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fabrizio70

Dissociazione da liti condominiali

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Un caro saluto a tutti,

in breve vi riassumo il mio problema, chiedendo, nel contempo, un Vs cortese parere al riguardo:

 

9 anni fa il mio condominio decise di resistere ad una citazione di un comproprietario.

Mi dissociai formalmente , a verbale, dal contenzioso insieme ad altri condomini.

Scrissi una ulteriore lettera entro 30 gg. successivi in cui rafforzai la mia dissociazione per quel contenzioso

ed anche per ogni potenziale conseguenza in ordine ad eventuali altri liti da esso derivanti.

 

L'amministratore, dopo circa sette anni, cominciò a chiedere spese legali.

Alle mie rimostranze, rispose dapprima che non era possibile dissociarsi da liti e poi, una volta

smentita tale circostanza, che la dissociazione non era giuridicamente valida se non corroborata da

ulteriore dissociazione pervenuta, a suo tempo, per lettera raccomandata 30 gg. dopo ricezione del verbale (per i presenti all'epoca).

 

Avendo io espletata, come detto, anche tale formalità, unitamente ad altri, dopo altri due anni, mi sono state richieste

spese legali non più per quel contenzioso, ma per l'appello che il condominio, a maggioranza, decise di fare nei confronti della sentenza della causa per cui mi ero dissociato.

 

Ovviamente l'amministratore sostiene di aver già pagato la fattura all'avvocato dell'epoca. Ho visionato la contabilità e non esiste un preavviso di parcella indicante la cronologia delle udienze che avrebbero portato a detto pagamento, effettutato, quindi, su mera indicazione quantitativa del legale.

 

Quello che vi chiedo é: a vostro avviso debbo pagare spese legali, dopo nove anni, richiestemi a titolo di una causa di appello nei confronti di una sentenza per cui mi ero regolarmente dissociato e peraltro con una ulteriore lettera, come sopra indicato, in cui ben specificavo una mia potenziale dissociazione dalle potenziali conseguenze giuridiche future derivanti dal contenzioso stesso da cui prendevo le distanze.

 

Inoltre, per la causa di appello per cui vengo chiamato oggi a pagare, esiste anche la mia formale dissociazione a verbale.

 

So di per certo che esistono sentenze che avvalorano la sola dissociazione a verbale come causa sufficiente per una valida dissociazione, senza la pretesa di una ulteriore notifica all'amministratore entro i 30 gg. successivi.

 

Che fareste voi al posto mio?

 

Grazie per l'attenzione

 

Fabrizio

Correttamente non hai pagato nessuna spesa legale per il primo grado di giudizio.

 

Per l'appello (votato a maggioranza dall'assemblea) avresti dovuto notificare ancora la tua dissociazione e non vale il dissenso che hai potenzialmente e prventivamente posto ante votazione per il secondo grado di giudizio.

Il dissenso a verbale di assemblea può anche essere ritenuto valido ma deve essere chiaro il riferimento all'art. 1132 e non deve essere confuso con il semplice NO alla delibera. A te cosa è stato verbalizzato ? il dissenso con riferimento all'art. 1132?

 

In ogni caso al tuo posto chiederei copia delle fatture dell'avvocato dove si evince a cosa sono riferite le spese, se al primo grado o all'appello.

Ma l'indirizzo giurisprudenziale secondo il quale l'art. 1132 c.c. non si applicherebbe alle liti interne, lo ritenete ormai superato? Perchè se così non fosse, nel caso in questione non varrebbe il dissenso alle liti.

Intanto grazie per le risposte, anche se mi sono reso conto di esser stato eccessivamente prolisso.

 

La dissociazione da me espressa a verbale, per la decisione di fare ricorso avverso la causa per cui mi ero già dissociato formalmente a verbale e per lettera raccomandata successiva, é stata da me espressa, anche in quella circostanza, a verbale, durante l'assemblea.

 

L'amministratore attuale si attacca alla mancanza di una mia successiva lettera raccomandata attestante , nuovamente, la mia dissociazione (come detto espressa già nel verbale assembleare).

 

Le fatture ci sono, ma sono una sorta di forfet in quanto non indicano in maniera analitica il credito vantato dai legali nei confronti del condominio e non vi é traccia di preavviso di parcella.

 

L'amministratore, per inciso, fa questo per alleviare l'onere dei pagamenti dei diretti responsabili che, a suo tempo, condussero il condominio nello stato litigioso in cui versa. In particolare, vi é una famiglia, nello stabile, che ha oltre seicento millesimi e, di conseguenza, situazioni come quella descrittavi, sono all'ordine del giorno in quanto vi é un palese atteggiamento servile dell'amministratore verso questa famiglia.

 

Cosa fareste voi al mio posto?

 

Grazie

 

Fabrizio

Ma l'indirizzo giurisprudenziale secondo il quale l'art. 1132 c.c. non si applicherebbe alle liti interne, lo ritenete ormai superato? Perchè se così non fosse, nel caso in questione non varrebbe il dissenso alle liti.

Il mio pensiero personale è:

non è mai esistito questo indirizzo giurisprudenziale, o perlomeno non con il significato che alcuni facendo copia ed incolla di commenti vari ed estrapolando un concetto da una sentenza molto più complessa ed articolata gli hanno voluto attribuire, non so se in buona o cattiva fede.

 

- - - Aggiornato - - -

 

Intanto grazie per le risposte, anche se mi sono reso conto di esser stato eccessivamente prolisso.

 

La dissociazione da me espressa a verbale, per la decisione di fare ricorso avverso la causa per cui mi ero già dissociato formalmente a verbale e per lettera raccomandata successiva, é stata da me espressa, anche in quella circostanza, a verbale, durante l'assemblea.

 

L'amministratore attuale si attacca alla mancanza di una mia successiva lettera raccomandata attestante , nuovamente, la mia dissociazione (come detto espressa già nel verbale assembleare).

 

Le fatture ci sono, ma sono una sorta di forfet in quanto non indicano in maniera analitica il credito vantato dai legali nei confronti del condominio e non vi é traccia di preavviso di parcella.

 

L'amministratore, per inciso, fa questo per alleviare l'onere dei pagamenti dei diretti responsabili che, a suo tempo, condussero il condominio nello stato litigioso in cui versa. In particolare, vi é una famiglia, nello stabile, che ha oltre seicento millesimi e, di conseguenza, situazioni come quella descrittavi, sono all'ordine del giorno in quanto vi é un palese atteggiamento servile dell'amministratore verso questa famiglia.

 

Cosa fareste voi al mio posto?

 

Grazie

 

Fabrizio

Però non hai risposto alla domanda. La tua non volontà a proseguire con l'appello e verbalizzata in assemblea è stata formalizzata come voto contrario oppure facendo esplicito riferimento all'art. 1132??

Se non hai fatto esplicito riferimentoe non hai poi inviato lettere successiva entro i 30 giorni allora ha ragione l'amministratore: devi pagare le spese di appello.

 

Cosa farei io al tuo posto?

Chiederei dettaglio preciso e puntuale direttamente all'avvocato di quelle che sono le spese del primo grado e di quelle che sono le spese di appello.

 

Ciao

Concordo in pieno con Conrad!

Chiedi (direttamente o per il tramite dell'amministratore) all'avvocato il dettaglio delle prestazioni cui si riferisce ogni fattura, con specifica del grado di giudizio per il quale l'attività è stata svolta.

Domanda ulteriore: i bilanci che da 2 anni ti vedono inserito nella colonna corrispondente a tale spesa sono stati approvati e mai impugnati?

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