Comune condannato ad adottare un servizio di vigilanza contro la movida notturna per la lesione del diritto alla normale vita familiare dei residenti della zona.
Con una sentenza a dir poco innovativa (Tribunale di Brescia, sentenza 2621 del 26 settembre 2017), il giudice ha condannato il Comune di Brescia non solo al risarcimento del danno in favore della coppia proprietaria dell'immobile, ma ha imposto all'ente comunale di impiegare gli agenti per far sgomberare le persone rumorose dalla strada di sua proprietà. Analizziamo i fatti e chiariamo il profilo giuridico della vicenda.
=> Condannato il titolare del bar che impedisce il riposo del vicinato
La vicenda. I proprietari di un immobile sito nel centro storico convenivano in giudizio il Comune di Brescia poiché, a causa dell'apertura di numerosi locali notturni nella zona, centinaia di persone sostavano lungo la via a tarda notte schiamazzando e vociando.
Tali immissioni erano intollerabili, in quanto impedivano agli attori il riposo notturno e la possibilità di dedicarsi alle normali attività quotidiane, come guardare la televisione o leggere un libro.
Gli istanti si erano rivolti al Comune affinché adottasse i provvedimenti opportuni, ma la situazione era rimasta immutata.
Inoltre, a causa dell'intollerabilità della situazione, il loro immobile si era deprezzato e non era possibile alienarlo. Agivano, quindi, contro il Comune per ottenere:
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