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Marca da bollo sulla ricevuta di pagamento del canone di locazione

Marca da bollo sulla ricevuta di affitto, chi la paga? Qual è la misura della marca e perché è obbligatorio pagarla?
Avv. Alessandro Gallucci 

Il locatore che rilascia quietanza di pagamento del canone di locazione è tenuto ad apporre a questa ricevuta una marca da bollo?

Detta diversamente: è obbligatoria la marca da bollosulla ricevuta di pagamento dell'affitto?

Se sì, su chi grava il pagamento della stessa?

Torniamo alla marca da bollo sulla ricevuta di pagamento dell'affitto.

Marca da bollo, natura e funzione

Partiamo dal principio: la marca da bollo è quel particolare tipo di carta-valore utilizzato per assolvere alla così detta imposta di bollo, vale a dire l'imposta che si paga per atti documenti e registri specificamente individuati nel d.p.r. n. 642 del 1972.

L'imposta di cui stiamo parlando, non si paga solamente chiedendo la così detta marca da bollo.

L'art. 3, primo comma, d.p.r. n. 642/72, infatti, specifica che:

L'imposta di bollo si corrisponde secondo le indicazioni della tariffa allegata:

a) mediante pagamento dell'imposta ad intermediario convenzionato con l'Agenzia delle entrate, il quale rilascia, con modalità telematiche, apposito contrassegno;

b) in modo virtuale, mediante pagamento dell'imposta all'ufficio dell'Agenzia delle entrate o ad altri uffici autorizzati o mediante versamento in conto corrente postale.

L'imposta si paga sempre, ossia fin da quando l'atto è stato formato, rispetto a quei documenti indicati nella prima parte della tariffa allegata al d.p.r. n. 642/72, mentre solamente in caso d'uso per quelli indicati nella seconda parte della medesima tariffa.

Rispetto all'imposta di bollo, specifica l'art. 2, secondo comma, d.p.r. n. 642/72, «si ha caso d'uso quando gli atti, i documenti e i registri sono presentati all'ufficio del registro per la registrazione».

Così, ad esempio, sul contratto di locazione, che è atto che dev'essere registrato si paga l'imposta di registro e l'imposta di bollo nella misura di € 16,00 per ogni foglio (ossia 4 facciate, cfr. art. 9 d.p.r. n. 642/72). Si badi: se per il contratto di locazione da registrarsi il locatore ha aderito al così detto regime della cedolare secca, allora l'imposta di registro e l'imposta di bollo, ordinariamente dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione non devono essere corrisposte, essendo assorbite nell'imposta unica che, per all'appunto prende il nome di cedolare secca.

Ricevuta di affitto, diritto e non obbligo

Passando alle ricevute per il pagamento del dovuto in relazione al contratto di locazione, il primo elemento che dobbiamo evidenziare e che esse non sono obbligatorie ma devono essere rilasciate solamente su richiesta del conduttore.

Norma di riferimento è l'art. 1199 c.c., rubricato Diritto del debitore alla quietanza, il quale, al primo comma, stabilisce che «il creditore che riceve il pagamento deve, a richiesta e a spese del debitore, rilasciare quietanza e farne annotazione sul titolo, se questo non è restituito al debitore».

Ove il contratto preveda che all'atto del pagamento del canone di locazione debba essere rilasciata ricevuta da parte del locatore, allora non è necessario che il conduttore la richiesta ogni volta.

Si badi: quanto detto attiene ai profili civilistici del rapporto, fermi restando gli aspetti tributari che, specie in altri casi, rendono nei fatti superata quest'affermazione.

Sovente si ritiene che la ricevuta di affitto possa essere sostituita dall'attestazione di avvenuto bonifico ottenuta eseguita l'operazione.

Non è così.

L'attestazione dell'eseguito bonifico, altro non è che una dichiarazione dell'istituto di credito di avere eseguito l'operazione. Questa, però, non attesta che il destinatario l'ha ricevuta. Per assurdo (ma nemmeno tanto assurdo) potrebbe essere stato indicato un iban errato. Ecco, allora, che chiedere la ricevuta di affitto al locatore è sempre consigliabile, proprio per tenere tracciati i pagamenti e, specie nei rapporti di lunga durata, la regolarità degli stessi. La ricevuta, infatti, deve indicare anche la data in cui è stato effettuato il pagamento.

Marca da bollo sulla ricevuta di affitto

Una volta richiesta, la ricevuta dev'essere rilasciata e su di essa dev'essere apposta una marca da bollo nella misura di € 2,00.

Motivo? Ai sensi dell'art. 13 della prima parte della tariffa allegata al d.p.r. n. 642/72, sono soggette al pagamento dell'imposta di bollo fin dall'origine (ossia dalla loro formazione) le «quietanze rilasciate dal creditore, o da altri per suo conto, a liberazione totale o parziale di una obbligazione pecuniaria: per ogni esemplare».

L'imposta di bollo è assolta mediante l'utilizzo dei contrassegni telematici (le ex marche da bollo, rilasciate previo pagamento dalle tabaccherie) da acquistare in data non successiva a quella del rilascio della quietanza. Ciò vuol dire che se la ricevuta l'affitto è rilasciata in data 5, il contrassegno attestante il pagamento del bollo dovrà riportare al massimo data 5, mai successiva.

Il costo della marca può essere addossato al richiedente. E se la marca da bollo non viene apposta? Allora, in caso di controllo e sanzione, le parti interessate sarebbero tenute in solido al pagamento, salvo una particolare forma di ravvedimento operoso per chi ha ricevuto l'atto privo di bollo (cfr. art. 22 d.p.r. n. 642/72).

Nulla vieta che le parti possano accordarsi per il pagamento del bollo da parte del locatore; in tal caso è preferibile che tale accordo sia formalizzato.

Ricevuta spese condominiali e marca da bollo

(Registrazione della modifica del contratto all'agenzia delle entrate)

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