#1 Inviato 17 Luglio, 2014 Buon giorno, sono nuovo del forum appartengo alla schiera dei Condòmini che sono sottoposti all'imminente obbligo/balzello della installazione di ripartitori di consumo energetico. Abito in un condominio di cinque piani oltre il piano terra (non abitato, adibito a cantine, garage) ed il mio alloggio è al quinto piano. Il palazzo è stato costruito nel 1959, con copertura del tetto a travi in legno, coppi, senza alcuna forma di isolamento. Al momento della costruzione i termosifoni sono stati "calibrati" come dimensione con un numero maggiore di elementi radianti, man mano che si passava dai piani bassi agli ultimi piani (due alloggi del quinto), per riuscire a dare un confort termico simile ad ogni piano. Nonostante questo correttivo numerico, agli ultimi piani da anni abbiamo temperature invernali più basse anche di tre gradi (esempio 20 al quarto piano e 17-18 al quinto). Negli anni recentissimi la caldaia che, attraverso diverse colonne montanti, serve tutti gli appartamenti (riscaldamento centralizzato), è stata sostituita ed è del tipo che consente la massima efficienza energetica ed il miglior risparmio, così come sono state installate le valvole termostatiche. Vero è che agli ultimi piani non ci si può discostare dall'apertura delle valvole ai numeri 4 per ottenere il confort termico normale. Nel mio appartamento, a seguito di manutenzione straorinaria approfondita, l'anno scorso ho sostituito integralmente tutti i termosifoni, sempre in ghisa come i precedenti, e la resa appare migliore; ho poi rivisto i bagni in cui sono stati applicati scaldasalviette con funzione di termosifone, al posto dei tradizionali, aboliti, con un sistema di sonda elettrica aggiuntiva che può essere attivata nelle ore in cui il riscaldamento non è in funzione. Ora veniamo alla installazione dei ripartitori: è evidente che il ripartitore di consumo al quinto ed ultimo piano segnalerà consumi assai superiori rispetto ai piani intermedi, dovendosi calcolare l'enorme dispersione di calore dal solaio, che in inverno è poco più che a temperatura esterna. Nel nostro caso non si può liquidare il discorso con la risposta "ti sei scelto l'ultimo piano e adesso paghi" perchè l'affermazione è falsa, farisaica ed ipocrita, in quanto, essendo iniziata la costruzione come cooperativa edilizia, i soci di allora hanno estratto a sorte da un cappello i cognomi ed in ordine di estrazione tutti hanno scelto i piani intermedi rimanendo gli ultimi estratti relegati ai piani disagiati. Quindi, volendo, sono gli altri, oggi ai piani intermedi (o soggetti subentrati per acquisto) che hanno potuto scegliere, quanto conveniva loro e non viceversa. Ho sentito dire che sarebbe utile una "diagnosi energetica", ma è chiaro che chi abita ai piani intermedi in assemblea ha tutto l'interesse a dire che è un costo superfluo; è obbligatoria o no? Esistono veramente, senza la diagnosi energetica (con i relativi rimedi suggeriti) delle possibilità di applicare coefficienti di correzione sensati con i software impiegati per gli ultimi piani? Nel caso degli scaldasalviette a funzionamento misto, come viene risolto il problema di non confondere il calore prodotto con energia elettrica da me già pagata individualmente con il calore da acqua della caldaia? E' ovvio che non mi si può rispondere che non devo più usare la sonda ed abolirla, oppure limitarmi ad attivarla nei periodi di inattività della caldaia condominiale, perchè la funzione è quella, nei periodi freddi, di consentire il riscaldamento dei bagni in orari più precoci rispetto allo standard condominiale per chi al mattino si alza molto presto e deve lavarsi e spogliarsi in locali altrimenti freddi. Quanto costa una diagnosi energetica per un singolo appartamento e quanto per un condominio di dieci alloggi, come descritto? Se venisse suggerita la coibentazione del solaio, potrebbe la maggioranza opporsi e quindi vanificare lo sforzo di chiarire le cause e le responsabilità della dispersione all'ultimo piano, dato che il solaio è di tutti? Grazie!
#2 Inviato 17 Luglio, 2014 Rileggendo il testo ho trovato alcuni "é ovvio" ... "é evidente" ... dove ovvietà ed evidenze proprio non ce ne sono. Suggerisco di affrontare la questione con maggiore morbidezza di spirito.
#3 Inviato 17 Luglio, 2014 ..... essendo iniziata la costruzione come cooperativa edilizia, i soci di allora hanno estratto a sorte da un cappello i cognomi ..... Ho sentito dire che sarebbe utile una "diagnosi energetica"... Esistono veramente, senza la diagnosi energetica (con i relativi rimedi suggeriti) delle possibilità di applicare coefficienti di correzione sensati con i software impiegati per gli ultimi piani? ... Quanto costa una diagnosi energetica per un singolo appartamento e quanto per un condominio di dieci alloggi, come descritto? Se venisse suggerita la coibentazione del solaio, potrebbe la maggioranza opporsi e quindi vanificare lo sforzo di chiarire le cause e le responsabilità della dispersione all'ultimo piano, dato che il solaio è di tutti? Grazie! Se è vero che, in generale, con la "vecchia" ripartizione a millesimi, gli appartamenti centrali hanno sempre pagato un po' di più andando a compensare quanto non imputato agli appartamenti con maggiori dispersioni, è altresì vero che la cooperativa fa storia a sè. A chi si è liberamente scelto un attico per godere di alcuni vantaggi (vista migliore, luminosità, assenza di calpestio sopra la testa ecc.) occorre contrapporre la situazione di residenti in cooperativa che non hanno avuto la possibilità di scegliere l'appartamento, in quanto l'assegnazione avviene tramite sorteggio. Non riterrei pertanto errata una modifica alle normative tecniche (UNI 10200) o ai regolamenti condominiali, per prevedere un metodo di riparto delle spese specifico per le cooperative. Per la loro natura, anzi, un coefficiente correttivo porterebbe la suddivisione delle spese in linea con i principi che sono alla base di questa particolare forma di edilizia. In ogni caso ricordo che il Decreto Dirigenziale approvato dalla Regione Lombardia in giugno 2014 contempla la possibilità, per l'assemblea di condominio, di valutare l'applicazione di fattori correttivi. Sicuramente la diagnosi è importante e può dare suggerimenti interessanti per la coibentazione, ad esempio, del sottotetto. Suggerirei di chiedere uno o più preventivi a professionisti termotecnici abilitati (ad esempio, ma non solamente: http://www.antainrete.org). Esistono anche sistemi poco costosi e poco invasivi per migliorare la coibentazione e il comfort dall'interno dell'appartamento, per raggiungere quel grado di temperatura in più che consentirebbe un risparmio del 6-7% circa sulle spese.
#4 Inviato 17 Luglio, 2014 Rileggendo il testo ho trovato alcuni "é ovvio" ... "é evidente" ... dove ovvietà ed evidenze proprio non ce ne sono.Suggerisco di affrontare la questione con maggiore morbidezza di spirito. Lo spazio che si occupa sui forum credo, penso, mi pare probabile, non "è ovvio", debba servire a far comparire contenuti che arricchiscano le conoscenze altrui; Le sarò grato di farmene partecipe.
#5 Inviato 17 Luglio, 2014 ringrazio "supporto Brunata" per i contenuti della risposta e per l'indicazione sulla determina dirigenziale, anche se la mia Regione è il Piemonte; se potesse indicarmi gli estremi della medesima me la leggerei con interesse.
#6 Inviato 17 Luglio, 2014 ringrazio "supporto Brunata" per i contenuti della risposta e per l'indicazione sulla determina dirigenziale, anche se la mia Regione è il Piemonte; se potesse indicarmi gli estremi della medesima me la leggerei con interesse. Decreto 5027 dell'11 giugno 2014.