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Formazione degli amministratori condominiali, che cosa fare per garantire qualità e non solo le tasche dei formatori?

Formazione degli amministratori condominiali, le associazioni si esprimano.
Avv. Alessandro Gallucci 

Dopo un primo giro di consultazioni con tutte le varie rappresentanze degli amministratori condominiali, il sottosegretario Ferri, negli scorsi giorni, ha comunicato nuove anticipazioni sul così detto regolamento ministeriale per la formazione degli amministratori condominiali.

Franco Pagani, Presidente di Confipi (confederazione italiana professionisti immobiliari), lo scorso 14 aprile – assieme al Vice presidente Paolo Caprasecca ed al presidente di Confassociazioni Angelo Deiana – ha incontrato il sottosegretario per avanzare le proposte della Confederazione.

Pagani esprime moderata soddisfazione in quanto alcune delle indicazioni emerse in quell'incontro sono state fatte proprie dal ministero; si pensi all'opportunità di non escludere dal novero dei formatori tutti quei soggetti, che pur privi di un diploma di laurea (es. amministratori diplomati, geometri, ecc.) per lungo tempo hanno formato, con profitto, molti degli amministratori oggi operanti.

Ferri ha accolto questa istanza, ma, dice Pagani, sebbene ciò dia soddisfazione, non può considerarsi sufficiente.

Confipi, che rappresenta un importante spaccato nel segmento immobiliare italiano, annovera tra le varie specifiche competenze e professionalità anche una cospicua componente delle associazioni e operatori del settore condominiale, auspica che la formazione degli amministratori condominiali sia improntata alla massima qualificazione e professionalizzazione dei futuri operatori del settore, senza cedere alle pressioni di chi vuole una regolamentazione tagliata su misura per i formatori di professione.

Abbiamo chiesto al dott. Sergio Gaglianese, vice Presidente Confipi con delega marketing e relazioni esterne e coord. territoriale sud e isole, ed all'avv.

Lorenzo Cottignoli, presidente di Laic, lega amministratori condominiali aderente a Confipi, un parere in merito alle indiscrezioni sul decreto formazione e che le ulteriori indicazioni della confederazione sulla materia.

Negli scorsi giorni Gaglianese ha interloquito direttamente con il sottosegretario Ferri esprimendogli anche le proprie aspettative personali sulla regolamentazione della materia. L'avv.

Cottignoli ci ha anche detto la sua, sul valore aggiunto rappresentato ad una confederazione come Confipi

"Dott. Gaglianese, alcune indicazioni di Confipi sono state accolte, ma secondo lei molte altre meriterebbero maggiore attenzione, ci spieghi meglio che cosa intende?"

Certamente Confipi grazie al generoso impegno del nostro Presidente Franco Pagani, portando avanti istanze provenienti dagli operatori del settore, ha ottenuto qualcosa in più sulla formazione, ma c'è ancora tanto da fare.

Personalmente nei giorni precedenti ho avuto un fitto scambio di tweet con il Sottosegretario alla Giustizia il dott Ferri, cercando di fargli giungere il messaggio che l'amministratore condominiale di nuova generazione ha bisogno di una formazione manageriale, non basata quasi interamente sul diritto, per come palesato dallo stesso sulle interviste apparse sul sole 24 ore.

Diciamo che negli anni taluni rappresentanti di organismi, ed anche associativi hanno fatto passare questo tipo di messaggio, erogando corsi basati per quasi l'80% sul diritto! Questo è accaduto, "forse", perchéa differenza dei molti Presidenti e dirigenti che si pongono al servizio dell'interesse della categoria e dei cittadini che fruiscono delle prestazioni dei propri iscritti alcuni, non hanno mai gestito uno studio di amministrazione immobiliare, oppure hanno pensato, e lo pensano ancor la grande opportunità che genererà la formazione obbligatoria...

Con questo, non voglio certamente sminuire il fondamentale apporto che danno gli esperti in materie giuridiche, anche nella formazione agli amministratori; essi rivestiranno sempre un ruolo importante ma non essenziale per strutturare una formazione completa ed organica in sintonia con quello che il mercato sempre più competitivo ed esigente richiede.

Auspico, che anche grazie a Confipi riusciremo a dare un'impronta tangibile al nascituro decreto della formazione, che tenga conto dalle istanze del settore immobiliare a 360°, strutturando una formazione manageriale basata su competenze di natura giuridica, tecnica, fiscale, amministrativa e contabile, di marketing, comunicazione, office management e management puro, non prescindendo dall'attestazione delle competenze, con formatori adeguati (cultura non è sinonimo di capacità a trasferire conoscenza).

E' necessario, quindi, qualificare prima di tutto i formatori cosiddetti “facilitatori”, i quali altrimenti diverranno “Complicatori”; il tutto per cercare di assottigliare sempre di più l'asimmetria informativa con l'utenza finale, accrescendo la reputation del gestore immobiliare.

Senza gli opportuni controlli, e sanzionando in modo serio coloro che in questa giungla che si sta scatenando, promettendo facili attestazioni anche mediante “corsetti” online (fatti salvi quelli erogati su adeguate piattaforme e supporto di verifica del percorso formativo che solo poche organizzazioni e associazioni sono in grado al momento di erogare) non riusciremo ad elevare la reputazione e la qualità degli amministratori condominiali.

Comprendo che ciò sia un compito arduo ed estremamente impegnativo per il nostro Presidente, ma grazie anche al Supporto del Vice Presidente Paolo Caprasecca e dell'intero board riusciremo a far dialogare prima di tutto le Associazioni di categoria, e non solo quelle aderenti.

Soltanto con un'azione coesa si riuscirà a far ottenere il giusto riconoscimento ad una figura importante della quotidianità del nostro paese. La coesione della categoria dei tassisti(evitando ovviamente estremismi non condivisibili) dovrebbe essere d'esempio a noi tutti che coesi si vince, ma se continuiamo ognuno ha tirare l'acqua al proprio mulino, pensando solo al proprio orticello non riusciremo mai ad ottenere nulla, e, la legge di riforma ne è la conferma il nostro motto dovrà essere “Condividi et Impera”!

"Avv. Cottignoli, nella sua qualità di Presidente di un'associazione di amministratori, la Laic, che cosa pensa dell'emanando regolamento sulla formazione?"

Ritengo che il futuro Regolamento dovrà tenere in considerazione il ruolo e la funzione delle Associazioni di categoria, un ruolo di fatto ordinativo del mercato, che ne garantisce le regole e la trasparenza, e una funzione sociale, che consente al cittadino di essere confortato sulla professionalità di un amministratore, anche in quanto esso appartiene ad un'Associazione, che ne cura il percorso costante, sia formativo sia di aggiornamento professionale.
E' relativamente importante, infatti, la determinazione che il Regolamento conterrà sul numero delle ore, o sulla tipologia delle materie trattate o sui requisiti curriculari dei formatori: tutti criteri tecnici e perfettibili, per i quali è apprezzabile la disponibilità del Ministro ad ascoltare la voce esperta di chi svolge attività formativa da sempre.

Rileva, invece, più di tutto, la scelta di campo, a favore della legalità e della trasparenza, che solo le Associazioni possono garantire, e che ci auguriamo che il Ministro voglia coraggiosamente intraprendere, contro il rischio di un mercato abbandonato a sè stesso, pieno di soggetti sconosciuti, incapaci di rappresentare alcuno, e privi di esperienza in materia, che illudono il cittadino di poter fornire - con prezzi civetta e inadeguati ad un contesto qualificato - un servizio adeguato e serio, teso alla crescita e alla tutela di una professione bella e difficile, come quella dell'Amministratore immobiliare.

"Avv. Cottignoli, Confipi, alla quale Laic aderisce, è una confederazione che associazioni che operano nel settore immobiliare e non solo di amministratori condominiali. Perché l'eterogeneità può rappresentare un valore aggiunto?"

Il valore aggiunto che Confipi, prima in Italia nell'ambito immobiliare, garantisce, è dato dalla sua stessa mission: consentire uno scambio virtuoso e positivo a chi ne partecipa, sia quanto alle esperienze, sia quanto alle risorse, sì da creare una condivisione e una prospettiva comune nella realtà delle professioni non regolamentate.

L'eterogeneità, inoltre, è sinonimo di confronto e di dialogo, e quindi di una visione non introspettiva, ma proiettata alla crescita, e alla crescita comune, delle realtà associative, che non possono così chiudersi in loro stesse, ma vengono stimolate continuamente a migliorarsi e a fornire un servizio e una tutela sempre migliore a chi ne partecipa.
Infine, ritengo che Confipi sia la naturale espressione della costante lotta al frazionamento e all'impoverimento del mercato dei servizi e della formazione ai professionisti, sia il frutto di scelte maturate e consapevoli che conducono Associazioni diverse e differenti a percorsi di condivisione di forze, di progetti, di idee.

Confipi è sicuramente il futuro di chi crede nelle Associazioni, non per nulla è una vera e propria Associazione di Associazioni, network e organismi di settore.

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