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Schiava delle pulizie condominiali. Condannata pensionata che puliva le scale condominiali con candeggina

Condannata la pensionata che puliva ogni giorno scale e pavimenti condominiali con candeggina senza arieggiare, esponendo i vicini all'inalazione di sostanze tossiche.
Ivan Meo 

Condannata una pensionata maniaca della pulizia. Nel timore che il proprio cane si ammalasse, puliva ogni giorno scale e pavimenti condominiali con candeggina senza arieggiare, esponendo i vicini all'inalazione di sostanze tossiche.

Pulire, sempre e solo pulire. Maniaca dell'igiene e ossessionata dalla paura che il proprio cane potesse ammalarsi, una pensionata di 75 anni, dal mese di aprile del 2006 tira a lucido ogni giorno scale e pavimenti condominiali con ammoniaca e candeggina senza, peraltro, premurarsi di aprire porte o finestre per arieggiare in maniera adeguata i locali.

(A chi affidare il servizio di pulizia della scale condominiali per evitare d'incorrere in sanzioni?)

A nulla sono valsi i reiterati appelli al rispetto delle regole avanzati nei confronti della signora dall'amministratrice del condominio, sito in via Leopardi, a Casalserugo, in provincia di Padova. Infatti, la malsana abitudine dell'anziana "igienista" di ostinarsi quotidianamente nella pulizia delle aree comuni con sostanze tossiche non si è fermata neanche dopo la querela di una vicina di casa.

Scatta la denuncia. La denuncia parte da una vicina di casa di 49 anni, affetta da una preoccupante forma di asma bronchiale, che lamenta il progressivo aggravamento delle sue condizioni di salute appunto a causa della prolungata esposizione alle sostanze tossiche.

La donna, che assume un farmaco con funzioni di broncodilatatore cortisonico, era riuscita ad evitare di prenderlo soltanto in occasione dell'alluvione del 2010, in quanto il condominio era rimasto aperto per i lavori di ripristino.

(Caduta a causa del pavimento bagnato, risarcimento danni)

Si arriva in Tribunale. Dopo una lunga serie di liti condominiali, si è giunti finalmente all'epilogo del processo con la sentenza del Tribunale di Padova che ha assolto la pensionata dall'accusa più grave, quella di lesioni colpose (per la quale la pubblica accusa aveva sollecitato tre mesi di reclusione), ma l'ha condannata ad un'ammenda di 200 euro per getto di sostanze pericolose e al risarcimento della vicina con una somma di cinque mila euro.

Evidentemente il giudice non ha ravvisato il nesso causale tra la prolungata esposizione della vicina alla varechina e all'ammoniaca e l'aggravamento delle sue condizioni di salute. In ogni caso le contendenti si ritroveranno ancora in tribunale dal momento che un nuovo procedimento penale, questa volta con l'accusa di molestie, le vede coinvolte.

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