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La casa «verde» rimane imbrigliata nei lacci della burocrazia.

Efficienza energetica, in attesa di una serie di decreti.
Ivan Meo 

Molte Direttive Europee sull'efficienza energetica rimangano al "palo" in attesa di una serie di decreti attuativi ancora da varare.

Quanta energia spreca la burocrazia? Spesso lo sviluppo delle energie rinnovabili e l'efficienza energetica sono ostacolati da innumerevoli e inconcepibili ritardi, imbarazzanti inadempienze burocratiche e norme ambigue, quando non addirittura oscure, che compromettono, per il nostro paese, la possibilità di cogliere delle chance per la crescita del patrimonio energetico sostenibile.

Proprio lo spreco energetico causato dalla burocrazia è stato l'argomento di una recente conferenza stampa tenutasi al Senato in questi giorni a cui hanno partecipato non solo esponenti politici ma alcuni responsabili di associazioni del settore energetico.

Puntualmente in ritardo. Gli analisti energetici in collaborazione e con il coordinamento degli operatori delle rinnovabili, hanno redatto un dossier di estremo interesse poiché evidenzia tanto i vuoti quanto le incongruenze normative, che impediscono lo sviluppo della green economy italiana.

È stato rilevato che, negli ultimi due anni, nonostante siano state adottate preziose Direttive Europee non solo sul versante delle energie rinnovabili ma anche su quello dell'efficienza energetica, esse necessitano, per la piena attuazione, di una serie di Decreti Attuativi, che vengono emanati... "puntualmente in ritardo".

Di conseguenza i comparti industriale ed edilizio restano privi di strumenti e la loro attività viene del tutto bloccata.

Mancano i provvedimenti. Si può constatare, purtroppo, che attualmente mancano nell'ambito dell'efficienza energetica:

  • due provvedimenti relativi alla cogenerazione e al conto termico;
  • otto al settore delle altre rinnovabili elettriche non fotovoltaiche.

Tutto questo non fa che rendere altamente incerti investimenti programmati con capitali interamente privati a vantaggio del Paese.

Le aziende, infatti, hanno bisogno di certezze almeno a medio termine piuttosto che di misure che vengano rinnovate annualmente, come accade ormai per gli eco bonus per le riqualificazioni energetiche, la cui proroga è sempre decisa all'ultimo secondo.

Ginepraio normativo. Non solo ritardi e incertezze rappresentano un ostacolo allo sviluppo energetico sostenibile bensì anche la difficoltà dei regolamenti. Ne rappresenta un esempio emblematico la definizione della metodologia di calcolo per le prestazioni energetiche negli edifici.

Secondo Livio De Santoli, delegato per l'edilizia e per le politiche energetiche della Sapienza Università di Roma e Presidente AiCARR, ha spiegato che "il Decreto Legislativo del 19 agosto 2005, n. 192, con cui l'Italia ha attuato la direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia, ha creato un panorama normativo unico in Europa, comportando definizioni, regole e standard differenti da Regione e Regione".

Come è facile comprendere, l'assenza di un quadro omogeneo comporta, all'interno di ogni amministrazione locale, la più assoluta anarchia e mancanza di uniformità di trattamento per gli operatori.

Ulteriori ritardi. Sempre a proposito dell'efficienza energetica, siamo ancora privi dei provvedimenti attuativi per le "Prescrizioni e requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici" e per l'aggiornamento modalità di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici.

Inoltre, avviene con sempre maggiore frequenza che gli enti che devono emanare le norme tecniche elaborino interpretazioni personali di provvedimenti, uscendo dai confini della stessa legge.

Basti pensare al ritardo nell'emanazione del Decreto di aggiornamento dei regimi di sostegno per la produzione delle Fer elettriche per il periodo 2016-2020 (previsto espressamente dal D. Lgs. 28/11) o a quello del D.Lgs 28/11, che prevedeva venisse emanato entro il 29 giugno 2011 un DM per la semplificazione dei procedimenti per le piccole istallazioni e le pompe di calore, oggi soggette a procedure inutilmente complesse, e soprattutto difformi a seconda della Regione.

Meglio tardi che mai. Il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente, forse consci di questa situazione, hanno finalmente istituito la cabina di regia per l'efficienza energetica, al fine di coordinare le diverse misure e interventi di efficienza energetica. Le modalità di funzionamento della cabina di regia sono individuate da un decreto interministeriale firmato il 9 gennaio 2015.

Speriamo bene…non ci resta che attendere.

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