a fare il gioco delle associazioni che mirano solo a lucrare sulle iscrizioni e su pseudo corsi formativi che comunque, senza dovuta considerazione e senza l'egida dello stato, continuano a non rappresentare nulla di degnamente consono alla nostra definizione di categoria, degna del prestigio che merita.

E proprio sul ruolo delle istituzioni, in relazione al necessario cambio di rotta, scatta l'altra amara riflessione conseguente alla crisi di governo, scoppiata proprio in questi afosi giorni di agosto.

Che fine farà il famoso tavolo tecnico che doveva aggiornarsi proprio in questi mesi?

Che fine farà la flebile speranza di una nuova riforma che possa ridefinire requisiti e criteri professionali certi, per garantire non solo i professionisti, ma anche i condòmini rilanciando la fiducia nel mercato e nei suoi operatori?

Gli sforzi del sottosegretario On. Morrone verranno vanificati da cause di forza maggiore ed ancora una volta dovremo accantonare ogni speranza di "resurrezione"?

Probabilmente alcune associazioni tireranno un sospiro di sollievo, specie quelle rappresentate da ipocriti che si erano espressi favorevolmente all'istituzione di un registro, o addirittura di un albo, solo per non svelare al mondo la loro vera recondita speranza di vedere affossato tutto, in un momento particolare di "risveglio delle coscienze".

Sapete che vi dico? Che è proprio quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare. A prescindere dalla fine che farà questo governo, non mandiamo in fumo sforzi e speranze.

E' proprio ora che "l'armata Brancaleone" degli amministratori, quelli strani, quelli insoddisfatti, quelli che intendono cambiare davvero non solo le sorti del proprio studio, ma che puntano a delineare il loro nuovo futuro e a conquistarsi il loro meritato ruolo sociale, deve organizzarsi con ogni mezzo per fare opinione, per fare scalpore e per portare a casa quello che di fatto è già suo, ma che molti, per pura convenienza, le hanno negato: il riconoscimento istituzionale.

Acquistiamo pagine di giornali, organizziamoci in gruppi, organizziamo eventi, coinvolgiamo i nostri clienti, i condòmini e l'opinione pubblica, facciamo capire la nostra importanza a livello locale: circoscrizione, comune, provincia, regione per arrivare ad avere un'unica voce ed un'unica rivendicazione.

Nulla di ciò è in contrasto con la nostra quotidiana attività: al contrario, servirà a facilitare il nostro rapporto con i clienti, servirà ad alimentare la passione che ci deve guidare nelle nostre scelte professionali e che ci deve fare sentire orgogliosi di essere amministratori di condominio, liberi professionisti od imprenditori poco importa, perché non ci sia più nessuno che possa sorridere di quello che siamo e di quello che facciamo.

"Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio... Uscito da quel vento non sarai lo stesso che vi è entrato." Haruki Murakami.

Si apre un nuovo percorso di dialogo al fine ad offrire il meglio per il mercato e gli utenti

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