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mazzol

Riscaldamento centralizzato e limitazioni locali

Ogni tanto il sindaco di Milano emette una “grida” che impone un limite massimo al riscaldamento degli alloggi.

L’adozione “imposta” delle valvole termostatiche sui termosifoni ha spostato la responsabilità del calore interno agli appartamenti a chi li abita, la gestione è totalmente estranea a questa imposizione. Almeno mi pare evidente.

 

Accade ... che in presenza di queste imposizioni venga abbassato il calore dell’acqua di riscaldamento con conseguenze deleterie per chi ha regolato le valvole alla giusta temperatura, in questo caso il termosifone non fà più il suo dovere (venni ricoverato già due volte nel 2012 e 2014 quando ancora le valvole non erano attive ed ora si ripresentano gli stessi sintomi.

 

Veniamo alla domanda il contratto di somministrazione calore che gli inquilini fanno con il resto della compagine condominiale  come và interpretato? L’acqua che corre nelle tubazioni che calore deve costantemente avere ? 

L’interruzione della acquisizione acqua calda dipende dalla valvola termostatiche e determina il valore dei consumi volontari. Se questa viaggia ad una temperatura non costante, la chiusura della stessa avviene più tardi o al limite mai aumentando di fatto i consumi volontari.

 

Nel mio caso la fornitura del calore avviene con una centrale termica che serve un intero quartiere, lo scambiatore di calore abbassa tale temperatura per portarla ad un valore costante ....

 

Ha una giustificazione giuridica l’abbassamento di tale calore? Per ottemperare ad una grida che NON riguarda l’amministratore del condominio?

Modificato da mazzol
mazzol dice:

L’interruzione della acquisizione acqua calda dipende dalla valvola termostatiche e determina il valore dei consumi volontari. Se questa viaggia ad una temperatura non costante, la chiusura della stessa avviene più tardi o al limite mai aumentando di fatto i consumi volontari.

Il ripartitore integra principalmente il tempo e la temperatura  del radiatore, quindi  un tempo  prolungato di apertura, conseguenza di una temperatura più bassa del fluido termovettore non comporta un aumento di trasmissione termica , quindi di consumo  e di  <<scatti>>  effettuati dal ripartitore

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salpa65 dice:

Il ripartitore integra principalmente il tempo e la temperatura  del radiatore, quindi  un tempo  prolungato di apertura, conseguenza di una temperatura più bassa del fluido termovettore non comporta un aumento di trasmissione termica , quindi di consumo  e di  <<scatti>>  effettuati dal ripartitore

Probabilmente hai ragione ma quando ho letto la descrizione del ripartitore parlava di due sonde, una misura il termosifone, l’altra l’ambiente se l’ambiente risulta più freddo conta,

ed ogni tanto torna a contare.

Questi oggetti vengono calibrati in base alle caratteristiche del termosifone in modo tale da fornire una valida valutazione,

probabilmente l’operazione di calibratura consiste nello stabilire quanti scatti sono necessari per passare al numero successivo sul display, non devo altra possibilità. 

L’oggetto non è in grado di valutare la temperatura dell’acqua non ha un termometro.

 

Quindi ... misura i consumi in base alla differenza  

ora se la temperatura che entra nel termosifone è sempre 65 gradi e segna un numero in più ogni 300 misurazioni il ripartitore comincia a contare quando il termosifone cessa di essere più freddo dell’ambiente e cessa di contare quando l’acqua calda bloccata dalla valvola termostatiche smette di essere più calda dell’ambiente.

 

Se l’acqua che entra nel termosifone non entra a 65 gradi ma a 45 l’ambiente verrà riscaldata più lentamente, la valvola termostatica interromperà il flusso più tardi, il termosifone più freddo impiegherà più tempo a scaldare l’ambiente al punto che la valvola termostatica potrebbe non scattare mai. Mentre il ripartitore ad ogni controllo troverà l’ambiente più freddo del termosifone e continuerà a segnare numerati. 

 

Addirittura i locali meno favoriti con la temperatura acqua bassa non raggiungeranno mai una temperatura decente pur contando un sacco di numeretti.

 

Sarebbe opportuno fare dei controlli in merito basta segnare  quanti numeri alza nel ripartitore con acqua meno calda  e quanti ne segna con acqua in circolo meno calda. 

 

Se nel libretto d’impianto viene segnat la temperatura acqua in mandata ad ogni modifica il problema non ci sarebbe..... un paio di letture e si comprende se è vero che i numeri crescono più in fretta con temperatura di mandata bassa.

 

 

 

Ciao mazzol, provo a spiegarmi meglio ma credimi i problemi del centralizzato sono altri rispetto alla precisione di misura dei ripartitori.

La quantità di calore che si trasmette dal radiatore all'ambiente è circa  Q= l x A x dt dove l è una caratteristica del radiatore, A la sua dimensione, dt la differenza  di temperatura tra il radiatore e l'ambiente.

Possiamo pensare per semplicità ad una vasca da riempire ad un contatore dell'acqua ed alla sua pressione al rubinetto( temperatura del termo) 

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salpa65 dice:

Ciao mazzol, provo a spiegarmi meglio ma credimi i problemi del centralizzato sono altri rispetto alla precisione di misura dei ripartitori.

La quantità di calore che si trasmette dal radiatore all'ambiente è circa  Q= l x A x dt dove l è una caratteristica del radiatore, A la sua dimensione, dt la differenza  di temperatura tra il radiatore e l'ambiente.

Possiamo pensare per semplicità ad una vasca da riempire ad un contatore dell'acqua ed alla sua pressione al rubinetto( temperatura del termo) 

Ciao, che sia centralizzato o autonomo il riscaldamento dovrebbe riscaldare l’ambiente.

con l’adozione “imposta per legge” delle valvole che regolano l’afflusso di acqua calda si vuole raggiungere l’obiettivo di scaldare tutti gli appartamenti secondo necessità.

La quota volontaria permette di raggiungere il proprio benessere a tutti sia a chi ama l’ambiente caldo che chi si trova meglio con un ambiente meno caldo.

In assenza delle valvole termostatiche il centralizzato doveva adattarsi costringendo alcuni ad aprire le finestre (le vecchie valvole erano quasi sempre bloccate ed ogni manutenzione portava a dover svuotare l’impianto o parte dello stesso) mentre altri dovevano integrare con stufette.

 

Oggi il generico termosifone apre la valvola e fà entrare acqua nel termosifone quando trova che la temperatura è bassa e chiude quando è stata raggiunta la temperatura desiderata.

 

Se nel termosifone entra acqua sufficientemente calda la zona antistante la valvola raggiunge rapidamente la temperatura richiesta la valvola si chiude il termosifone continua a cedere calore alla stanza fino a diventare freddo inizia dal basso e sale ed il ciclo riprenderà quando necessario.

 

Se entra acqua tiepidina la valvola non si chiuderà mai e l’acqua tiepidina continuerà a percorrere inutilmente l’impianto.

 

Non sò che temperatura debba avere l’acqua per rendere un servizio l’unica cosa che posso affermare è

che posando un termometro nella zona più alta del termosifone se segna 33/34 gradi quel termosifone non dà calore,  

se invece segna 39/40 allora lo scambio funzionicchia decentemente.

 

per avere un sistema in grado di scaldare il termosifone in 5/10 minuti , alimentarlo per altri 15/20 prima di chiudersi e continuare per altri 20 minuti a cedere il calore accumulato la temperatura deve essere più alta ... tengo il termosifonebin osservazione sono certo che sotto Natale,  l’anomalo funzionamento (causato da intervento umano errato) cesserà, vedrò a che temperatura.

 

 

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