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Amministratore pretende “mazzetta” dal fornitore, che cosa fare?

Quando l'amministratore incassa le mazzette dal fornitore.
Avv. Alessandro Gallucci 

Nel mio condominio uno dei miei vicini è riuscito a dimostrare che l'amministratore chiede "mazzette" ai fornitori dei servizi.

Mi spiego meglio: da qualche tempo avevamo notato che a parte per qualche utenza (luce, gas, acqua), l'amministratore avesse l'abitudine di non pagare con assegno o bonifico i fornitori, ma di prelevare contanti dalla cassa condominiale.

Siamo riusciti a ricostruire i movimenti del conto e li abbiamo intersecati con i giorni dei pagamenti delle fatture di alcuni fornitori (falegname, fabbro, ecc. ecc.) e quello che ci è parso di concludere e che i prelievi siano stati eseguiti per pagare in contati.

Niente di illecito, per carità. Infatti per me la si poteva chiudere li. Un mio vicino, però, si è intestardito nel ritenere che in quel modo per l'amministratore fosse più semplice prendere dal fornitore la sua parte su quella fattura. Gli ho detto che era praticamente impossibile dimostrarlo, ma lui mi ha detto di lasciarlo fare.

Che cos'è successo, poi? Ha chiesto aiuto ad un suo amico artigiano che s'è presentato presso lo studio dell'amministratore per proporre i propri servizi. L'amministratore gli ha detto che ne avrebbe tenuto conto e quando l'artigiano gli ha detto che "gliene sarebbe stato riconoscente ogni volta", l'amministratore senza troppi giri di parole gli ha detto che avrebbe "apprezzato una riconoscenza pari al 5% della fattura pagata".

L'artigiano si era portato un registratore e quindi noi abbiamo potuto ascoltare tutto. Che cosa fare adesso?

Innanzitutto il fatto che con un fornitore si stesse per concludere un accordo in quel senso non vuol dire automaticamente che con gli altri - effettivi fornitori - l'amministratore si comporti in quel modo. Per avere la possibilità di affermare questo sarebbe quando meno necessario avere una conferma da parte dei vostri fornitori.

In ogni caso quella della "mazzetta, tangente, cagnotta" o come la si voglia chiamare (molti moralisti del settore preferiscono percentuale per la conclusione dell'affare) è questione, ahinoi!, nota e almeno nell'immaginario molto ricorrente, ma difficilissima da dimostrare. Niente di differente, in termini sostanziali, dalla corruzione.

Come il pubblico ufficiale prende una percentuale in caso di vittoria dell'appalto da parte della ditta (meglio proprio per favorire quella ditta), così l'amministratore condominiale prende una percentuale per far lavorare quell'impresa.

Piccolo particolare: sia il pubblico ufficiale che l'amministratore di condominio non sono intermediatori, ma organo della pubblica amministrazione e legale rappresentante della controparte del condominio.

Tuttavia, mentre per simili comportamenti posti in essere dal pubblico ufficiale esiste il reato di corruzione, per l'amministratore condominiale non esistono specifiche previsioni di reato.

Ciò non vuol dire che l'amministratore infedele non possa essere perseguito.

Dal punto di vista civilistico, laddove sia possibile arrivare alla dimostrazione di un accordo in tal senso tra amministratore e fornitore rispetto al contratto in essere, sarebbe possibile:

1) ottenere l'annullamento del contratto firmato dal legale rappresentate in conflitto d'interesse (art. 1394 c.c.);

2) procedere giudizialmente per chiedere la revoca dell'amministratore per gravi irregolarità nella gestione (al di là della possibilità di farlo per via assembleare);

3) chiedere il risarcimento del danno all'amministratore ha utilizzato il rapporto di mandato (ossia il contratto stipulato per compiere atti giuridici in nome e per conto di terzi) per propri fini.

Il complesso dei comportamenti, poi, dovrebbe essere attentamente esaminato per valutare la ricorrenza degli estremi del reato di truffa.

La storia del nostro lettore non è ancora chiusa e si sta evolvendo in questo modo: l'amico artigiano sta cercando di avere informazioni dagli attuali fornitori in merito alle prassi di quell'amministratore, molto noto nella sua città.

L'intenzione dei condòmini è quella di segnalarlo all'associazione di appartenenza una volta che siano in grado di dimostrare che la "mazzetta" non è uno sporadico caso determinato dalla condotta volutamente spregiudicata dell'amico artigiano, ma la consuetudine operativa di quell'amministratore.

Da non perdere: Come tutelarsi da un possibile amministratore truffaldino. e Cosa fare quando l'amministratore utilizza i soldi dei condomini per scopi personali

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