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mariaeee

Ripartizione spese riscaldamento nuove quote

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Il Condominio dove abito (Sesto San Giovanni – MI) ha fatto eseguire ad un tecnico qualificato il progetto per l’installazione dei ripartitori per l’impianto di riscaldamento, e per definire i nuovi valori di quote di addebito delle spese, sia per i consumi volontari che per quelli involontari e per le spese di manutenzione.

Basandosi sugli orientamenti (o addirittura su uno specifico Decreto) della Regione Lombardia, che indicava l’applicazione di coefficienti correttivi ai consumi volontari, in funzione delle maggiori o minori superfici disperdenti dei singoli appartamenti, (vedasi ultimo piano sotto tetto, e piano 1° su locali non riscaldati, esposizione a Nord, ecc.) il professionista ha prodotto tabelle di calcolo dettagliate con coefficienti correttivi. Nel mio caso, ultimo piano sottotetto (non isolato), appartamento con tripla esposizione, è stato calcolato un coefficiente correttivo per il consumo volontario di circa 0,5.

L’Amministratore ha inseguito dichiarato che è recentemente intervenuta una legge statale in materia, che vieta l’applicazione di coefficienti correttivi ai parametri calcolati con le dispersioni dell’involucro edilizio.

Per quanto riguarda i consumi involontari, e le spese di manutenzione, anziché riferirsi alle quote 30 % (involontarie) – 70 % (volontarie) circa, comunemente utilizzate nei condomini, il professionista ha calcolato nuove quote calore, ovvero nuove quote spese involontarie di riscaldamento, sulla base del consumo potenziale dell’impianto riferito ai singoli appartamenti (numero e potenza radiatori, lunghezza dei tubi, diametro, ecc.), ben diverse dai millesimi riscaldamento determinati in fase di progetto dell’impianto (progetto originario dell’edificio), ed utilizzati sinora.

I valori risultanti da questo approccio sono quote del 45% (involontarie) -55% (volontarie), che nel mio caso, con elevate dispersioni, risultano oltre il doppio dei precedenti millesimi riscaldamento !

Chiedo quindi l’esistenza e la applicabilità di queste disposizioni (leggi) in materia, che vietano l’applicazione di coefficienti correttivi (utilizzati in Svizzera e suggeriti da Regione Lombardia), ed impongono pure nuove tabelle di ripartizione dei costi relativi a consumi involontari e di manutenzione, calcolati sulla potenziale dispersione termica dei singoli appartamenti.

Vorrei anche sapere se è comunque possibile chiedere al Condominio di applicare sconti, da approvarsi in Assemblea, sui costi di riscaldamento agli appartamenti più sfavoriti, senza incorrere in violazioni di legge.

Saluto cordialmente e grazie per l'aiuto

Il Condominio dove abito (Sesto San Giovanni – MI) ha fatto eseguire ad un tecnico qualificato il progetto per l’installazione dei ripartitori per l’impianto di riscaldamento, e per definire i nuovi valori di quote di addebito delle spese, sia per i consumi volontari che per quelli involontari e per le spese di manutenzione.

Basandosi sugli orientamenti (o addirittura su uno specifico Decreto) della Regione Lombardia, che indicava l’applicazione di coefficienti correttivi ai consumi volontari, in funzione delle maggiori o minori superfici disperdenti dei singoli appartamenti, (vedasi ultimo piano sotto tetto, e piano 1° su locali non riscaldati, esposizione a Nord, ecc.) il professionista ha prodotto tabelle di calcolo dettagliate con coefficienti correttivi. Nel mio caso, ultimo piano sottotetto (non isolato), appartamento con tripla esposizione, è stato calcolato un coefficiente correttivo per il consumo volontario di circa 0,5.

L’Amministratore ha inseguito dichiarato che è recentemente intervenuta una legge statale in materia, che vieta l’applicazione di coefficienti correttivi ai parametri calcolati con le dispersioni dell’involucro edilizio.

Per quanto riguarda i consumi involontari, e le spese di manutenzione, anziché riferirsi alle quote 30 % (involontarie) – 70 % (volontarie) circa, comunemente utilizzate nei condomini, il professionista ha calcolato nuove quote calore, ovvero nuove quote spese involontarie di riscaldamento, sulla base del consumo potenziale dell’impianto riferito ai singoli appartamenti (numero e potenza radiatori, lunghezza dei tubi, diametro, ecc.), ben diverse dai millesimi riscaldamento determinati in fase di progetto dell’impianto (progetto originario dell’edificio), ed utilizzati sinora.

I valori risultanti da questo approccio sono quote del 45% (involontarie) -55% (volontarie), che nel mio caso, con elevate dispersioni, risultano oltre il doppio dei precedenti millesimi riscaldamento !

Chiedo quindi l’esistenza e la applicabilità di queste disposizioni (leggi) in materia, che vietano l’applicazione di coefficienti correttivi (utilizzati in Svizzera e suggeriti da Regione Lombardia), ed impongono pure nuove tabelle di ripartizione dei costi relativi a consumi involontari e di manutenzione, calcolati sulla potenziale dispersione termica dei singoli appartamenti.

Vorrei anche sapere se è comunque possibile chiedere al Condominio di applicare sconti, da approvarsi in Assemblea, sui costi di riscaldamento agli appartamenti più sfavoriti, senza incorrere in violazioni di legge.

Saluto cordialmente e grazie per l'aiuto

Buongiorno, quanto fatto dal suo condominio è corretto.

Il 17 luglio 2014 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo 102 che recepisce la direttiva europea 27/2012 sull'efficienza energetica. Per il principio di gerarchia delle fonti, il Decreto nazionale è evidentemente superiore rispetto alla precedente normativa regionale, che pertanto non è più appicabile.

Il decreto rende obbligatoria la ripartizione delle spese per riscaldamento e acqua calda sanitaria mediante la UNI 10200:2013. Questa norma tecnica (in passato solo volontaria) è ora obbligatoria in quanto richiamata direttamente da un decreto del governo.

La 10200 è l'unico meccanismo di riparto delle spese applicabile e non prevede alcun fattore correttivo.

Il principio, dettato dall'Unione europea, è quello di far pagare il riscaldamento sulla base dei consumi individuali per aumentare la consapevolezza sul risparmio energetico e generare comportamenti virtuosi per ridurre i consumi. Il passo successivo dovrà essere quello di favorire coibentazioni o altri interventi per diminuire le dispersioni, beneficiando anche di sgravi fiscali. Gli interventi di coibentazione hanno senso se prima si è introdotta la contabilizzazione individuale: prima si misura il consumo effettivo, poi si dà la possibilità di gestirsi in autonomia (con le valvole termostatiche ai radiatori), infine ha senso intervenire per coibentare l'edificio.

Riassumendo:

- il progetto di un professionista termotecnico è obbligatorio

- le percentuali "secche" di ripartizione non esistono più: il consumo si divide in volontario e involontario e si ottiene sulla base di calcoli un po' complessi eseguiti dalla società di servizio della contabilizzazione

- la UNI 10200:2013 non prevede alcun fattore correttivo per appartamenti con esposizione che genera maggiori dispersioni

 

I valori risultanti da questo approccio sono quote del 45% (involontarie) -55% (volontarie), che nel mio caso, con elevate dispersioni, risultano oltre il doppio dei precedenti millesimi riscaldamento !

.....

Infatti !

come abbiamo già tante volte osservato nei nostri post sull'argomento, con questo metodo di ripartizione spese chi ha appartamenti 'energivori' pagherà molto di più rispetto alla ripartizione spese 'semplificata' che si é usata finora, perché i consumi volontari saranno alti per compensare le perdite e le dissipazioni di calore, come prima, mentre la quota involontaria, a millesimi, si calcolerà su una tabella millesimale quasi certamente peggiorativa.

Buongiorno, quanto fatto dal suo condominio è corretto.

Il 17 luglio 2014 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo 102 che recepisce la direttiva europea 27/2012 sull'efficienza energetica. Per il principio di gerarchia delle fonti, il Decreto nazionale è evidentemente superiore rispetto alla precedente normativa regionale, che pertanto non è più appicabile.

Il decreto rende obbligatoria la ripartizione delle spese per riscaldamento e acqua calda sanitaria mediante la UNI 10200:2013. Questa norma tecnica (in passato solo volontaria) è ora obbligatoria in quanto richiamata direttamente da un decreto del governo.

La 10200 è l'unico meccanismo di riparto delle spese applicabile e non prevede alcun fattore correttivo.

Il principio, dettato dall'Unione europea, è quello di far pagare il riscaldamento sulla base dei consumi individuali per aumentare la consapevolezza sul risparmio energetico e generare comportamenti virtuosi per ridurre i consumi. Il passo successivo dovrà essere quello di favorire coibentazioni o altri interventi per diminuire le dispersioni, beneficiando anche di sgravi fiscali. Gli interventi di coibentazione hanno senso se prima si è introdotta la contabilizzazione individuale: prima si misura il consumo effettivo, poi si dà la possibilità di gestirsi in autonomia (con le valvole termostatiche ai radiatori), infine ha senso intervenire per coibentare l'edificio.

Riassumendo:

- il progetto di un professionista termotecnico è obbligatorio

- le percentuali "secche" di ripartizione non esistono più: il consumo si divide in volontario e involontario e si ottiene sulla base di calcoli un po' complessi eseguiti dalla società di servizio della contabilizzazione

- la UNI 10200:2013 non prevede alcun fattore correttivo per appartamenti con esposizione che genera maggiori dispersioni

Tutto corretto ciò che affermi . mi sembra solo si siano persi di vista alcuni elementi fondamentali .

Ho paura che si voglia cercare una riduzione dei consumi senza passare dall' efficienza energetica , semplicemente riducendo il servizio.

L'impianto citato da mariaeee , in base al DPR 74/2013 art. 8 comma 7 e alDPR 412 del 93 non dovrebbe funzionare il rendimento globale medio stagionale deve risultare superiore a 65+3log Pn valore vicino al settanta per cento , In questo caso vedo responsabilità da parte del progettista, responsabile di impianto, terzo responsabile .

personalmente chiederei ispezione da parte autorità competenti. Gli impianti centralizzati sono un problema!!

Ho paura che si voglia cercare una riduzione dei consumi senza passare dall' efficienza energetica , semplicemente riducendo il servizio.

Diciamo che è un punto di vista abbastanza corretto, ma che non considera l'intento globale del legislatore.

Il fine ultimo del legislatore europeo è l'abbattimento della spesa energetica negli edifici che, nei paesi dell'Unione, rappresenta il 40% della spesa energetica complessiva.

Gli step previsti dai tecnici sono, in sequenza logica, i seguenti:

1) contabilizzare (infatti solo facendo pagare sulla base dei consumi effettivi i residenti sono incentivati a "buttare via" meno energia);

2) regolare (una volta che si fatturano i consumi individuali, le valvole termostatiche consentono al singolo di adeguare il prelievo di calore secondo le sue esigenze, agendo sulle valvole)

3) coibentare: senza aver prima introdotto la contabilizzazione e la termoregolazione, qualsiasi intervento di coibentazione risulterebbe poco efficace. Esempio: se nei piani intermedi la temperatura solitamente è già alta, andando a coibentare andrei solo a peggiorare il problema, obbligando i residenti a tenere le finestre aperte. E' evidente che se invece ho già installato le valvole termostatiche questo non succede.

Diciamo che è un punto di vista abbastanza corretto, ma che non considera l'intento globale del legislatore.

Il fine ultimo del legislatore europeo è l'abbattimento della spesa energetica negli edifici che, nei paesi dell'Unione, rappresenta il 40% della spesa energetica complessiva.

Gli step previsti dai tecnici sono, in sequenza logica, i seguenti:

1) contabilizzare (infatti solo facendo pagare sulla base dei consumi effettivi i residenti sono incentivati a "buttare via" meno energia);

2) regolare (una volta che si fatturano i consumi individuali, le valvole termostatiche consentono al singolo di adeguare il prelievo di calore secondo le sue esigenze, agendo sulle valvole)

3) coibentare: senza aver prima introdotto la contabilizzazione e la termoregolazione, qualsiasi intervento di coibentazione risulterebbe poco efficace. Esempio: se nei piani intermedi la temperatura solitamente è già alta, andando a coibentare andrei solo a peggiorare il problema, obbligando i residenti a tenere le finestre aperte. E' evidente che se invece ho già installato le valvole termostatiche questo non succede.

Quelli da te individuati mi sembrano passaggi razionali di un percorso virtuoso . Ma voglio farti una domanda dove vivi? non certamente in italia. Dove hai vissuto qli ultimi trenta quarant'anni. Ad oggi la gran parte dei riscaldamenti centralizzati non rispetta i requisiti minimi di efficienza previsti dal DPR 412 del 93 e ribaditi dal DPR 74 del 2013 .Dov'è finito Il catasto degli impianti termici? E le ispezioni? La termoregolazione da anni avviene con l'apertura delle finestre e tutti a lodare il riscaldamento centralizzato. Ribadisco la strada intrapresa per il risparmio è quella più onerosa . Nessuno in questi anni ha fatto il proprio dovere Il terzo responsabile dovrebbe adoperarsi affinchè negli appartamenti non si superino le temperature stabilite , gli amministratori hanno tollerato che i condomini cambiassero i termo e verandassero le terrazze . Ora io dovrei credere che questo è il primo passo verso la saggezza e l'onestà. La mia previsione è che le perdite resteranno elevate e il parco buoi continuerà a pagare

.... Il terzo responsabile dovrebbe adoperarsi affinchè negli appartamenti non si superino le temperature stabilite .....

Come se fosse semplice ....

Quelli da te individuati mi sembrano passaggi razionali di un percorso virtuoso . ....Dov'è finito Il catasto degli impianti termici? E le ispezioni? La termoregolazione da anni avviene con l'apertura delle finestre e tutti a lodare il riscaldamento centralizzato. ...Nessuno in questi anni ha fatto il proprio dovere Il terzo responsabile dovrebbe adoperarsi affinchè negli appartamenti non si superino le temperature stabilite , gli amministratori hanno tollerato che i condomini cambiassero i termo e verandassero le terrazze ....

Buongiorno, rispondo alle domande di cui sopra.

1) Si, sono i passaggi razionali di un percorso virtuoso che può/deve durare anni. In Italia non c'è molta consapevolezza, sia per indole ma anche perchè siamo in un paese caldo. Senza che ci fosse alcun obbligo di legge, in Francia, Germania, Olanda e Scandinavia questo percorso è già stato fatto nei decenni scorsi (la contabilizzazione individuale del calore mediante misurazione sui singoli caloriferi è nata all'inizio del '900 in Danimarca: il primo brevetto è del 1906). Nessuno dice che replicare questo percorso virtuoso in Italia sia facile. Ma quando ci diciamo, con un po' di disprezzo, che viviamo in Italia, dobbiamo anche proseguire la frase dicendo che gli italiani siamo tutti noi.

2) "Dov'è finito il catasto termico?" Caspita, esiste eccome. Ed è perfettamente funzionante. In Lombardia c'è il Curit-Finlombarda. In Piemonte c'è il Cit. Nelle altre regioni si stanno organizzando. Tutti gli impianti termici centralizzati sono registrati, noti e controllati.

3) "Riscaldamento centralizzato". Non entro nel merito di questa sua battaglia personale contro il centralizzato. Non è il mio compito nè il tema di questa conversazione. Il fatto è che i milioni di edifici con riscaldamento centralizzato in Italia vanno equipaggiati per ridurre i consumi, i costi, le emissioni ecc. Non sono convinto che introdurre decine di milioni di caldaiette singole sia la soluzione.

4) Il terzo responsabile non ha nulla a che fare con le abitudini e i comportamenti dei privati all'interno dei singoli comportamenti. Il terzo responsabile è una figura legale attinente la centrale termica. Nemmeno l'amministratore di condominio può fare nulla. Dal 1991 la legge impone al condòmino di non superare i 20°C (con 2 gradi di tolleranza). Ma gli impianti non erano dotati di regolazione, perciò restare entro questi limiti era difficile. Prima del 19 luglio 2014 nessuno poteva entrare negli appartamenti e controllare: adesso si (dopo il Dlgs 102). A livello regionale i catasti tipo Curit e/o le strutture a essi collegate conosceranno con precisione chi ha adeguato l'impianto con ripartitori e valvole.

Buongiorno, rispondo alle domande di cui sopra.

1) Si, sono i passaggi razionali di un percorso virtuoso che può/deve durare anni. In Italia non c'è molta consapevolezza, sia per indole ma anche perchè siamo in un paese caldo. Senza che ci fosse alcun obbligo di legge, in Francia, Germania, Olanda e Scandinavia questo percorso è già stato fatto nei decenni scorsi (la contabilizzazione individuale del calore mediante misurazione sui singoli caloriferi è nata all'inizio del '900 in Danimarca: il primo brevetto è del 1906). Nessuno dice che replicare questo percorso virtuoso in Italia sia facile. Ma quando ci diciamo, con un po' di disprezzo, che viviamo in Italia, dobbiamo anche proseguire la frase dicendo che gli italiani siamo tutti noi.

2) "Dov'è finito il catasto termico?" Caspita, esiste eccome. Ed è perfettamente funzionante. In Lombardia c'è il Curit-Finlombarda. In Piemonte c'è il Cit. Nelle altre regioni si stanno organizzando. Tutti gli impianti termici centralizzati sono registrati, noti e controllati.

3) "Riscaldamento centralizzato". Non entro nel merito di questa sua battaglia personale contro il centralizzato. Non è il mio compito nè il tema di questa conversazione. Il fatto è che i milioni di edifici con riscaldamento centralizzato in Italia vanno equipaggiati per ridurre i consumi, i costi, le emissioni ecc. Non sono convinto che introdurre decine di milioni di caldaiette singole sia la soluzione.

4) Il terzo responsabile non ha nulla a che fare con le abitudini e i comportamenti dei privati all'interno dei singoli comportamenti. Il terzo responsabile è una figura legale attinente la centrale termica. Nemmeno l'amministratore di condominio può fare nulla. Dal 1991 la legge impone al condòmino di non superare i 20°C (con 2 gradi di tolleranza). Ma gli impianti non erano dotati di regolazione, perciò restare entro questi limiti era difficile. Prima del 19 luglio 2014 nessuno poteva entrare negli appartamenti e controllare: adesso si (dopo il Dlgs 102). A livello regionale i catasti tipo Curit e/o le strutture a essi collegate conosceranno con precisione chi ha adeguato l'impianto con ripartitori e valvole.

Comincio con il precisare che la mia non è una battaglia personale . Gli italiani che concorrono a determinare quell'immagine di cui lei parla sono quelli che nel corso degli anni hanno chiuso gli occhi e lasciato che le cose andassero nella maniera più semplice e più conveniente per loro, come peraltro continua anche adesso . Quella che può sembrare una battaglia è solo una ricerca ed affermazione della verità che speravo almeno in campo tecnico scientifico fosse più facile da raggiungere. Sono passati più di vent'anni dalla promulgazione del DPR 412 e dell'art. 5 rendimenti minimi globali stagionali non se ne è mai tenuto conto ed anche adesso nelle discussioni non lo si vuole affrontare. Il motivo è comprensibile, il rispetto di questo, porterebbe dritti dritti alla dismissione degli impianti centralizzati se i termotecnici evidenziassero l'obbligo di ridurre drasticamente le perdite di distribuzioni e all'interno del forum si dovrebbe accettare la conclusione che l'autonomo è da preferire al centralizzato quando si discute di efficienza energetica . Mi piacerebbe capire i percorsi tecnici che hanno portato dalla legge 10 che incentivava il passaggio agli autonomi all'attuale convinzione che la produzione centralizzata diminuisce i consumi e a questo punto la sua idea di come e da cosa vengono compensate le perdite di distribuzione e sul mantello di un impianto centralizzato . Comunque grazie per il tempo che dedica per rispondermi

... si dovrebbe accettare la conclusione che l'autonomo è da preferire al centralizzato quando si discute di efficienza energetica . Mi piacerebbe capire i percorsi tecnici che hanno portato dalla legge 10 che incentivava il passaggio agli autonomi all'attuale convinzione che la produzione centralizzata diminuisce i consumi e a questo punto la sua idea di come e da cosa vengono compensate le perdite di distribuzione e sul mantello di un impianto centralizzato . Comunque grazie per il tempo che dedica per rispondermi

Le discussioni sensate e pacate sono sempre ben accette.

Se sia più conveniente l'autonomo rispetto al centralizzato (dal punto di vista economico, dei consumi e delle emissioni) non saprei dirlo. In Italia, e in Europa in generale, gli edifici in cui vivono più di due famiglie e dotati di riscaldamento centralizzato sono moltissimi, pertanto passare all'autonomo è utopia e richiederebbe generazioni. Quello che le leggi hanno cercato di costruire è un uso autonomo dell'impianto centralizzato, attraverso la contabilizzazione e la termoregolazione individuali. E forse è l'approccio più sensato all'enorme parco condomìni europeo. Tra l'altro, va notato che il Dlgs. 102/14 parla di impianto centralizzato e di teleriscaldamento, perchè anche questa è un'importante realtà soprattutto in alcune zone d'Italia (ad esempio Torino).

Ritengo anche opportuno sottolineare che la legge 10/1991, pietra miliare per la lotta verso l'efficienza energetica, non mirava al passaggio tout court all'autonomo. Questa legge prevedeva, già 24 anni fa, la contabilizzazione individuale del calore: cioè l'installazione di ripartitori e valvole per misurare il consumo effettivo e quindi la fatturazione sulla base dei consumi individuali. Legge 10, Articolo 26 comma 6 (edifici di nuova costruzione: "Gli impianti di riscaldamento al servizio di edifici di nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia rilasciata dopo la data di entrata in vigore della presente legge, devono essere progettati e realizzati in modo tale da consentire l’adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni singola unità immobiliare."

Legge 10, Articolo 26, comma 5 (edifici esistenti): "5. Per le innovazioni relative all’adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore e per il conseguente riparto degli oneri di riscaldamento in base al consumo effettivamente registrato, l’assemblea di condominio decide a maggioranza in deroga agli articoli 1120 e 1136 del codice civile."

Ricordo anche che il distacco dal centralizzato, comunque, è tuttora legale.

Anche per me discutere con persone competenti ed anche disposte ad affermare di non sapere ( caratteristica di rara saggezza) è per me motivo di grande piacere , comunque c'è anche questo

Legge 9 gennaio 1991, n. 10

TITOLO I

NORME IN MATERIA DI USO RAZIONALE DELL’ENERGIA,

DI RISPARMIO ENERGETICO E DI SVILUPPO

DELLE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA

Articolo 8

Contributi in conto capitale a sostegno dell’utilizzo

delle fonti rinnovabili di energia nell’edilizia

1. Al fine di incentivare la realizzazione di iniziative volte a ridurre il consumo specifico

di energia, il miglioramento dell’efficienza energetica, l’utilizzo delle fonti di energia di

cui all’articolo 1,possono essere concessi contributi in conto capitale

nella misura minima del 20 per cento e nella misura massima del 40 per cento della spesa

di investimento ammissibile documentata per ciascuno dei seguenti interventi:

g) trasformazione di impianti centralizzati di riscaldamento in impianti unifamiliari a gas

per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria dotati di sistema automatico

di regolazione della temperatura, inseriti in edifici composti da più unità

immobiliari, con determinazione dei consumi per le singole unità immobiliari, escluse

quelle situate nelle aree individuate dalle regioni e dalle province autonome di Trento

e di Bolzano ai sensi dell’articolo 6 ove siano presenti reti di teleriscaldamento;

Grazie ancora , saluti

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