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Classifica delle liti in condominio

Ecco la classifica delle liti in condominio generate dagli odori sgradevoli.
Redazione Condominioweb 

Gli odori condominiali sono sgraditi agli italiani. Ecco la classifica delle liti in condominio, generate dagli odori più odiati dagli italiani.

Gli odori più odiati dagli italiani. Un'analisi condotta dall'Associazione Nazional-europea degli Amministratori d'Immobili, sulla base delle segnalazioni dei suoi 13mila associati, ha evidenziato che a generare liti in condominio sono, tra i cattivi odori più frequenti, quelli di fritto, di spezie e di urina di animali.

Il presidente dell'ANAMMI, Giuseppe Bica, osserva: "È un dato storico che il primo motivo di lite tra condomini siano le cosiddette immissioni, ovvero rumori e odori. E proprio questi ultimi rappresentano la lite di più complessa definizione ".

Classifica degli odori per cui si litiga. Infatti, su 67mila consulenze che l'associazione ha fornito in tutta Italia, ben 20mila hanno riguardato controversie relative ai cattivi odori, percepiti negli spazi comuni o negli appartamenti. L'Associazione, pertanto, ha stilato una vera e propria classifica degli effluvi a causa dei quali i condòmini italiani giungono facilmente alla lite.

Spezie e fritto in cima alla classifica. La classifica presenta, sul podio, gli odori di cucina. Tale macrocategoria, con in testa gli aromi speziati e l'odore di fritto, ritenuti insopportabili, danno luogo a circa il 35% delle liti.

Il presidente dell'associazione, a tal proposito, precisa che la rissa ha origine per l'assenza di un adeguato impianto di aerazione, mentre sarebbe sufficiente, a evitarla, un intervento tecnico sulla canna fumaria.

Odori legati alla presenza di animali. Gli odori legati alla presenza di animali rappresentano il 30% delle liti, con l'urina del gatto o del cane come motivazione più menzionata.

Inoltre, non si può scordare la lamentela per l'incuria di chi ha reso la propria casa più accogliente dell'arca di Noè.

È ancora Bica a osservare: "È vero che la riforma del condominio consente di ospitare animali da compagnia ma senza dimenticare le normali norme igieniche e le necessità di una civile convivenza".

Il cane sporca. Condannato il padrone per mancata pulizia del recinto.

Fumi di attività commerciali, fogne e detersivi. Occupano il terzo posto, con il 15% delle citazioni, i fumi di attività commerciali che operano nello stesso complesso condominiale. Si tratta di un ristorante, come di un'officina o della bottega di un artigiano che impiega vernici e solventi.

Il 12% delle segnalazioni indica il problema delle esalazioni provenienti dalle fogne o dalle cantine, che rappresenta un problema da non sottovalutare. "Anche in questo caso, il problema è chiaramente tecnico - afferma Bica - e va affrontato con l'aiuto dell'amministratore".

Persino il detersivo impiegato nelle faccende domestiche è causa di lite tanto è vero che scatena l'8% delle discussioni.

Risoluzione delle controversie. L'articolo 844 del Codice Civile stabilisce che " l'immissione non può essere impedita a meno che non superi la normale tollerabilità, rilevata nel contesto di riferimento".

Nonostante ciò, risulta complicato definire il confine tra ciò che è tollerabile e ciò che, invece, non lo è, soprattutto quando si tratta di odori.

Pertanto, non resta che seguire il consiglio del presidente dell'associazione: "meglio trovare una soluzione amichevole e cercare di essere tolleranti. In questo, le capacità negoziali dell'amministratore sono fondamentali.

La soluzione ideale, infatti, consiste nel sanare la situazione prima che i rapporti tra i vicini peggiorino". Si raccomanda soprattutto di evitare di intraprendere una vera e propria guerra contro gli odori da cucina etnica, affermando: "Ci troviamo spesso di fronte a condòmini che non sopportano le spezie, ma poi cucinano i cavoli alle 7 del mattino.

Laddove la canna fumaria sia funzionante, il consiglio migliore è di usare il buonsenso e, magari, di organizzare una cena in condominio, con pietanze etniche e non. È il modo migliore per conoscere e rispettare la cucina dell'altro".

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