"Mi scusi, ma lei che lavoro fa nella vita?" Imbarazzo, pudore, un lieve rossore colora le mie guance. "La ballerina di flamenco. Volteggio tutto il giorno tra bilanci, normativa e ipocrisia diffusa". Bisogna osare nella vita! Non c'è niente di più sopravvalutato della verità e, a dirla tutta, non mi sembra neanche una grande bugia.
L'interlocutore non l'ha bevuta e decido di confessare "Sono amministratrice di condominio".
Non si convince "Impossibile, sono tutti BRUTTI, SPORCHI E CATTIVI"!" Sorrido per la sciocchezza. La verità è che giochiamo a fare i duri per difenderci dalla cattiveria gratuita. Ci arrabbiamo quando parliamo da soli senza mai trovare le risposte giuste. Il bilancio della nostra vita professionale, molto spesso, non quadra.
Per non parlare della Nota Integrativa piena zeppa di "chi me lo ha fatto fare, … cosa ho fatto di male nella vita per meritarmi un lavoro simile, … se commetto un omicidio mi assolvono con formula piena…" e altre amenità del genere.
Se poi abbiamo la sventura di imbatterci nel rendiconto del nostro conto corrente personale, la depressione è totale.
L' interlocutore mi risveglia bruscamente dalle mie soavi riflessioni e incalza "E poi… lei è troppo elegante" ammirando il mio tailleur blu cobalto. Prendo il Libro verbale e scrivo "Sfigati, cattivi e sciatti"
Ma quando pensiamo di superarla questa "sindrome fantozziana" che attanaglia la stragrande maggioranza della categoria di amministratori di condominio? Ma come diavolo è possibile presentarsi in assemblea in infradito, bermuda, barba incolta e con un giaccone di tre misure più grandi? E, poi ci stupiamo se siamo delegittimati! Che l'abito non faccia il monaco è uno dei pochi proverbi in cui la saggezza popolare è andata a farsi benedire (dal monaco probabilmente).
Solo gli sciocchi sottovalutano la cura dell'immagine e non è mai troppo tardi per dismettere i panni dell'amministratore trasandato e vestire finalmente gli abiti del professionista preparato e curato. Con eleganza, rigore e classe.
"Non mi ha ancora convinto" - continua imperterrito mister scetticismo - "lei è troppo preparata per fare l'amministratrice di condominio". Il mio sguardo, diventato all'improvviso minaccioso, preoccupa non poco il malcapitato che, stupito, si precipita a specificare "ma il mio voleva essere un complimento!!!!" Pessimo complimento, offesa direi. La pseudo galanteria è solo ignoranza nel senso letterale del termine di "colui che ignora".
La verità è che per fare l'amministratore di condominio ci vuole una preparazione professionale con i contro fiocchi.
Occorre una competenza interdisciplinare come poche altre figure professionali: contabilità, fiscalità, architettura, legge, discipline tecniche e ingegneristiche si intrecciano in una trama di responsabilità civili e penali compresa solo dagli addetti ai lavori. Nella nostra società manca completamente la percezione della complessità della professione determinata da tre imperativi: Competenza, Responsabilità e Reperibilità.
Tralasciando per un attimo la variabile competenza che può essere per molti aspetti soggettiva, le altre due variabili - responsabilità civile e penale e reperibilità h 24, sono difficoltà oggettive, concrete, inappellabili che nessuno valuta con il giusto peso. Il "tanto che ci vuole" è un ostacolo enorme, quasi insormontabile.
Per superarlo occorre colmare un gap storico fatto di improvvisazione, mediocrità, disonestà, pressappochismo e luoghi comuni sempre cosi difficili da scardinare.
La mia oratoria o sproloquio che dir si voglia è interrotta da un'affermazione nient'affatto originale "Non farei l'amministratore di condominio per tutto l'oro del mondo." Non si preoccupi, lo facciamo noi per pochi spiccioli! È l'unico lavoro che nessuno vuol fare pagato con i soldi del Monopoli!
" Incredibile ma vero, lei ama il suo lavoro!!! " Cristoforo Colombo quando ha scoperto l'America sicuramente era meno sorpreso. Ebbene si, faccio mea culpa, amo il mio lavoro.
Mi piace, far quadrare i bilanci, confrontarmi con i miei fornitori, andare sul lastrico solare con tacco 12, trovare la causa della maledetta infiltrazione, raffrontarmi con il legale, fare l'analisi dei costi -benefici, mediare, consigliare, valutare.
Mi piace comunicare, fare la buona con chi proprio non ce la fa a pagare e la cattiva con i furbetti del condominio.
Mi piace motivare i miei collaboratori, trovare soluzioni diverse, sfuggire di nascosto per non farsi trovare, dire balle spaziali ed essere creduta, dire verità sacrosante ed essere derisa.
Mi piace fare formazione, aggiornarmi ed aggiornare; mi piace quando divento glaciale, quando perdo la pazienza e quando mi emoziono per un complimento inatteso.
Mi piacciono tante cose della mia professione, e non solo a me ma anche a tanti miei colleghi.
Questo non vuol dire non avere una "lista nera" lunga, anzi lunghissima, delle cose che non ci piacciono ma significa semplicemente essere orgogliosi del proprio lavoro.
L'amministratore di condominio è una professione complessa, interessante, mai ripetitiva. Richiede sensibili capacita amministrative, organizzative, gestione dell'imprevisto, analiticità e sintesi, attitudini comunicative, conoscenze interdisciplinari e… una calma zen. È proprio con questa calma che prendo il Libro Verbale e scrivo a caratteri cubitali MAI PIU' SENZA ORGOGLIO PROFESSIONALE.
Il novello "cacciatore di teste", finalmente convinto, mi stringe la mano e mi chiede se puoi farmi un'ultima domanda "Lei consiglierebbe mai questa professione a sua figlia? "Touché. Il mio sguardo si fa perso, smarrito. Il castello di convinzioni vacilla ma sembra resistere. Con fatica tolgo le scarpette di flamenco e mi allontano lentamente senza rispondere.