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Voucher in condominio. Usi, abusi e dubbi sulla corretta applicazione.

Il voucher è una modalità di retribuzione per lavoro occasionale di tipo accessorio utilizzato anche per i piccoli lavori in condominio.
Avv.to Maurizio Tarantino - Foro di Bari 

Il lavoro accessorio. La disciplina del lavoro accessorio è stata introdotta nel 2003 ed è nota come "Legge Biagi". E' una tipologia contrattuale atipica rispetto ai comuni rapporti di lavoro subordinato e parasubordinato e prescinde dalle altre caratteristiche usualmente esistenti nel rapporto di lavoro.

Il Legislatore ha inteso intervenire modulando e semplificando quel rapporto di lavoro e collaborazione che era definito ed individuato come prestazione occasionale, chiarendo incontrovertibilmente quando si è in presenza di una prestazione lavorativa "occasionale".

Il lavoro accessorio non è un rapporto di lavoro né subordinato, né autonomo, ma una semplice attività lavorativa il cui carattere occasionale è definito dall'entità del compenso erogato al lavoratore.

Il voucher in condominio. Col precedente messaggio dell'INPS 8628 del 2 febbraio 2016, è stato chiarito ufficialmente che il condominio rientra nella categoria dei soggetti non imprenditori, con la conseguenza che ogni condominio potrà erogare a ogni singolo lavoratore voucher per un complessivo valore di € 7.000 netti all'anno.

Qualora il lavoratore abbia intrattenuto precedenti rapporti di lavoro accessorio, non potrà superare il limite di € 7.000 nei confronti del condominio che lo abbia ingaggiato successivamente.

Per quanto riguarda i lavoratori interessati, si evidenzia che il lavoro accessorio può essere svolto per ogni tipo di attività e da qualsiasi soggetto (disoccupato, inoccupato, lavoratore autonomo o subordinato, full-time o part-time, pensionato, studente, percettore di prestazioni a sostegno del reddito), ovviamente nei limiti del compenso economico previsto.

Un breve focus per l'utilizzo corretto dei voucher in condominio

Gli adempimenti del condominio. Il condominio nelle vesti di committente, prima dell'inizio della prestazione, ha l'obbligo di comunicare alla Direzione territoriale del lavoro competente, attraverso modalità telematiche i dati anagrafici, il codice fiscale del lavoratore e il luogo in cui si svolge la prestazione lavorativa, con riferimento a un arco temporale non superiore ai trenta giorni successivi.

In ogni caso, prima dell'inizio dell'attività di lavoro accessorio, il committente deve effettuare la comunicazione di inizio prestazione all'Inps.

La mancata comunicazione prevede l'applicazione della cosiddetta maxisanzione per lavoro nero.

Il condominio-committente ha, inoltre, l'obbligo di verificare il non superamento del limite economico da parte del prestatore (7000 euro annui pari a 9333 euro lordi) a cui dovrà richiedere una dichiarazione in ordine al non superamento degli importi massimi previsti, riferita sia ai voucher riscossi nell'anno solare che a quelli ricevuti dallo stesso o da altri committenti e non ancora riscossi.

Il problema del referendum sull'abrogazione dei voucher. Come è notola Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito in merito all'art. 18 dello statuto dei lavoratori.

Il referendum proposto dalla Cgil puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre la reintegra per i licenziamenti illegittimi nelle imprese sopra i cinque dipendenti.

Via libera invece ai quesiti sull'abolizione dei voucher e sulla reintroduzione della responsabilità in solido "piena" tra appaltante e appaltatore.

Per meglio dire la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti» (n. 170 Reg.

Referendum); ammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)» ( n. 171 Reg.

Referendum); inammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi» (n. 169 Reg. Referendum).

A FAVORE

Dell'Abolizione dei Voucher

CONTRARI

All'abolizione dei Voucher

Susanna Camusso(Leader della CGIL): "il voucher è uno strumento malato e va abrogato. Quella modalità presuppone che non c'è un rapporto di lavoro subordinato, continua a non dare diritti a lavoratrici e lavoratori e permette gli abusi che si sono verificati"

Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili): "non è il voucher lo strumento che può servire nell'edilizia, non è questo il modo giusto per poter fare il lavoretto piccolo, o medio che sia». Secondo l'Ance "per dei committenti, che potrebbero essere committenti pubblici, Enti locali o quant'altro, per dei piccoli lavori potrebbe essere molto appetibile utilizzare un voucher per pagare chi li svolge, soprattutto se pensiamo che, mediamente, un'ora di lavoro di un operaio comune costa circa 25 euro. Mi sembra abbastanza chiaro che c'è una differenza nel livello dei costi".

Confappi (Confederazione Piccola Proprietà Immobiliare) e Fna (Federamministratori, Federazione Nazionale Amministratori Immobiliari) sono contro l'abolizione dei voucher.

Sul punto Silvio Rezzonico (presidente di Confappi): "L'utilizzo dei voucher in condominioconsente agli amministratori di poter affidare, in tempi brevi e senza lungaggini burocratiche, una molteplicità di lavori accessori come, ad esempio, le piccole manutenzioni.

I buoni lavoro "la cui finalità - come sottolinea l'Inps - è quella di regolamentare quelle prestazioni lavorative che non sono riconducibili a contratti di lavoro, in quanto svolte in modo saltuario e tutelare situazioni non regolamentate".

C'è chi sostiene che questo metodo di pagamento favorisca il precariato, ma in realtà i voucher non possono essere utilizzati per l'esecuzione di appalti di opere e servizi e neppure per opere con carattere continuativo, come la pulizia delle scala o la cura del giardino, a meno che non rivestano carattere straordinario. Quindi, più che togliere lavoro i buoni lavoro offrono la possibilità a molti soggetti di guadagnare in modo trasparente.

CONTRARI all'abolizione - A FAVORE della modifica legislativa

dei voucher

Guglimento Loy(Segretario Confederale UIL): sì al voucher giornaliero, tetto annuo di dieci giornate. Secondo la UIL "mantenendo il principio della assoluta eccezionalità dello strumento, insieme ad una rivisitazione delle norme sul lavoro a tempo determinato e, in particolare, su quello brevissimo dei tre giorni che, escludendo l'impiego nel settore agricolo e considerando il divieto per appalti e servizi, possa essere istituito un voucher giornaliero, e non a ore".

A proporlo il segretario confederale della Uil nel corso di un'audizione nella Commissione Lavoro della Camera. «Rimane, però - chiarisce il sindacalista - il vincolo per il committente, essendo uno strumento di assoluta emergenzialità per retribuire i lavoratori di «un tetto annuo, che noi proponiamo venga fissato in un massimo di dieci giornate.

Annamaria Furlan (Segretaria generale della CISL). "Non serve cancellare i Voucher.La soluzione non è l'abrogazione", secondo la Cisl, che propone di tornare alla legge Biagi, che ha circoscritto l'impiego dei voucher al lavoro occasionale, limitandone l'utilizzo ad alcune prestazioni e per alcune tipologie di persone "svantaggiate".

La posizione Governo. il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti punta ad "introdurre delle modifiche normative ai voucher per riportarli al loro spirito originario, quello di essere usati solo per il lavoro accessorio e occasionale".

Il Ministro, in occasione di un Suo intervento ad un convegno, ha precisato: "che bisogna riportarlo alla loro origine che è la legge Biagi (…) e se il Parlamento vuole può farlo in pochissimo tempo".

Attualmente, da quando si apprende dalle agenzie stampa, tra le ipotesi al vaglio, su cui ragiona il Governo, è lo stop ai buoni lavoro nelle grandi aziende. In sostanza - è l'idea - si porrebbero dei limiti basati sul numero di occupati delle aziende. Tra le altre ipotesi, rimangono allo studio le possibilità di vietare i rapporti di lavoro tramite voucher tra aziende e lavoratori già assunti dalla stessa azienda (anche se ex dipendenti) e porre dei limiti massimi temporali di utilizzo, cioè un numero massimo di buoni 'guadagnati' in un anno o addirittura al mese.

Ma il problema dei voucher "non è l'uso ma l'abuso" e fino ad ora non hanno contribuito a fare emergere il lavoro nero. Questo è quanto affermato in data odierna il presidente dell'Inps Tito Boeri intervenendo in audizione in Commissione Lavoro alla Camera sulle proposte di modifica alla disciplina del lavoro accessorio, in cui è stato fatto il punto sull'utilizzo dei buoni lavoro. Numeri alla mano, secondo il capo del'ente di previdenza, i voucher hanno solo in parte soddisfatto gli obiettivi per cui erano stati ideati.

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