Non è raro che nelle aree esterne dei condominii si assista a perdite di acqua che affiorano in superficie, che lasciano intuire perdite dalle condutture idriche. Quando tali perdite comportano un aumento della bolletta dell'acqua, il condominio è legittimato ad una contestazione dell'importo oppure no?
La vicenda. Un condominio cita in giudizio la società addetta all'erogazione del servizio idrico eccependo la non debenza dell'importo indicato in fattura dalla convenuta che attesta un consumo d'acqua per l'importo di tredicimila euro.
A sostegno della domanda il condominio deduce che, in seguito all'accertamento compiuto da una ditta incaricata, era stata verificata la perdita occulta di acqua dalle tubature sotterranee che affioravano nel cortile e nei box.
In seguito a tal accertamento, un tecnico incaricato dalla società addetta all'erogazione del servizio idrico aveva constatato consumi idrici superiori alla media dei consumi del condominio.
Malgrado l'esito di tale valutazione il condominio riceve una fattura attestante l'importo complessivo del consumo d'acqua, ed immediatamente provvede a trasmettere alla società la documentazione attestante le perdite accertate chiedendo, di conseguenza, lo sgravio della bolletta a fronte della rottura della rete interna privata che aveva causato un aumento sproporzionato dei consumi.
La società che eroga il servizio idrico, si è costituita formulando domanda riconvenzionale e chiedendo al condominio la somma di oltre ventimila euro ribadendo che le perdite d'acqua si sono verificate nel cortile condominiale e che, pertanto, nessuna responsabilità dell'accaduto poteva esserle contestata.
Di conseguenza, alla luce di tale contestazione, chiedeva non solo il pagamento della bolletta originaria contestata dal condominio (dell'importo di tredicimila euro) ma anche di tutte le bollette successive mai pagate dall'ente di gestione.
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