Un recente sondaggio, rileva che gran parte dei proprietari di casa, ignora l'importanza del certificato di staticità dell'immobile e si dice alquanto preoccupato delle condizioni strutturali della propria abitazione; tuttavia, pochissimi quelli che hanno voluto approfondire le indagini conoscitive e circa la metà quelli disposti a spendere per la messa in sicurezza.
Cos'è il certificato di staticità. Ai sensi dei Decreti Ministeriali 15 maggio 1985 e 20 settembre 1985, il Certificato di idoneità statica di un edificio deve attestarne le condizioni di sicurezza delle strutture portanti secondo le norme previste al momento della sua costruzione; tale certificazione è propedeutica ai fini del rilascio dell'agibilità (laddove l'immobile fosse sprovvisto del certificato di collaudo statico) e deve essere sottoscritta da un tecnico professionista.
Perché il tecnico possa attestare l'assoluta sicurezza dell'immobile, egli dovrà compiere una serie di indagini conoscitive sulla tipologia delle strutture portanti (cemento armato, muratura, legno, acciaio, strutture miste, ecc.), sugli interventi che si sono susseguiti nel corso degli anni sulla costruzione (varianti, ampliamenti, sopraelevazioni, ristrutturazioni di grande portata, ecc.), ed eseguire veri e propri “saggi” in loco per conoscere la tipologia e le condizioni del terreno di fondazione, nonché i materiali impiegati nella costruzione e valutarne le resistente meccaniche; inoltre, dovrà accertarsi che non vi sia la presenza di cedimenti, fessurazioni, lesioni, assestamenti e, in caso contrario, prevedere gli interventi necessari a porre in sicurezza l'immobile.
Ricordiamo che il MIT, al fine di salvaguardare la sicurezza degli occupanti e del patrimonio edilizio esistente, ha proposto l'introduzione del certificato di staticità (inizialmente in forma volontaria), che vada ad affiancarsi alla certificazione energetica per i contratti di affitto e compravendita degli immobili; lo scopo è garantire la conoscenza dello stato di salute della costruzione che si sta acquistando.
Va sottolineato, inoltre, che ad oggi, con l'adozione del sismabonus, è possibile detrarre fino all'85% delle spese sostenute per eseguire interventi di miglioramento statico degli immobili e, novità del sismabonus 2018, detrarre il totale delle spese eseguite per la diagnosi sismica.
Dati allarmanti. In base ad un recente sondaggio eseguito da Immobiliare.it e rivolto agli utenti registrati (circa 6000), è venuto fuori un quadro abbastanza disarmante:
- il certificato di staticità dell'immobile, risulta del tutto sconosciuto a oltre il 70% degli utenti in cerca di una casa;
- ben l'84%, non ha mai approfondito le indagini sullo stato di salute del proprio immobile,
- il 60% è molto preoccupato della sua staticità.
Va detto però, che:
- il 50% degli intervistati è disposto a pagare i lavori di messa in sicurezza dell'edificio in cui vive, per non incorrere in situazioni di pericolo
- il 34,4% non baderebbe a spese,
- il 13,3% spenderebbe fino a 20.000 €,
- il 23,9% non supererebbe un tetto di spesa di 10.000 €,
- il 28,3% al massimo 5.000 €
Sulla base di questo risultato, dunque, solo un utente su tre ritiene importante conoscere la staticità dell'immobile al momento dell'acquisto; la situazione cambia nel momento in cui l'acquirente viene portato a conoscenza dello stato piuttosto precario dell'immobile: il 53% sceglierebbe un altro stabile nei dintorni per evitare situazioni di rischio.
In termini di costi, invece, il 52,9% ritiene che, in presenza di immobili danneggiati, il prezzo di vendita o il canone di locazioni, dovrebbero ridursi di oltre il 20% rispetto al valore di mercato.