I disagi in condominio. In questi anni, sempre più spesso i litigi tra vicini di casa finiscono nelle aule di tribunale. Spesso si tratta di discussioni che nascono per i più svariati motivi.
Tra i principali motivi di lite si riscontrano gli odori fastidiosi provenienti da altri appartamenti (in genere legati all'utilizzo della cucina); rumori molesti (tv o radio a volume eccessivo, scarpe col tacco, sedie spostate, ecc.); animali domestici (cani che sporcano il cortile, che abbaiano eccessivamente, che attaccano altri condomini, gatti che miagolano di notte); errato utilizzo delle aree condominiali comuni (auto parcheggiate in modo errato, materiali depositati negli androni, terrazze condominiali usate come ripostigli); problemi connessi ai cortili o ai giardini condominiali (bambini che giocano a pallone, persone che parlano a voce alta); vertenze con l'amministratore di condominio (richieste inevase, lavori non eseguiti, manutenzione dei locali non effettuata); piante e balconi (innaffiatura eccessiva, foglie che cadono, tovaglie e tappeti sbattuti dal piano superiore).
L'amministratore "primo filtro". La prima figura, tenuta a intervenire, è l'amministratore di condominio, tenendo presente che quest'ultimo non può intervenire per le questioni concernenti controversie private tra due condomini, cioè nei casi in cui si tratti di tutelare una delle due proprietà individuali.
Per meglio dire, l'amministratore non può intervenire se un condomino, ad esempio, insulta un altro condominio; oppure quanto riempie di cartacce la sua cassetta delle lettere.
Al contrario, l'amministratore ha il dovere di intervenire in tutti quei casi in cui la lite riguarda un comportamento che costituisce anche violazione del regolamento condominiale: per esempio un condomino che, a differenza di quanto prescritto nel regolamento, usa l'aspirapolvere alle 5 di mattina; un soggetto che lascia puntualmente il portone dell'edificio aperto, agevolando l'ingresso di sconosciuti nello stabile, ecc.
Ed ancora, l'amministratore, ha il dovere di intervenire quando la lite riguarda questioni legate all'uso delle parti comuni: per esempio un condomino che parcheggia l'auto nel giardino in modo da impedire il transito alle altre auto; un condomino che sporca l'ascensore ecc.
In questi casi, l'amministratore deve avvisare verbalmente il colpevole e, se non basta, richiamarlo all'ordine in via formale con una raccomandata.
La preoccupante indagine del CODACONS. L'associazione dei consumatori ha condotto una stima in alcune regioni italiani in merito al contenzioso cause condominiali presente nella aule di tribunale. I dati emersi sono a dir poco allarmanti. Ecco qui la "classifica", che vede il popolo dei campani trai i più litigiosi; quelli umbri i meno attaccabrighe.
REGIONE | CAUSE CIVILI PENDENTI IN TRIBUNALE |
PUGLIA | 130 MILA |
SICILIA | 160 MILA |
LIGURIA | 50 MILA |
FRIULI VENEZIA GIULIA | 40 MILA |
TOSCANA | 120 MILA |
ABRUZZO | 43 MILA |
TRENTINO ALTO ADIGE | 30 MILA |
LAZIO | 190 MILA |
CAMPANIA | 190 MILA |
VENETO | 160 MILA |
UMBRIA | 30 MILA |
In conclusione
, come osservato dall'associazione, le liti condominiali rappresentano un costo non indifferente per chi decide di trovare soluzione ai contrasti rivolgendosi ad un giudice: tra ricorsi, controricorsi e spese legali la spesa è pari in media a 5000 euro a vertenza.
Nonostante i buoni propositi del legislatore con gli strumenti alternativi di risoluzione delle liti (ad. es. la mediazione civile), il Codacons, dal canto suo, si è inserito nelle diatribe condominiali istituendo lo strumento dello "scudo legale": una copertura assicurativa per le spese per l'assistenza giudiziale e stragiudiziale, senza alcuna franchigia né numero massimo di sinistri, che copre le spese legali connesse ad azioni e difese civili, difese penali, controversie relative alla proprietà o affitto di immobili e questioni insorte con compagnie assicurative.