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Leila Riva

Impianti a norma: comunicazione generale amministratore. condominio

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Buon pomeriggio,

 

sono stati avviati i lavori di ricostruzione post terremoto 2016 per l'intero stabile. L'amministratore di condominio ha inviato a tutti i condomini una comunicazione generale nella quale sostiene che tutti gli impianti di tutti gli appartamenti dello stabile sono vetusti, fuori norma e quindi da rifare. 

I miei sono stati rifatti nel 2008. Ho inviato all'amministratore una PEC nella quale chiedo una relazione tecnica sullo stato dei miei impianti, perchè rifarli sarebbe interamente a mio/nostro carico e non a carico dello Stato (spese di ricostruzione). E' passato un mese e non ho ricevuto nè una risposta, ne una relazione tecnica. La ditta esecutrice dei lavori di ricostruzione dovrà rilasciare dei certificati dove attesta la fruibilità degli appartamenti  e dell'intero stabile.

L'impianto di messa a terra nelle nuove costruzioni o nei rifacimenti viene integrato o rimesso a nuovo, per cui chi esegue i lavori necessariamente dovrà rifare la dichiarazione di conformità sia per le parti comuni che per gli appartamenti oggetto di ricostruzione. 

Se loro non mi inviano una relazione tecnica ed io non posso valutare lavori e costi, richiudono i muri e attestano che è tutto ok? Mi sembra una situazione ai limiti dell'assurdo. Grazie per i vostri consigli

 

 

Modificato da Leila Riva
dimenticato una frase
Leila Riva dice:

Se loro non mi inviano una relazione tecnica ed io non posso valutare lavori e costi, richiudono i muri e attestano che è tutto ok?

La ditta che si occupa della ricostruzione o dei rifacimenti potrà rilasciare la dichiarazione di conformità solo se potrà mettere a norma l'impianto, se impossibilitata a farlo non penso proprio che rilascerà la dichiarazione.

Se il vostro impianto è del 2008 non risponde alle piu' recenti normative; essendo un vostro impianto, dovreste provvedere voi alla verifica e all'affido della messa a norma a ditta a voi gradita.

Non conosco le norme relative al post terremoto, ma la logica dovrebbe essere quella esposta.

Se avete stipulato un contratto con ditta che si occuperà sia delle parti comuni che  delle parti private, dovreste già conoscere i relativi costi.

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Danielabi dice:

La ditta che si occupa della ricostruzione o dei rifacimenti potrà rilasciare la dichiarazione di conformità solo se potrà mettere a norma l'impianto, se impossibilitata a farlo non penso proprio che rilascerà la dichiarazione.

Se il vostro impianto è del 2008 non risponde alle piu' recenti normative; essendo un vostro impianto, dovreste provvedere voi alla verifica e all'affido della messa a norma a ditta a voi gradita.

Non conosco le norme relative al post terremoto, ma la logica dovrebbe essere quella esposta.

Se avete stipulato un contratto con ditta che si occuperà sia delle parti comuni che  delle parti private, dovreste già conoscere i relativi costi.

Grazie. Ma se l'amministratore non mi risponde e non mi manda una relazione tecnica di quello che hanno riscontrato, cosa devo dedurre secondo lei? Dobbiamo provvedere a pagare in autonomia gli impianti perché i soldi stanziati dallo stato non bastano a coprire la spesa del rifacimento degli impianti. La ditta appaltatrice non mi ha ne informato dei costi ne dell'adeguamento da effettuare. 

Modificato da Leila Riva
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Leila Riva dice:

cosa devo dedurre secondo lei?

Ritorniamo sul concetto che per le parti private non spetta all'amministratore interessarsi, ha senz'altro fatto il proprio dovere informandovi che dovrete rimettere a norma gli impianti, ma probabilmente ha presunto tale difformità e spetta ora a voi di attivarvi. Non penso che amministratore e appaltato siano entrati nelle proprietà private, oppure lo hanno fatto con vostro permesso?

Deve esserci una delibera assembleare che stabilisce chi è la ditta appaltata e per quali lavori è stata appaltata e a quali costi, anche se a pagare quantomeno le parti comuni saranno i contributi statali.

In sostanza: quello dell'amministratore potrebbe essere stato un semplice avviso considerando che non puo' e non deve occuparsi delle parti private; salvo che in assemblea non abbiate deciso in altro modo.

 

 

Danielabi dice:

Ritorniamo sul concetto che per le parti private non spetta all'amministratore interessarsi, ha senz'altro fatto il proprio dovere informandovi che dovrete rimettere a norma gli impianti, ma probabilmente ha presunto tale difformità e spetta ora a voi di attivarvi. Non penso che amministratore e appaltato siano entrati nelle proprietà private, oppure lo hanno fatto con vostro permesso?

Deve esserci una delibera assembleare che stabilisce chi è la ditta appaltata e per quali lavori è stata appaltata e a quali costi, anche se a pagare quantomeno le parti comuni saranno i contributi statali.

In sostanza: quello dell'amministratore potrebbe essere stato un semplice avviso considerando che non puo' e non deve occuparsi delle parti private; salvo che in assemblea non abbiate deciso in altro modo.

 

La ditta appaltatrice sta eseguendo l'opera di ricostruzione dello stabile sia parti comuni che gli appartamenti ed infatti ha continuo libero accesso agli appartamenti che sono con le porte aperte. L'amministratore ha inviato a tutti i condomini una circolare dove informa che è stato riscontrato che tutti gli impianti non sono a norma e nella stessa vuole sapere da ognuno di noi se diamo l'autorizzazione alla ditta appaltatrice di rifare gli impianti, ma non mi è stato comunicato ne che tipo di intervento occorre ne il costo. Non mi sembra un comportamento corretto.

Leila Riva dice:

Non mi sembra un comportamento corretto

Bene, ora è chiaro. Sono d'accordo che sia necessario conoscere modalità e costi,

Un mese di ritardo nella risposta in effetti è "tanto", in questi casi la cosa migliore è provare a telefonare (già fatto?), dopodichè o sentite direttamente la ditta appaltata, oppure inviate altra lettera, un po' piu' "forte" con la quale diffidate l'amministratore a consegnarvi i dati richiesti.

Purtroppo, se una persona non risponde, non esistono tanti mezzi per costringerla a farlo, soprattutto, se come mi sembra, si è distanti dal luogo della ricostruzione.

Per me, vale sempre "il beneficio d'inventario", nel senso che potrebbero esserci serie motivazioni per i ritardi nella comunicazione, quindi prima di partire lancia in resta, meglio fare le verifiche del caso.

Gr

Danielabi dice:

Bene, ora è chiaro. Sono d'accordo che sia necessario conoscere modalità e costi,

Un mese di ritardo nella risposta in effetti è "tanto", in questi casi la cosa migliore è provare a telefonare (già fatto?), dopodichè o sentite direttamente la ditta appaltata, oppure inviate altra lettera, un po' piu' "forte" con la quale diffidate l'amministratore a consegnarvi i dati richiesti.

Purtroppo, se una persona non risponde, non esistono tanti mezzi per costringerla a farlo, soprattutto, se come mi sembra, si è distanti dal luogo della ricostruzione.

Per me, vale sempre "il beneficio d'inventario", nel senso che potrebbero esserci serie motivazioni per i ritardi nella comunicazione, quindi prima di partire lancia in resta, meglio fare le verifiche del caso.

Grazie per il consiglio. Farò come mi ha indicato, dopodichè se si ostinano al silenzio, informerò anche la Regione che stanzia direttamente i fondi alla ditta appaltatrice, perchè d'accordo che il lavoro di ricostruzione durerà almeno un anno e mezzo, ma la lo Stato pagherà più di 850.000 euro questo progetto e dato il ritorno economico e di immagine della ditta appaltatrice, credo che sia doveroso lavorare con trasparenza e puntualità. Cordiali saluti

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