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dino70

Dismissione impianto risc. centralizzato. Obblighi proprietario

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Nel condominio in cui abita mia madre (affittuaria da circa 50 anni), hanno deciso di dismettere l'impianto centralizzato poichè l'intervento per l'adeguamento alle nuove normative sarebbe stato troppo oneroso. Volevo chiedere se il costo del nuovo impianto di riscaldamento autonomo che si dovrebbe andare a realizzare è a carico del proprietario o di mia madre (affittuaria)? Il proprietario non ne vuole proprio sentire parlare, mentre io da profano in materia ritengo che la spesa tocchi a lui, amche perchè l'appartamento è stato dato in affitto con l'impianto di riscaldamento, quindi il distacco non è stato voluto da mia madre. Sareste così cortesi da inviarmi qualche sentenza e/o riferimento normativo in tema? grazie

Il problema è che "non ne vuole sentire"...

Al vostro posto, gli chiederei di rivedere "al ribasso" il canone di locazione e poi trattare le condizioni per una eventuale partecipazione alle spese del riscaldamento autonomo.

...Volevo chiedere se il costo del nuovo impianto di riscaldamento autonomo che si dovrebbe andare a realizzare è a carico del proprietario o di mia madre (affittuaria)? Il proprietario non ne vuole proprio sentire parlare...

Ovviamente i costi dei consumi sono a tuo carico.

E se il proprietario ti facesse un impianto di riscaldamento autonomo elettrico installando un pannello elettrico al posto di ogni termosifone e fosse disposto a pagare la differenza di canone ENEL per l'aumento di potenza ti andrebbe bene?

 

Se ti installasse un climatizzatore a pompa di calore in ogni stanza in modo da farti una miglioria che ti consenta di avere caldo d'inverno e freddo d'estate ti andrebbe bene?

 

Un impianto di riscaldamento autonomo a gas prevede lavori edili rilevanti (rompere muro, rompere pavimenti...)

Ammesso che il proprietario voglia farli, come si dovrebbe operare in pratica?

Tua madre sarebbe disposta a sgomberare e lasciare vuoto l'appartamento per il tempo necessario ai lavori edilizi?

Ovviamente i costi dei consumi sono a tuo carico.

E se il proprietario ti facesse un impianto di riscaldamento autonomo elettrico installando un pannello elettrico al posto di ogni termosifone e fosse disposto a pagare la differenza di canone ENEL per l'aumento di potenza ti andrebbe bene?

 

Se ti installasse un climatizzatore a pompa di calore in ogni stanza in modo da farti una miglioria che ti consenta di avere caldo d'inverno e freddo d'estate ti andrebbe bene?

 

Un impianto di riscaldamento autonomo a gas prevede lavori edili rilevanti (rompere muro, rompere pavimenti...)

Ammesso che il proprietario voglia farli, come si dovrebbe operare in pratica?

Tua madre sarebbe disposta a sgomberare e lasciare vuoto l'appartamento per il tempo necessario ai lavori edilizi?

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Grazie per la risposta, ovviamente i consumi sarebbero a ns carico. Il mio dubbio è su chi dovrà pagare i lavori. Potresti indicarmi qualche sentenza in merito o qualche riferimento normativo? Siamo propensi a qualunque soluzione purchè mia madre starà al caldo questo inverno. I lavori edili sono di modesta entità in quanto abbiamo optato per una soluzione con "canaline" esterne senza importanti lavori di muratura. Anche le pompe di calore sono una soluzione presa in considerazione, però credo che il caldo prodotto da termosifoni sia superiore a quello delle pompe di calore. Ancora grazie

Nel condominio in cui abita mia madre (affittuaria da circa 50 anni), hanno deciso di dismettere l'impianto centralizzato poichè l'intervento per l'adeguamento alle nuove normative sarebbe stato troppo oneroso. Volevo chiedere se il costo del nuovo impianto di riscaldamento autonomo che si dovrebbe andare a realizzare è a carico del proprietario o di mia madre (affittuaria)? Il proprietario non ne vuole proprio sentire parlare, mentre io da profano in materia ritengo che la spesa tocchi a lui, amche perchè l'appartamento è stato dato in affitto con l'impianto di riscaldamento, quindi il distacco non è stato voluto da mia madre. Sareste così cortesi da inviarmi qualche sentenza e/o riferimento normativo in tema? grazie

La dismissione si vota all'unanimità, quindi il proprietario del tuo appartamento DEVE avere votato a favore (altrimenti, la dismissione non si può effettuare).

 

In ogni caso, o effettua i lavori (che spettano a lui) o ti affitta l'appartamento senza riscaldamento e, quindi, deve abbassare notevolmente il canone (in tal, caso dovrai provvedere tu, con stufe o altro).

grazie mille, è come pensavo. Non hai per caso qualche sentenza o articolo di legge che dica questo? Grazie

grazie mille, è come pensavo. Non hai per caso qualche sentenza o articolo di legge che dica questo? Grazie

E' manutenzione straordinaria degli impianti e, quindi, spetta al proprietario (anche perché, se tu te ne vai, l'impianto è suo e rimane a casa sua).

 

Qui ci sono i riferimenti normativi:

http://sosonline.aduc.it/scheda/casa+affitto+spese+dell+inquilino+proprietario_631.php

 

Vedi, in particolare:

"Riscaldamento, acqua calda, sanitari e condizionamento

Al proprietario spetta:

- installazione, rifacimento e manutenzione straordinaria degli impianti idrico, sanitario e gas, gli impianti di produzione dell'acqua calda e di condizionamento;

- installazione e sostituzione dei contatori;

- allacciamento della rete sino agli stessi contatori;

- adeguamento degli impianti alla leggi vigenti;

- sostituzione di caldaia, bruciatore e boyler;

- ricostruzione dei rivestimenti refrattari"

E' manutenzione straordinaria degli impianti e, quindi, spetta al proprietario (anche perché, se tu te ne vai, l'impianto è suo e rimane a casa sua).

 

Qui ci sono i riferimenti normativi:

http://sosonline.aduc.it/scheda/casa+affitto+spese+dell+inquilino+proprietario_631.php

 

Vedi, in particolare:

"Riscaldamento, acqua calda, sanitari e condizionamento

Al proprietario spetta:

- installazione, rifacimento e manutenzione straordinaria degli impianti idrico, sanitario e gas, gli impianti di produzione dell'acqua calda e di condizionamento;

- installazione e sostituzione dei contatori;

- allacciamento della rete sino agli stessi contatori;

- adeguamento degli impianti alla leggi vigenti;

- sostituzione di caldaia, bruciatore e boyler;

- ricostruzione dei rivestimenti refrattari"

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Grazie mille, la guida è più che esaustiva.

La sottoporrò al proprietario

Ancora grazie

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Anche le pompe di calore sono una soluzione presa in considerazione, però credo che il caldo prodotto da termosifoni sia superiore a quello delle pompe di calore.

Vi sono pompe di calore senza unità esterna, molto pratiche ed alla fine economiche (scarsi lavori di murature) dipende dove abiti, le pompe di calore se và giù troppo la temperatura mi pare abbiano qualche problema (a Savona va' benissimo).

 

Il calore ... i termosifoni centralizzati li abbiamo sempre visti scaldare la casa in poco tempo, bollenti sopra e sotto, .... così non và più ora dovrebbero funzionare diversamente, dovrebbero mantenere una temperatura durante il giorno ed una leggermente più bassa di notte, abbandonando il centralizzato si può fare imposti le temperature e non tocchi più nulla, alla fine spendi meno e ci guadagni in salute.

 

A Milano ora si sta meglio ma qualche giorno fà si gelava. Ho preso un termoventilatore a colonna (in offerta a 84 euro). Messo davanti al termosifone nella stanza utilizzata ed impostata la temperatura 20 gradi e la potenza più bassa 800 watt il breve ha raggiunto la temperatura e si è fermato per poi riprendere di tanto in tanto. La spesa di installazione è minima, importante è non alzare la potenza, al max sale a 2400 watt e se ne metti tre salta il contatore al minimo resta acceso per più tempo ma il calore richiesto lo mantiene.

faccio presente che la dismissione dell'impianto può avvenire sola a seguito di una diagnosi energetica ai sensi dell'allegato 1 del dm del 26 06 2015 entrato in vigore nell'ottobre dello stesso anno a firma di un tecnico abilitato.

Tale diagnosi, che prevede il rispetto dei requisiti di efficienza energetica degli involucri edilizi attuali e della convenienza rispetto a varie ipotesi impiantistiche centralizzate, è molto difficile che riesca a dimostrare l'efficacia in termini di costi, rendendo di fatto poco percorribile la dismissione ma anche il distacco di un solo condomino.

Questo lo dico perché questo decreto è perlopiù sconosciuto e la normativa schizofrenica sul distacco non aiuta

faccio presente che la dismissione dell'impianto può avvenire sola a seguito di una diagnosi energetica ai sensi dell'allegato 1 del dm del 26 06 2015 entrato in vigore nell'ottobre dello stesso anno a firma di un tecnico abilitato.

Tale diagnosi, che prevede il rispetto dei requisiti di efficienza energetica degli involucri edilizi attuali e della convenienza rispetto a varie ipotesi impiantistiche centralizzate, è molto difficile che riesca a dimostrare l'efficacia in termini di costi, rendendo di fatto poco percorribile la dismissione ma anche il distacco di un solo condomino.

Questo lo dico perché questo decreto è perlopiù sconosciuto e la normativa schizofrenica sul distacco non aiuta

Scusa ma se un condominio decide all'UNANIMITA' di dismettere (non trasformare) l'impianto di riscaldamento centralizzato sarà facilissimo dimostrare il rispramio energetico se, per esempio, anzichè di scaldarmi con il termosifone mi scaldo con una coperta e qualche maglione in più.

In questo caso cosa misurerebbe il tecnico abilitato per riscontrare un maggior consumo a causa della dismissione?

il tecnico si assume la responsabilità delle motivazioni che dimostrano quanto previsto per legge.

Ovvero la volontà del condominio è chiara ma è necessario che siano rispettati i requisiti previsti per legge per la ristrutturazione dell'impianto termico (di questo si parla) per cui il tecnico deve presentare al comune il progetto di ristrutturazione dell'impianto che prevede la sostituzione della caldaia centralizzata con tanti impianti autonomi e ne deve valutare l'efficacia in termini di costi con un'apposita diagnosi energetica allegata al progetto.

Ripeto che raggiungere l'efficacia con i requisiti esplicitati dalla normativa è molto difficile, per cui può diventare un problema per l'amministratore che ha dato corso ad una delibera non a norma o del tecnico che deve motivare l'efficacia di tale scelta

faccio presente che la dismissione dell'impianto può avvenire sola a seguito di una diagnosi energetica ai sensi dell'allegato 1 del dm del 26 06 2015 entrato in vigore nell'ottobre dello stesso anno a firma di un tecnico abilitato.

Tale diagnosi, che prevede il rispetto dei requisiti di efficienza energetica degli involucri edilizi attuali e della convenienza rispetto a varie ipotesi impiantistiche centralizzate, è molto difficile che riesca a dimostrare l'efficacia in termini di costi, rendendo di fatto poco percorribile la dismissione ma anche il distacco di un solo condomino.

Questo lo dico perché questo decreto è perlopiù sconosciuto e la normativa schizofrenica sul distacco non aiuta

È ben nota la difficoltà che può avere chi deve dimostrare un qualcosa che è difficile da dimostrare.

Tuttavia con un pò di fantasia e qualche calcolo ci si può arrivare.

 

Innanzitutto se siete "tutti consenzienti" basterebbe non usare il servizio, non lo dismettete vi limitate a non utilizzarlo più, immagina una seconda casa al mare "vuota" se qualcuno Vi impone di accendere il riscaldamento credo abbia qualche difficoltà a portare avanti questa richiesta "ecologica".

 

Vediamo poi il calcolo legato al minor consumo.

un calcolo da sviluppare sulla realtà del tuo condominio ...

La caldaia centralizzata ha buone prestazioni ... ma sono generalmente inferiori al rendimento delle caldaiette "ultimo strillo".

Vediamo gli sprechi, gli odiosi "consumi involontari"

una caldaietta contiene pochissima acqua circa un litro, probabilmente molto meno

la caldaia del condominio dove ho un magazzino ne contiene 640;

 

le moderne tubazioni che portano l'acqua ai termosifoni dalla caldaietta hanno spesso un diametro esterno di un centimetro (interno 0,8), sono tubazioni obbligatoriamente coibentate e .... sempre con un pò di fantasia costruttiva possono essere ottimizzate nel loro percorso dalla caldaia al termosifone (ma di questo se ne può parlare dopo)

quelle che già avete nel condominio hanno misure decisamente maggiori e sono di due tipi orizzontali più grosse e verticali più piccole (10/12 cm quelle orizzontali dovrei prendere una scala per misurarle esattamente e 3,5 interno 2,9 quelle verticali che ho misurato), sono tubature raramente coibentate, in percorso è ottimizzabile solo per collegare in verticale tutti i termosifoni;

 

gli impianti centralizzati sono nati per fornire acqua calda contemporaneamente a tutti i termosifoni, le tubazioni sono sovradimensionate per scaldare in fretta tutti gli appartamenti non sono ottimizzabili per garantire una temperatura su richiesta,

 

basterebbe fare dei conticini per dimostrare lo spreco nella distribuzione calore del centralizzato rispetto alle caldaiette individuali.

 

(consideriamo una sola colonna verticale, anche se ne servono due caricone scarico, descrivo casa mia, sono cinque piani, serviti oggi da un tubo, un cilindro con diametro interno 2,9 ogni centimetro di questo cilindro contiene: 1,45x1,45x3,14 di acqua

mentre se utilizzassimo un singolo tubo di 1 cm coibentato per termosifone avremmo un contenuto di 0,4x0,4x3,14 di acqua;

 

per quanti metri?

il tradizionale sono 5 piani per tre metri a piano 15 metri per un volume di 10 litri di acqua mentre

collegando il singolo termosifone con un tubo dedicato avremmo 35 metri per un volume di acqua di meno di due litri.

 

Sembra poco ma le colonne di un palazzo sono tante, inoltre vi sono i tubi orizzontali tutta roba non coibentata che disperde calore nelle intercapedini.

 

E basta che un termosifone chieda calore e tutto si mette in moto nei grossi tubi dei vecchi impianti ......

 

io non penso che il riscaldamento individuale sia meno efficiente del centralizzato).

 

Comunque collegare i termosifoni di un appartamento ad una caldaietta sul piano (o ad un punto di arrivo "unico" del riscaldamento centralizzato) può essere una impresa costosa e rumorosa con tubi che fanno lunghi tortuosi giri

oppure si può ottimizzare il percorso in un appartamento abitato percorrendo la via più rapida .... sul soffitto (per poi ricoprire l'intero soffitto con un rivestimento a pannelli migliorando anche il disturbo che arriva dal piano superiore).

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