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Cedolare secca, piace il regime fiscale di tassazione dei redditi da locazione

La misura introdotto nel 2018 riscontra il favore dei proprietari di alloggi, ma non solo, che decidono di concederli in locazione.
Redazione 

L'Agenzia delle Entrate, tramite la propria rivista on-line Fisco Oggi, dà i numeri sul regime della cedolare secca.

Dal 2018 ad oggi, si legge sul sito dell'ente, circa due milioni e mezzo di persone (2.558.000) hanno optato per il regime della cedolare secca.

L'Agenzia entra nel merito, sviscerando i numeri sia in relazione alla tipologia di beneficio, che guardando alle varie realtà regionali.

Cedolare secca, che cos'è?

Si tratta di una misura introdotta nell'ordinamento dal decreto legislativo del 14 marzo 2011 n. 23 recante Disposizioni in materia di federalismo Fiscale Municipale.

Recita il primo comma dell'art. 3: «in alternativa facoltativa rispetto al regime ordinario vigente per la tassazione del reddito fondiario ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, il proprietario o il titolare di diritto reale di godimento di unità immobiliari abitative locate ad uso abitativo può optare per il seguente regime».

Tale regime, specifica poi il successivo comma è stabilito «nella forma della cedolare secca, sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle relative addizionali, nonché delle imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione; la cedolare secca sostituisce anche le imposte di registro e di bollo sulla risoluzione e sulle proroghe del contratto di locazione».

La cedolare secca, dunque, è un'imposta sostitutiva di tutte le altre e misura a seconda dei casi il per le locazioni ad uso residenziale ordinarie, ovvero del 10% per quelle a canone concordato (l. n. 431/98 e successive disposizioni attuative).

La percentuale così indicata si calcola sul canone annuo complessivo, al netto degli oneri accessori.

Cedolare secca, i numeri dell'Agenzia delle Entrate

Dei due milioni e mezzo di contribuenti che hanno optato per il regime, sono stati così individuati:

  • 1milione 752mila colore che hanno optato per l'aliquota al 21%, per i canoni di locazione annui;
  • 793mila quelli che hanno scelto l'aliquota ridotta al 10% con contratti a canone concordato
  • più di 13mila i contribuenti che hanno percepito redditi derivanti da contratti di locazione-breve, cioè quelle locazioni di durata non superiore a 30 giorni annui.

La tassazione in esame, si legge, ha genera un introito di circa 2,7 miliardi di euro l'anno.

In una teorico podio delle regioni con più adesioni al regime della cedolare secca vediamo in testa la Lombardia, sono 432mila i contribuenti di quella regione che hanno optato per questo regime, seguiti da i proprietari del Lazio, quasi 290mila, per finire sul gradino più basso gli emiliani, che sono con più di 283mila.

Locazione e cedolare secca. Ecco le ultime precisazioni della Agenzia delle Entrate

Cedolare secca, come optare per il regime?

E' utile rammentare che si può scegliere il regime della cedolare secca alla registrazione del contratto o nelle annualità successive. Ciò può essere fatto

  • utilizzando i servizi telematici dell'Agenzia (software Rli o Rli-web)
  • presentando il modello Rli, debitamente compilato, allo stesso ufficio dove è stato registrato il contratto.

Per i contratti non soggetti ad obbligo di registrazione (durata annua complessiva non superiore a 30 giorni) la cedolare secca può essere applicata direttamente nella dichiarazione dei redditi.

Ricordiamo che per i contratti di locazione per negozi, siglati nel 2019 è stata prevista la possibilità di optare per il regime fiscale in esame, al momento della stipula, ovvero come specificato dalla stess Agenzia, anche in sede di rinnovo.

Opzione cedolare secca sempre possibile se non c'è attività d'impresa

Qui i numeri completi: Analisi statistiche - Dichiarazioni 2019 - Anno d'imposta 2018

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