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Mobilità elettrica. Le ESCO possono favorirne lo sviluppo a livello condominiale

Le ESCO possono occuparsi anche delle procedure per l'installazione delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici e della gestione degli accessi e dei pagamenti.
Angelo Pesce - Consulente Tecnico 

Non ci si affida alle ESCO soltanto per la gestione delle pratiche e degli interventi di efficientamento energetico di un immobile condominiale. Con il diffondersi della mobilità sostenibile, possono occuparsi anche delle procedure per l'installazione delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici e della gestione degli accessi e dei pagamenti.

La grande corsa sta per partire. Anche se il vero boom dell'elettrico ci sarà nel prossimo decennio, stando alle previsioni degli addetti ai lavori, entro il 2030 questi mercati saranno invasi dalle auto elettriche che raggiungeranno complessivamente ben 164 milioni di unità circolanti.

Di pari passo con la crescita del parco veicolare elettrico, è in aumento anche il numero dei punti di ricarica. In Europa, complessivamente, sono state installate 70.000stazioni di ricarica pubbliche.

Numero destinato a crescere significativamente nei prossimi anni grazie anche alla direttiva europea Dafi (Alternative fuel infrastructure directive), che a partire dal 2014 ha iniziato a indicare la giusta via a tutti gli stati membri con direttive mirate alla diffusione capillare di colonnine di ricarica su tutto il territorio europeo.

Per quanto riguarda il nostro Paese, le colonnine pubbliche presenti sul territorio sono circa 1.750, un numero ancora non adeguato per sostenere l'alimentazione di un parco crescente di veicoli elettrici. Tuttavia il mercato è in procinto di attraversare una fase di forte espansione. In questo contesto si inserisce l'opportunità di affidarsi alla ESCO.

Da tempo le Energy Service Company, studiano, realizzano ed eventualmente gestiscono interventi per ridurre i consumi energetici per conto di aziende, enti pubblici o privati cittadini con l'obiettivo primario di ottenere un risparmio attraverso la riqualificazione e l'efficientamento energetico di un immobile.

Le opportunità a zero rischi. Queste società si accollano i costi degli interventi tecnici necessari ad ottenere i risparmi energetici: l'utente viene esentato da qualsivoglia forma di investimento e non dovrà preoccuparsi di finanziare gli interventi migliorativi dei propri impianti.

Come contropartita, le ESCO si ripagano l'investimento ed il costo dei servizi erogati con una quota del risparmio energetico effettivamente conseguito grazie all'intervento: la differenza tra i costi in bolletta, prima e dopo i lavori di riqualificazione, spetta alla società (totalmente o in parte) per un periodo stabilito in fase contrattuale (solitamente dieci o quindici anni).

Le ESCO, però, si accollano anche tutti i rischi (sia finanziari che tecnici) che possono derivare da questa operazione, garanzia di fondamentale importanza per l'utente finale: nel caso in cui gli interventi migliorativi risultano tecnicamente inefficienti, sono le stesse società a ripagare i mancati guadagni.

Con l'approvazione della Direttiva sulla prestazione energetica in edilizia dello scorso aprile 2018 da parte del Parlamento Europeo e dello scorso maggio 2018 da parte del Consiglio Europeo, uno degli obiettivi prefissati è incentivare l'elettromobilità: i veicoli elettrici producono minori emissioni di carbonio e migliorano la qualità dell'aria, pertanto bisogna favorire la realizzazione di infrastrutture di ricarica, sia per gli edifici di nuova costruzione che per quelli oggetto di ristrutturazione e riqualificazione energetica; la nuova Direttiva impone l'installazione di almeno un punto di ricarica per veicoli elettrici negli immobili con aree pertinenziali destinate alla sosta di minimo 10 autoveicoli e il cablaggio dell'edificio con predisposizione all'installazione di infrastrutture di ricarica per i suddetti veicoli elettrici.

In Italia, con il D.Lgs. 257/2016 (Disciplina di attuazione della Direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi) entro il 31 dicembre 2020 dovrà realizzarsi un numero adeguato di punti di ricarica accessibili al pubblico per garantire l'interoperabilità tra punti già presenti e da installare, e, a seconda delle esigenze del mercato, che i veicoli elettrici circolino almeno negli agglomerati urbani e suburbani, in altre zone densamente popolate e nelle altre reti (città metropolitane, aree urbane che hanno sforato i limiti delle concentrazioni inquinanti negli ultimi tre anni, strade extraurbane, statali e autostrade).

Le ESCO propongono ai condomini, di occuparsi, delle pratiche burocratiche per le procedure di installazione dei punti di ricarica, gestire gli impianti, gli accessi e i pagamenti.

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Quindi, possono occuparsi della trafila burocratica nonché dell'installazione sulla superficie condominiale e della gestione degli accessi, sia per gli stessi condomini e sia per eventuali estranei, laddove l'assemblea condominiale decidesse di concedere l'uso dell'infrastruttura di ricarica anche agli esterni, con relativo introito per le casse condominiali.

Il costo di installazione può essere suddiviso fra i vari condomini utilizzatori dell'impianto (magari con un sovraprezzo sull'elettricità) o dal singolo condomino, laddove decidesse, quest'ultimo, di accollarsi l'intero costo dell'infrastruttura e la relativa gestione.

Altra opzione potrebbe essere quella che vede il condominio occuparsi direttamente dell'installazione (magari per tramite della ESCO) e concedere poi, nella fase successiva, la gestione ad un ente terzo con relativa contropartita. Soluzioni flessibili dunque, a seconda delle diverse esigenze.

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