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Alberi di alto fusto in condominio: quali responsabilità?

Secondo la legge ed in base all'interpretazione giurisprudenziale, la piantagione di un albero di alto fusto non può avvenire senza rispettare alcuna regola.
Avv. Marco Borriello 

In molti fabbricati esistono delle aree verdi, private o comuni, in cui possono essere interrati degli alberi di alto fusto. Si sta parlando, quindi, di piante che, crescendo nel tempo, possono raggiungere delle dimensioni rilevanti.

Ciò avviene sia in altezza che in orizzontale, con tanto di rami, fogliame e frutti, non necessariamente, commestibili.

Inoltre, è risaputo che gli alberi di alto fusto sviluppano, altresì, le radici in modo consistente. Anche queste sono in grado di percorre metri in profondità e non solo.

Ebbene, avere degli alberi di alto fusto nel cortile condominiale o nel proprio giardino è una circostanza del tutto priva di rilievo da un punto di vista giuridico? Sul tema, quali sono le regole dettate dalla legge? Quali sono, quindi, le responsabilità che possono generare gli alberi di alto fusto?

Alberi di alto fusto: a quale distanza possono essere piantati?

In tema di alberi di alto fusto, la legge stabilisce che la pianta può essere interrata nel rispetto, però, di una distanza minima dal confine con la proprietà vicina "Chi vuol piantare alberi presso il confine deve osservare le distanze stabilite dai regolamenti e, in mancanza, dagli usi locali.

Se gli uni e gli altri non dispongono, devono essere osservate le seguenti distanze dal confine: 1) tre metri per gli alberi di alto fusto.

Rispetto alle distanze, si considerano alberi di alto fusto quelli il cui fusto, semplice o diviso in rami, sorge ad altezza notevole, come sono i noci, i castagni, le querce, i pini, i cipressi, gli olmi, i pioppi, i platani e simili (art. 892 cod. civ.).

In assenza, perciò, di un regolamento locale, se si vuole piantare un pino o un cipresso, tanto per fare degli esempi, bisogna interrarlo almeno a tre metri dal confine. In mancanza, il vicino (un privato oppure un condominio confinante) potrebbe chiedere ed ottenere l'estirpazione della pianta (Il vicino può esigere che si estirpino gli alberi e le siepi che sono piantati o nascono a distanza minore di quelle indicate dagli articoli precedenti (art. 894 cod. civ.)

Il codice civile, inoltre, prevede che la distanza minima possa essere ignorata in presenza di un muro divisorio. In tal caso, infatti, la pianta sarebbe "coperta", per così dire, dal manufatto.

Tuttavia, la predetta circostanza non eviterebbe che, per la crescita in altezza, in caso di superamento dell'albero, lo stesso possa essere sottoposto a cimatura a richiesta del vicino (In tema di distanze degli alberi dal confine, ai sensi dell'art. 892 c.c., è legittima e non affetta da ultrapetizione la sentenza del giudice di merito che, nel giudizio instaurato con domanda di sradicamento degli alberi posti a dimora dal confinante proprietario a distanza inferiore a quella legale, ordini al convenuto medesimo di mantenere le piante ad altezza non eccedente la sommità del muro di cinta, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 892 c.c. (Cass. n. 9280/2008)".

Il rispetto della distanza minima dal confine, però, non garantisce che l'albero di alto fusto sia privo di responsabilità per il suo proprietario. È necessario, infatti, gestire la crescita della pianta, sia per quanto riguarda i rami sia in relazione alle radici.

Alberi di alto fusto: cosa succede se i rami invadono la proprietà altrui?

Nel caso di un albero di alto fusto, seppur piantato nel rispetto della distanza minima dal confine prevista dai regolamenti locali o dal codice civile e sebbene vi sia un muro divisorio con il cespite adiacente, il proprietario deve fare attenzione ai rami che, propagandosi in orizzontale, invadono l'immobile del vicino.

In questo caso, infatti, bisogna adoperarsi per la potatura, a proprie spese "Quegli sul cui fondo si protendono i rami degli alberi del vicino può in qualunque tempo costringerlo a tagliarli, e può egli stesso tagliare le radici che si addentrano nel suo fondo (art. 896 cod. civ.)".

In caso contrario, anche mediante un'azione legale, il vicino potrebbe imporre la potatura dei rami e potrebbe richiedere gli eventuali danni provocati dall'inerzia del proprietario dell'invadente albero di alto fusto.

Si può pretendere la riduzione della lunghezza dei rami, mentre l'eliminazione completa degli stessi può essere pericolosa.

Alberi di alto fusto: cosa succede se le radici invadono la proprietà altrui?

A proposito delle radici degli alberi di alto fusto, è noto che possono propagarsi non solo in profondità, ma anche in orizzontale. Ciò potrebbe comportare dei problemi, in termini risarcitori, al proprietario della pianta.

Secondo la giurisprudenza, infatti, (vedasi ad esempio, la sentenza n. 1827/2020 della Corte di Appello di Roma), per quanto possa essere un evento naturale, non è legittimo che le radici dell'albero di alto fusto possano incunearsi nel fondo limitrofo senza alcuna conseguenza.

La legge, infatti, stabilisce che il proprietario dell'immobile invaso dalle radici altrui non è costretto a tollerarle, non deve erigere delle barriere per impedire l'intrusione e può tagliare le radici di sua iniziativa (ex art. 896 cod. civ.).

Ragion per cui, qualora dovessero provocare dei danni (si pensi alla rottura del manto stradale di una via adiacente), il proprietario dell'albero sarebbe tenuto a risarcirli.

Albero di alto fusto: dove piantarlo per la legge?

Secondo la legge ed in base all'interpretazione giurisprudenziale, la piantagione di un albero di alto fusto non può avvenire senza rispettare alcuna regola e non è priva di alcuna conseguenza per il suo proprietario.

Oltre a dover rispettare una certa distanza dal confine, la pianta deve essere gestita costantemente ed occorre potarla per evitare che cresca nell'immobile del vicino così come è fondamentale che non invada con le proprie radici il fondo limitrofo.

Solo, perciò, considerando tutti questi fattori, si può decidere dove piantare un albero di alto fusto. Ad esempio, in previsione della sua inevitabile crescita, lo si può interrare in una zona dove, nonostante il suo sviluppo, possa ampliarsi e propagarsi senza dare alcun fastidio, giuridicamente rilevante, al vicino.

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