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Bonus mobili. Scusate ci eravamo sbagliati. La prima “sorpresa” del Governo Renzi.

Il Bonus Mobili, previsto dal Piano Casa, subisce una imprevista battuta di arresto.
 

Essere troppo ottimisti non paga. Il Bonus Mobili, previsto dal Piano Casa, subisce una imprevista battuta di arresto. La norma che eliminava il vincolo tra spese per l'acquisto degli arredi e degli elettrodomestici e quelle per la ristrutturazione è stata stoppata dalla Ragioneria dello Stato e dal Quirinale. Resta il vincolo di non superare la spesa per la ristrutturazione edilizia. Tutto come prima.

Breve cronistoria. Nella prospettiva di rilanciare il settore del mobile e dell'elettrodomestico il Governo Renzi, aveva valutato la possibilità di concedere il bonus mobili anche se le spese per l'acquisto degli arredi e degli elettrodomestici superavano quelle per la ristrutturazione, purché il tetto massimo di spesa per i mobili sia di 10mila euro (vincolo introdotto dalla Legge di Stabilità 2014).

Nella bozza del decreto legge sull'emergenza casa il primo Consiglio dei ministri cancellava il vincolo in base al quale per le spese pagate nel 2014, l'importo dei mobili e degli elettrodomestici efficienti non può superare le spese della ristrutturazione connessa.

Facendo un esempio concreto se si spendevano per una ristrutturazione edilizia 3mila euro, era possibile spenderne 5mila per l'acquisto dei mobili.

La norma "saltata". Il primo tentativo di eliminare il vincolo fu fatto il c.d. decreto Salva Roma bis, ma cancellazione saltò con la mancata conversione in legge del decreto, e non venne e neanche riproposta nel decreto Salva Roma Ter.

Quindi si è deciso di riproporre la questione con il decreto-legge sull'emergenza Casa. La norma è la seguente: "fermo restando quanto previsto dai primi due periodi del comma 2 dell'articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, le detrazioni ivi previste spettano sulla base di una spesa massima complessiva non superiore a 10.000 euro anche nel caso in cui dette spese siano superiori a quelle sostenute per i lavori di ristrutturazione di cui all'articolo 16, comma 1, del citato decreto-legge n. 63 del 2013".

Lo stop. La disposizione, che eliminava il vincolo, non ha avuto il placet dalla Ragioneria dello Stato e del Quirinale prima della pubblicazione del decreto Casa sulla Gazzetta Ufficiale.

La Ragioneria da un lato ha precisato che non vi è la copertura finanziaria, mentre la Presidenza della Repubblica ha evidenziato che la medesima disposizione fu proposta precedentemente nel testo del decreto Salva Roma Bis ormai decaduto e non convertito in legge.

Siccome la reiterazione delle norme dei decreti legge è vietata dalla Corte Costituzionale, la Presidenza della Repubblica ha quindi respinto al mittente tale opzione. (Arrivano i bonus fiscali anche per i condomini. Ecco l'elenco dei lavori agevolabili)

La morale. Nel testo del "decreto Casa" non ci sarà la norma che elimina il vincolo tra spese per l'acquisto degli arredi e degli elettrodomestici e quelle per la ristrutturazione. Insomma, tutto come prima.

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