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Quando l'amministratore di condominio diventa allenatore

Se i condominii fossero squadre, come pensate che affronterebbero la gara a chi fa meglio la raccolta differenziata?
Federica Riccardi - Dott.ssa in psicologia clinica e psicologia del lavoro 

E l'Italia non è ai mondiali. Siamo tutti tristi.

Perché il calcio fin da quando è nato ha unito le persone più della Santa Romana Chiesa. Il calcio e lo sport in generale mette d'accordo proprio tutti.

Gente di fazioni politiche opposte, persone che normalmente non si saluterebbero, gente proveniente da città differenti, mormoni e cattolici, bianchi e neri, uomini e donne, senatori e operai, professori e alunni.
Tutti.

Ivi compresi i vicini di casa che normalmente si scannano e i Presidenti Megagalattici di associazioni di categoria che non portano la stessa bandiera.

E da qui scatta la mia riflessione, che come al solito fantastica su possibilità fantascientifiche di un condominio pacifico in un'atmosfera rosea e pressoché surreale.

Ed anticipo che questo articolo si concluderà in un modo non convenzionale.

Lo sport coinvolge le persone in quanto crea un obiettivo comune: vincere.
E, anche, crea una identità condivisa: le persone si sentono ''la squadra''. E ci si sentono talmente che quando vengono promossi slogan come'' Giulietta era una zoxxxla '' i tifosi si sentono toccati dentro.

Paragonando tutto questo al mondo condominio, mi riesce facile immaginare che il condominio ''Cerimele'' diventi la squadra Cerimele Juventus e che l'antistante condominio ''Iris'' diventi la squadra Real Iris.

Domandone: se questi due condominii fossero squadre, come pensate che affronterebbero la gara a chi fa meglio la raccolta differenziata?

Probabilmente in maniera molto più accorata e passionale rispetto al semplice gettare la busta trasparente in un cassonetto, nel buio anonimo di una notte di mezza estate, tassativamente dopo le 20.00 e nei giorni prestabiliti.

In questo caso non vogliatemene, ma la mia ipotesi non si basa sul nulla. Vi illustro l'arcano.
Una squadra è formata dagli atleti e dall'allenatore, principalmente.
Tra i membri della squadra ci sono delle relazioni, che possono essere buone o conflittuali.

E ci sono dei ruoli.
poi c'è l'allenatore che fa tutt'altro che allenare la squadra per la mera performance fisica.

Un allenatore che si rispetti conosce molto bene le modalità di relazione che vengono a crearsi nella squadra e capisce molto bene e velocemente quali di queste possano essere nocive o profittevoli per il risultato della squadra.
Le squadre in generale, come quella del calcio in particolare, hanno una psicologia molto particolare che potremmo definire quasi come la struttura di base delle relazioni nella squadra e della squadra con l'allenatore.

Mi chiederete: e che c'entra con il condominio?
Immaginate che i condomini siano membri di una squadra, gli atleti per così dire. E che l'amministratore sia l'allenatore.
Ora, vediamo quali sono le fasi della formazione di una squadra ed il suo ''ciclo psicologico''.

La prima fase che affronta una squadra sul nascere è detta fase di forming: in questa fase tutti gli atleti funzionano come, ovviamente, individui singoli. Non si conoscono, sanno poco l'uno dell'altro, probabilmente hanno aspettative e immagini personali gli uni degli altri.

Non conoscono neanche l'allenatore ma attenzione! In questa fase i membri della squadra, proprio perché scompattati dipendono dalla figura dell'allenatore che fa un po da catarifrangente di dubbi e perplessità che aleggiano nel gruppo.

Riportando al condominio: nella fase di forming troviamo una serie di individui che sono andati ad abitare in un contesto abitativo. Non si conoscono, sanno poco gli uni degli altri e probabilmente si trovano a gestire l'oscuro dubbio: chi sarà il mio vicino? Potrò fidarmi? In questo contesto arriva il nostro buon amministratore, che raccoglie, con la sola presenza, tutti i dubbi e le ansie del gruppo, che lo vede come leader a cui chiedere e a cui affidarsi, se non altro perché non hanno rapporti gli uni con gli altri.

La seconda fase della squadra è lo storming: in questa fase si evincono le vere relazioni tra i membri del gruppo. Emerge l'ostilità, la simpatia, il conflitto e la collaborazione tra i vari membri del gruppo. Solitamente in questa fase i conflitti sono molto frequenti e ancora più spesso, la figura dell'allenatore che era prima investita di fiducia ora è oggetto di continui attacchi.

Riportando al condominio: questa fase si potrebbe definire la rottura dell'incanto che arriva insieme al nuovo amministratore. Tutti litigano con tutti, nessuno è d'accordo con nessuno e l'amministratore è il demonio sceso in terra mentre prima era visto arrivare in una nuvola di luce celestiale.
In questa fase molto delicata accade quindi che tutti i conflitti che il gruppo non può sostenere vengono proiettati su una figura esterna al gruppo. Il nostro amministratore.

La terza fase è la fase del norming, normalizzazione. Nella squadra i conflitti sono stati espressi, si sono risolti e sono successe due cose importanti: si sono stabiliti i ruoli e sono state condivise le regole.
Questo significa una cosa importante, che l'aspetto che prima era emotivo ( esacerbato dal conflitto) adesso è stato riportato su un piano razionale e quindi discutibile. I ruoli sono razionali e le regole condivise e vagliate dalla ragione.

Riportando al condominio: dopo il conflitto acceso bisognerebbe sedersi un attimo. E parlare.

Capire quali sono i motivi dei conflitti e quali sono i desiderata e le aspettative di tutti.

Una volta fatto questo, definire e chiarire i ruoli e le regole del gioco.
Nel condominio diventa molto difficile per un motivo molto semplice: mentre la squadra ha un obiettivo chiaro, una meta, un motivo, nel condominio questo è assente.

Di fatti in una squadra le persone si trovano li perché hanno, a priori, condiviso un obiettivo senza neanche conoscersi: giocare e vincere.

Nel condominio questo non si trova in quanto le persone si sono trovate vicine per caso e si trovano obbligate a fare gruppo.

La quarta fase è la fase di Performing: è la fase in cui la squadra da il meglio di se e mette in campo tutto il lavoro fisico e psicologico che ha fatto.

Riportando al condominio: potremmo dire che la fase di performing per il condominio potrebbe verificarsi in due momenti. Il primo, quello della prima assemblea utile dopo quella in cui si sono definiti i ruoli.

Il secondo, quello più esteso in cui i condomini mettono in pratica il lavoro psicologico fatto e le regole apprese, operando scelte più consone alle situazioni e prese in un clima non conflittuale ma basato sulla razionalità.

E dunque, dopo questa mini lezione si psicologia dello sport veniamo a capirci.
L'amministratore governa una squadra. A volte una squadra di matti, a volte una squadra di persone razionali e capaci di comprendere.
Ha quindi la possibilità di trovarsi di fronte a due contesti '''psicologici'': uno nel quale l'emotività e gli aspetti conflittuali prendono il sopravvento sul razionale ed un altro in cui si riesce a rimanere su un piano razionale. Il piano razionale ci consente di operare su più situazioni.

Con la razionalità si analizzano i problemi, tra questi si sceglie quali sono i più urgenti. Dopodiché si adottano le soluzioni razionalmente più congrue.

Potremmo definire il gruppo emotivo come '''gruppo terapeutico'', quello cioè dove vengono messi in campo alcuni vissuti e vengono poi elaborati ( nel migliore dei casi, ma non sempre l'epilogo è cosi felice).
Il gruppo razionale invece è un gruppo di lavoro, che è caratterizzato appunto da alcune peculiarità: i ruoli, le regole e…l'obiettivo!

Il piano razionale ci consente di operare su più situazioni. Con la razionalità si analizzano i problemi, tra questi si sceglie quali sono i più urgenti. Dopodiché si adottano le soluzioni razionalmente più congrue.

Ma come si fa a portare un gruppo di matti ad un gruppo razionale?

Come possiamo portare una assemblea da gruppo terapeutico a gruppo di lavoro?

Questa volta il mio articolo si chiude con una domanda, le cui risposte sono utili a tutti proprio sulla base della condivisione, e la domanda è:

Voi, come fareste?

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