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Raffica di avvisi in arrivo dall'Agenzia delle Entrate. Coinvolti anche gli amministratori di condomini.

Agenzia delle Entrate. Come regolarizzare la posizione fiscale.
Dott. Domenico Pirrò 

Tempi duri per tutti gli amministratori di condominio che hanno dichiarato dati fiscali non in linea con gli indicatori degli studi di settore e che potrebbero ricevere a giorni (ove non l'abbiano già ricevuta) la lettera dell'Agenzia con l'invito alla “spontanea” regolarizzazione della propria posizione fiscale.

Gli inviti potranno riguardare anche gli amministratori di condominio, negli ultimi anni investiti da nuovi adempimenti fiscali. Scegliere se aderire o meno agli inviti non è sempre semplice.

In arrivo oltre 200.000 lettere ad altrettanti contribuenti inviate dall'Agenzia delle Entrate. Nei giorni scorsi l'Ufficio finanziario ha preannunciato con un comunicato stampa che invierà a moltissimi contribuenti una comunicazione sulle anomalie riscontrate nelle loro dichiarazioni con l'invito alla regolarizzazione delle stesse.

La strategia dell'Ufficio finanziario è quella di avviare una nuova forma di comunicazione con i contribuenti ai quali saranno preventivamente comunicati eventuali omissioni o errori commessi in dichiarazione e risultanti da elementi in suo possesso.

La nuova procedura si inquadra in un percorso di più ampio respiro teso a modernizzare il rapporto tra Fisco e contribuente e che costituisce l'obiettivo di fondo della legge 11 marzo 2014, n. 23.

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A quanto pare molti destinatari degli “inviti” alla regolarizzazione saranno coloro che non hanno presentato affatto la dichiarazione annuale pur avendo percepito redditi da lavoro dipendente o da pensione da più sostituti d'imposta. In tal caso sarà possibile ricorrere all'istituto del ravvedimento operoso e regolarizzare la propria posizione (entro 90 giorni dal termine di presentazione, cioè entro il

29 dicembre 2015) beneficiando della riduzione delle sanzioni. In tali ipotesi, scegliere se aderire o meno all'invito è alquanto semplice: difficilmente le procedure automatizzate degli Uffici finanziari potranno rivelarsi fallaci o poco attendibili basandosi tra l'altro sul semplice incrocio informatico tra i dati dichiarati da contribuenti diversi.

In altri casi, invece, i contribuenti raggiunti dagli inviti saranno le imprese ed esercenti arti e professioni e tra questi ultimi in particolare non è possibile escludere che vi siano numerosi amministratori di condominio. Per costoro la scelta se aderire o meno è più complessa. Vediamo perché.

Sul proprio sito istituzionale l'Agenzia delle Entrate ha esemplificato ben54 casi di “inviti” alla regolarizzazione inviati ai contribuenti appartenenti alle più disparate categorie commerciali e professionali tra cui figurano, soltanto per citarne una, anche quelle che rendono “altri servizi a imprese e famiglie”.

E' chiaro che, trattandosi soltanto di esemplificazioni, la platea dei contribuenti interessati da questa “nuova” forma di interlocuzione dell'Agenzia delle Entrate sarà ben più ampia, e non è da escludere affatto che molti destinatari degli avvisi possano essere proprio gli amministratori di condomini che negli ultimi anni hanno dovuto far fronte ad una costante crescita degli adempimenti fiscali.

E' bene ricordare che a suo tempo l'Agenzia delle entrate aveva approvato gli studi di settore per chi esercita l'attività di “amministrazione di condominio e gestione di beni immobili per conto terzi” e di “Servizi integrati di gestione agli edifici”, fornendo istruzioni operative ai propri uffici per l'effettuazione dei relativi controlli.

Tra gli inviti alla regolarizzazione pubblicati sul sito dell'Agenzia sono esemplificate, tra l'altro, anche le ipotesi di incongruenze tra lo studio di settore e i dati strutturali che il contribuente aveva a suo tempo indicato per l'applicazione degli stessi, le incoerenze relative ai beni immobili, l'assenza di associati in partecipazione e la presenza di utili agli associati con apporto di solo lavoro, l'omessa indicazione del valore dei beni strumentali, la mancata indicazione di dati negli studi di settore come il numero di soci o di associati che prestano attività nello studio, il numero di ore settimanali dedicate all'attività e le settimane di lavoro nell'anno e così via.

Non solo. Stando alle esemplificazioni pubblicate dall'Agenzia sembrerebbe che siano state prese in considerazione, ai fini dell'invito alla regolarizzazione, anche alcune incoerenze con gli indicatori degli studi di settore desumibili dai dati dichiarati dai contribuenti, come l'incoerenza dell'indicatore dell'incidenza delle spese (al netto dei canoni di locazione) rispetto ai compensi dichiarati, nonché le incoerenze relative ai beni strumentali presi a base per la stima dei compensi del professionista.

Gli scostamenti dagli indicatori, soprattutto se significativi, possono solo aumentare le probabilità di controlli nel caso in cui il contribuente non aderisca all'invito alla regolarizzazione inviato dall'Agenzia.

Infatti, da quanto è dato evincersi dai documenti ufficiali messi a disposizione dell'Amministrazione finanziaria, non vi è alcun automatismo certo tra la mancata regolarizzazione del contribuente e l'avvio di un controllo.

Semmai, dal contenuto degli inviti esemplificati dall'Agenzia delle Entrate sul proprio sito istituzionale sembrerebbe evincersi il contrario, e cioè che l'adesione spontanea tramite il ricorso all'istituto del ravvedimento operoso (art. 13, del Decreto Legislativo 18 dicembre 1997, n. 472) metterebbe il contribuente al riparo da eventuali controlli.

Ed è proprio questo il nocciolo della questione: capire quali spazi residuerebbero all'Amministrazione finanziaria per procedere comunque ad un controllo del contribuente che abbia spontaneamente aderito ad un suo precedente invito.

Al riguardo, si è dell'opinione che l'Amministrazione finanziaria ben potrebbe procedere ad un nuovo controllo in caso di sopravvenuta conoscenza di ulteriori elementi fiscalmente rilevanti sul contribuente.

Quindi, se la filosofia di fondo della legge n. 23/2014 citata è quella di consentire ai contribuenti di acquisire consapevolezza dei dati di cui dispone l'Amministrazione finanziaria fiscalmente rilevanti nei loro confronti e di provvedere spontaneamente alla regolarizzazione delle propria posizione fiscale, la procedura adottata non è null'altro che una sorta di discovery anticipata delle “prove” di eventuali violazioni di cui dispone e ciò appare senz'altro un vantaggio per lo stesso contribuente.

Sta di fatto che l'Agenzia delle Entrate dovrebbe trasmettere alla Guardia di Finanza, come prevede l'art. 1, comma 636 della legge n. 190/2014, gli elenchi dei destinatari degli avvisi alla regolarizzazione e elementi di anomalia per ciascuno individuati essenzialmente per evitare la duplicazione di controlli.

Tempi duri, quindi, anche per tutti gli amministratori di condominio che hanno dichiarato dati fiscali non in linea con gli indicatori degli studi di settore e che potrebbero ricevere a giorni (ove non l'abbiano già ricevuta) la lettera dell'Agenzia con l'invito alla “spontanea” regolarizzazione della propria posizione fiscale.

Scegliere se aderire o meno non sarà affatto semplice e molto dipenderà tanto dal tipo di anomalie o di incongruenze riscontrate e comunicate dall'Amministrazione finanziaria (a quanto pare adeguatamente circostanziate) tanto dalla propensione al “rischio” dei contribuenti.

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