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Rimborsi TARI sempre più lontani

Alla luce dei recenti provvedimenti, il credito appare sempre più inesigibile.
Redazione Condominioweb.com 

Alla luce dei recenti provvedimenti, quel credito appare sempre più inesigibile. Solo per il Comune di Milano si parla di oltre 50 milioni di euro complessivi per il quadriennio e di 145 mila potenziali aventi diritto.

La Tari. La tassa, infatti, si compone di una quota fissa (i metri quadrati dell'immobile) e di una variabile (numero di componenti della famiglia). Le tariffe sono però riferite all'"utenza", comprensiva delle pertinenze (garage, cantina, solai, mansarde).

Errori sulla Tari. Nel 2017, a seguito di interrogazione parlamentare, furono ammessi "probabili" errori nel conteggio della tassa.

Si scopre così che centinaia di comuni italiani avevano inviato bollette errate; invero, l'errore è stato che i Comuni avevano applicato ad ogni unità immobiliare sia la quota fissa sia quella variabile, mentre quest'ultima, essendo correlata solo al numero degli occupanti, doveva essere associata all'intera utenza (ci sono infatti amministrazioni che hanno fatto pagare somme non dovute solo sui box, altre sulle cantine, altre ancora tutte le pertinenze delle abitazioni).

Tassa rifiuti. La prova dell'inagibilità di un immobile deve essere fornita anche per l'esonero dal pagamento

La situazione del Comune di Milano. Quando si è parlato di "Tari da restituire", si è spesso guardato a ciò che faceva l'amministrazione milanese, la prima a rendere di petto il problema e ad agire con una certa determinazione per risolvere la questione.

Tuttavia, il primo stop è arrivato con la determinazione n. 139/2018 della Corte dei Conti della Lombardia, la quale, pur non entrando nel merito alla legittimità dei ricorsi, ha però ammonito il Comune a non procedere con rimborsi diretti, pena possibili procedimenti per danno erariale.

Così, i cittadini di Milano (e delle altre città) per riavere il denaro avrebbero dovuto presentare comunque la domanda di rimborso ai comuni - necessaria per bloccare la prescrizione, che scatta dopo 5 anni -, ma anche adire singolarmente alle commissioni tributarie provinciali.

Tuttavia queste, quando chiamate a decidere, si sono sempre espresse a favore dei comuni e contro i cittadini.

Difatti, le 15 sentenze già emesse della Commissione tributaria provinciale di Milano hanno tutte dato torto ai cittadini. Tutte sentenze che non sono state appellate in secondo grado.

Di particolare importanza, resta la pronuncia di Milano del 19 ottobre 2018 secondo ove è stato evidenziato che "il legislatore non ha mai precisato il concetto di pertinenzialità".

In conclusione, alla luce delle varie sentenze pronunciate da Corte dei Conti e, soprattutto, dalla Commissione tributaria provinciale di Milano, infatti, quel credito appare sempre più inesigibile. Ciò non toglie la possibilità di un provvedimento (appellato e vinto dal contribuente) e/o una sentenza favorevole al singolo cittadino in primo grado

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