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Inadeguatezza dell'impianto di canalizzazione delle acque meteoriche: chi è responsabile?

Impianto non idoneo per la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane. Chi è responsabile?
Angelo Pesce 

Partiamo con una breve analisi sugli impianti di scolo delle acque meteoriche per gli edifici condominiali. Le grondaie e i pluviali svolgono l'importante funzione di raccolta delle acque meteoriche dalle coperture, permettendo il corretto deflusso verso la rete fognaria o direttamente nel terreno, senza compromettere le facciate da eventuali infiltrazioni.

Tale sistema di raccolta limita gli effetti di dilavamento dell'acqua sulla superficie esterna di un edificio, che ne comporterebbe il deterioramento, oltreché consistenti danni estetici di varia natura.
Senza costruire un idoneo sistema di raccolta, infatti, l'acqua scivolerebbe lungo le pareti, trascinando con sé detriti di ogni genere ed anche agenti fisici e chimici potenzialmente aggressivi, generando chiazze e striature molto visibili e provocando a lungo termine un'azione di danneggiamento e degrado per le finiture esterne, e talvolta anche la penetrazione dell'acqua in locali interni, attraverso i serramenti.

I criteri per la progettazione di un sistema di smaltimento delle acque piovane sono contenuti nella norma UNI 10724 ( Sistemi di raccolta di acque meteoriche - Istruzioni per la progettazione e l'esecuzione con elementi discontinui).

Senza entrare nel dettaglio, la norma indica le caratteristiche dei materiali, le soluzioni costruttive e le problematiche che il progettista e l'installatore devono considerare.

La norma indica anche il dimensionamento idraulico (dipendente dalla superficie del tetto o del solaio di copertura), il posizionamento dei pluviali, il loro fissaggio e le tecniche per assorbire le dilatazioni termiche.

La sezione dei canali di gronda nonché dei pluviali, è in funzione sia della superficie del tetto/solaio, sia del regime pluviometrico della zona di ubicazione.

I pluviali solitamente vengono montati all'esterno degli edifici oppure nascosti nello spessore dei muri in vani a loro destinati; possono presentare varie sezioni e sono costruiti in elementi da 1, 2, 3 m.; i giunti fra i vari elementi vanno sovrapposti nello stesso senso di caduta delle acque.

In virtù di queste regole tecniche e criteri di progettazione, un impianto di scolo delle acque piovane che non le rispetti, può causare danni alle unità immobiliari identificabili prevalentemente con infiltrazioni d'acqua e presenza di umidità relativa.

È il caso della sentenza della Cassazione, II sez. civile, n. 10195 del 30 aprile 2013, che ha ritenuto responsabile il condominio in toto per l'inadeguatezza delle canalizzazioni di smaltimento delle acque meteoriche.

Tuttavia, la stessa sentenza ha ritenuto solidalmente responsabile anche il proprietario esclusivo del lastrico solare, il quale risulta inadempiente per non aver realizzato i lavori di impermeabilizzazione dell'area di copertura, provocando lesioni all'inquilino del piano sottostante.

La consulenza tecnica d'ufficio ha individuato nella colonna pluviale e in tutto il sist ema di convogliamento delle acque piovane la ragione delle infiltrazioni di acqua negli appartamenti dei danneggiati, mentre il giud ice di merito, condannando il proprietario esclusivo del lastrico solare, ha indicato nelle carenze dell'impermeabilizzazione dell'area di copertura una concausa dei danni, senza tuttavia motivare sulla sussistenza dell'eventuale obbligo di svolgere interventi di isolamento dalle acque.

Alcuni importanti suggerimenti da ricordare
È importante tenere presenti alcune indicazioni relative agli impianti di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, comuni a tutte le tipologie edilizie, che andrebbero rispettate o comunque verificate (Tab. 1).

Il Tribunale di Roma condanna un condominio a distaccarsi dall'impianto fognario di proprietà esclusiva dello stabile adiacente.

La sostituzione dell'impianto di irrigazione con uno più moderno non è da considerarsi innovazione.

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