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AbraLex

Coabitazione, residenza, nucleo familiare e... Isee!

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Da un mese scartabello nel web per cercare di dirimere una questione a quanto pare del tutto sconosciuta a Comune, Anagrafe e Caf. Ovvero: da diverso tempo convivo nell'appartamento di un amico con il quale ho certamente un gran rapporto di affetto, ma senza avere nessun rapporto di vincolo parentale e patrimoniale. Questa persona ha con grande generosità accettato di dividere l'appartamento con me a causa della mia precaria situazione economica e lavorativa; mi ha, diciamolo, "salvata dalla strada", fungendo da servizio sociale oltre che da amico vero! Recentemente abbiamo deciso di spostare anche la mia stessa residenza qui da lui, per offrirmi qualche garanzia in più nei confronti della sua famiglia (ad oggi la mia residenza, nonché la mia dichiarazione dei redditi, risultava presso l'abitazione paterna, ove però non posso tornare a vivere). Quando siamo andati in Comune, all'Anagrafe, nel questionario chiedevano se il cambio di residenza fosse presso un appartamento in affitto (risposta: no) ma non chiedeva se volessimo unire il nucleo familiare: alla mia domanda, l'impiegata ha risposto decisamente che "automaticamente" si entra a far parte dello stesso nucleo familiare! Io ho obiettato (temendo complicazioni) ma questa ha ribadito che le cose stessero così. Orbene, con la "leva" della richiesta di reddito di cittadinanza (un provvedimento che per me sarebbe provvidenziale, anche per la mia dignità, nonostante io sia una persona che MAI è stata con le mani in mano accettando e cercando qualsiasi tipo di lavoro lavoretti - ovviamente dignitosi - tramite i quali riesco a malapena a mantenere le spese dell'automobile e le tasse, privandomi da anni praticamente di tutto, comprese spese mediche che - con l'età- cominciano a diventare urgenti) vado ad informarmi per il "benedetto" Isee: ovvero quell'indicatore economico che la legge mette nella mani di ogni P.A. e che risulta la chiave di accesso (o respingimento!) per qualsiasi agevolazione su base reddituale. Devo dire che non amo la burocrazia né tantomeno mi è mai venuto in mente di andare ai servizi sociali o praticare tutte quelle forme di richieste assistenziali: sono da sempre abituata a trovare delle soluzioni da sola e questa mentalità mi ha anche forse penalizzata (ma questo è un altro discorso!). Sta di fatto che vengo a scoprire - sia dai siti online ufficiali, che dai Caf che dagli stessi uffici comunali - che praticamente la legge dà per scontato che, solo perché la mia residenza sia presso l'abitazione di questa persona, anche i nostri redditi, per così dire, "convivano" ! La qual cosa mi pare una vera baggianata! Oltre al mio caso chissà quante altre convivenze non comprendono l'accesso patrimoniale tra conviventi ! Io del mio generoso e carinissimo amico, non possiedo bancomat, carta di credito o possibilità di utilizzare il suo denaro in alcun modo! Abbiamo trasferita la residenza proprio per una maggiore cautela: se avessimo voluto condividere i patrimoni, magari ci saremmo sposati ! Infatti il mio problema è anche di "precarietà" rispetto all'avere una abitazione: non ho certezze su questo, la RESIDENZA mi darebbe forse qualche GARANZIA in più ! Detto questo: da vari siti legali mi pare di aver capito due cose: a) che, per la verità, la legge distinguerebbe tra "stato di famiglia anagrafico" e "nucleo familiare" (addirittura si possono avere nuclei familiari diversi e plurimi) : in pratica fisco ed affettività, come sarebbe giusto, probabilmente a livello legale possono esser distinti; b) peccato che le P.A., e soprattutto la scarsa preparazione degli uffici comunali nonché dei Caf, NON LO SANNO O FANNO FINTA DI NON SAPERLO ! Comunque, che facciano finta o meno, che vi sia qualche dicitura legislativa o meno, il problema permane: COME POSSO FARE PER POTER SEPARARE IL MIO ISEE DA QUELLO DI QUESTA CARA PERSONA CHE MI OSPITA PRESSO LA SUA (ed ora anche mia) RESIDENZA ? Grazie per la risposta tecnica e spero che questo mio esempio serva anche ad altre persone: in Italia si fanno tante leggi ma poi le applicazioni lasciano molto a desiderare. E finisce che leggi buone vadano a favorire chi ha la scaltrezza e le possibilità (anche economiche!) di sfruttarle, spesso furbescamente (e, nel caso del reddito di cittadinanza, ne ho esempi pratici quotidiani!). NB Un ISEE REALE SULLA MIA SITUAZIONE mi servirebbe soprattutto per servizi SANITARI e magari anche il mio DIRITTO (stiamo parlando di DIRITTI COSTITUZIONALI) all'ISTRUZIONE SUPERIORE (giacché son poco occupata magari potrei riprendere gli studi universitari: parlano tanto di formazione ed "upgrade", e poi...). grazie.

Modificato da AbraLex

l’art. 4 del D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223 recita:
«Famiglia anagrafica: 1. Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da
vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi
dimora abituale nello stesso Comune. 2. Una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola
persona».

Nel tuo caso valgono i vincoli affettivi, che  significa che esiste una relazione di amicizia con la persona ospitante, di conseguenza per l'anagrafe costituite un'unica "famiglia"
A questa pagina trovi una risposta data da un sito del governo italiano:

--link_rimosso--

 

per stabilire quale sia il nucleo famigliare per l'Isee, puoi consultare l'art. 3 di questa circolare Inps:

Circolare numero 171 del 18-12-2014.pdf

 

Temo per te, che le risposte che ti hanno dato sia l'ufficiale d'anagrafe sia il caf siano corrette.

 

  • Grazie 1
Danielabi dice:

l’art. 4 del D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223 recita:
«Famiglia anagrafica: 1. Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da
vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi
dimora abituale nello stesso Comune. 2. Una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola
persona».

Nel tuo caso valgono i vincoli affettivi, che  significa che esiste una relazione di amicizia con la persona ospitante, di conseguenza per l'anagrafe costituite un'unica "famiglia"
A questa pagina trovi una risposta data da un sito del governo italiano:

--link_rimosso--

 

per stabilire quale sia il nucleo famigliare per l'Isee, puoi consultare l'art. 3 di questa circolare Inps:

Circolare numero 171 del 18-12-2014.pdf

 

Temo per te, che le risposte che ti hanno dato sia l'ufficiale d'anagrafe sia il caf siano corrette.

 

Grazie  Danielabi! risposta circostanziata e sollecita :)

In pratica, la condizione per non risultare un unico nucleo familiare è quella, che so, di un affittacamere o della stipula di un comodato d'uso (gratuito o meno)? Se sì, esistono modelli precostituiti presso i Comuni o in rete; si va da un notaio o semplicemente in Comune a depositare la stipula?

ps. bella la citazione della firma :)

  • Grazie 1

ma perchp pensate che la residenza vi dia delle garanzie in piu?

è una baggianata colossale.

Che garazien vi da?

la residenza è regolata dalla legge: se si dimora in un luogo occorre dichiararlo al comune e mettervi la residenza. Non è una scelta.

Ma detto questo, avere la residenza in una casa dove non si è proprietari non da' nessunissima garanzia di niente.  La proprietà puo' mandare via chi non ha contratto a prescindere da se abbia o no la residenza.

 

Detto cio', mi pare ovvio che il dare la possibilità di chiedere ilr eddito di cittadinanza, abbia paletti severi.

Altrimenti avremmo un sacco di coppie "verissime" dove uno non lavora, che chiederebbero il reddito di cittadinanza pur avendo il compagno /a benestante.  Ovvio che per alcuni furbetti, ci rimettono coloro che sono onesti.

 

 

 

 

 

  • Grazie 1
AbraLex dice:

Grazie  Danielabi! risposta circostanziata e sollecita 🙂

In pratica, la condizione per non risultare un unico nucleo familiare è quella, che so, di un affittacamere o della stipula di un comodato d'uso (gratuito o meno)? Se sì, esistono modelli precostituiti presso i Comuni o in rete; si va da un notaio o semplicemente in Comune a depositare la stipula?

ps. bella la citazione della firma 🙂

La condizione per non far parte dello stessa famiglia anagrafica e’ la mancanza dei vincoli tra i soggetti .

 

 

l’ amicizia e’ un vincolo affettivo , quindi si  fa parte della stessa famiglia anagrafica .

 

 

 

P.s. Il termine nucleo familiare e’ un termine  fiscale più che anagrafico .

 

difatti lo stato di famiglia certifica la famiglia anagrafica e non il nucleo familiare 

 

 

 

Modificato da peppe64
  • Grazie 1
peppe64 dice:

P.s. Il termine nucleo familiare e’ un termine  fiscale più che anagrafico .

 

difatti lo stato di famiglia certifica la famiglia anagrafica e non il nucleo familiare 

infatti! non capisco perché se - sì, faccio parte della "famiglia anagrafica" che siamo io ed il mio amico; ma non del nucleo familiare fiscale! se le cose sono così automatiche, allora andrebbe rivisto completamente il criterio normativo. perché uno ti può essere amico finché vuole (e cara grazia!) ma non è che gli amici poi si fanno carico di tutti i tuoi bisogni! addirittura queste cose - giustamente altre volte meno - succedono anche nelle famiglie di sangue; non è detto che un componente adulto del nucleo familiare/famiglia anagrafica - (ponendo il caso in cui coincidano, come dicevi tu possono anche non coincidere, ma da quello che sembra, SOLO se appartieni GIA' ad un altro (tipo, un separato che torna a risiedere con la famiglia di origine ma fa ancora nucleo familiare con l'ex moglie e figli) ! insomma, uno che ha poco reddito, se abita con qualcuno, viene INGLOBATO !) - solo per vincolo di sangue, venga "mantenuto" (facciamo che ha perso il lavoro?) dai suoi familiari, per quanto conviventi! è assurdo! ad ogni modo, vedo da come stanno andando le cose con il Reddito di Cittadinanza, e capisco che Questo Paese, non è assolutamente pronto per dei concetti di autonomia al passo coi tempi. perché si pensa soltanto ad approfittare di qualunque provvedimento, non chiedendosi se sia legittimo, anzi cercando escamotage per rientrare - con trucchi più o meno leciti - nei parametri.

Del resto, senza nemmeno arrivare al R.C., vedo in giro comportamenti del tipo: "porto la spazzatura nel comune confinante perché là ci sono ancora i cassonetti": traduzione: pur di non fare lo sforzo minimo di differenziare i rifiuti, ci si inventano dei trasporti (a volte persino collettivi!) per MOLLARLI ad enti locali meno virtuosi o più "arretrati" (e qui tocco un tema che in questo BLOG è particolarmente pertinente: vi immaginate se un giorno si pagasse la TASSA RIFIUTI IN BASE ALL'EFFETTIVO VOLUME PRODOTTO DAL CONTRIBUENTE? VI IMMAGINATE NEI CONDOMINI??!). E questa è già una ipotesi "virtuosa": in tanti casi li mollano ai lati delle strade, nei canali... MA COME SI FA???!!! Ah, se tanta "immaginazione" fosse messa a disposizione del buon vivere collettivo... ! Una volta avevo tanta fiducia... col passare degli anni la realtà mi sta soverchiando: per un esempio di civiltà ne vedo moltissimi incivili. Un fenomeno accresciutosi esponenzialmente negli ultimi dieci anni. SIC (e sigh!)

Modificato da AbraLex
SisterOfNight dice:

ma perchp pensate che la residenza vi dia delle garanzie in piu?

è una baggianata colossale.

Che garazien vi da?

la residenza è regolata dalla legge: se si dimora in un luogo occorre dichiararlo al comune e mettervi la residenza. Non è una scelta.

Ma detto questo, avere la residenza in una casa dove non si è proprietari non da' nessunissima garanzia di niente.  La proprietà puo' mandare via chi non ha contratto a prescindere da se abbia o no la residenza.

 

Detto cio', mi pare ovvio che il dare la possibilità di chiedere ilr eddito di cittadinanza, abbia paletti severi.

Altrimenti avremmo un sacco di coppie "verissime" dove uno non lavora, che chiederebbero il reddito di cittadinanza pur avendo il compagno /a benestante.  Ovvio che per alcuni furbetti, ci rimettono coloro che sono onesti.

 

 

 

 

 

😓....non se ne esce!

grazie SisterOfNight: vero, in effetti, la residenza ufficiale (anziché il domicilio) non dà poi, a livello legale, nessuna garanzia... Eh, ma che posso fare di più? appunto, io ed il mio amico non siamo sposati... abbiamo un legame di amicizia e non matrimoniale (sto parlando in termino non tecnici), se riesco a farmi intendere senza scendere troppo nei dettagli... (anche perché altrimenti, visto che non facciamo parte della categoria dei "furbetti", il mio problema non esisterebbe: due persone che decidono di unire responsabilmente le proprie vite, si amano, si fanno carico totalmente l'uno dell'altro, venendosi incontro per realizzare insieme - nei limiti del possibile - le proprie aspirazioni personali, oltre che gli scopi comuni familiari... E scusate se cado nel "romantico", ma la vita è un impasto cui la legge cerca di dare - appunto - normativa e razioanlità a fini sia pratici che - anche! - ideali .

Per quanto riguarda la parte sui " furbi"... ahimé... NON SE NE ESCE ! (vedi mia risposta a Beppe64)

E da questo mio dilemma - che è mio ma penso potrebbe riguardare altri casi - non se ne esce: perché sia la formula esistente, sia quella da me auspicata, finiscono - in mancanza di controlli reali (*) - per dare adito a fenomeni di 'approfittamento' indebito. La domanda sarebbe: ma è giusto che, per scongiurare le coppie disoneste, si taglino fuori le persone oneste? a me sembra che, per chi FINGE ED APPROFITTA, trovare un metodo di sfruttare la legge (anziché rispettarla) si trovi sempre. Mentre per chi ha pochi mezzi e vive onestamente, la maniera non esiste mai ... Insomma: da quel che sto vedendo attorno a me, per i furbi è SEMPRE più facile. O no?

 

ps Comunque, l'ormai mitico RdC a parte, a me la questione Isee interessa soprattutto per servizi sanitari ed istruzione: il mio "amico" (peraltro non particolarmente benestante, semplicemente una persona che ha fatto l'operaio per oltre 40 anni - a proposito: adesso è in Naspi e poi se vorrà la pensione dovrà pagarsi LUI i contributi mancanti! - e che si è costruito un minimo di sicurezza: un appartamento in un condominio degli anni 50 e che peraltro succhia denari da diversi anni, con tante opere costose di pertinenza tra tetto, fondo cortile e chi più ne ha più ne metta.... in pratica 'sto poveruomo, anziché una meritata vacanza, da diversi anni paga le spese della manutenzione straordinaria condominiale; ovviamente, è da fare, si fa!), non è che mi paghi - e nemmeno glie lo chiedo! - le spese mediche, eventuali studi, l'abbigliamento (o l'assicurazione dell'auto, etc etc).

 

(*) controlli reali: perché non si potrebbe fare come per i livelli reddituali degli artigiani? IO TI DICO CHE PER IL MIO CASO IL TUO REGOLAMENTO NON E' VALIDO: VIENI A CONTROLLARMI, se ne dubiti. Sono un artigiano (mettiamo, faccio il calzolaio) non posso pagare le tasse per il livello minimo che il Fisco mi impone poiché non ho avuto il guadagno che tu mi assegni a priori: faccio una dichiarazione dei redditi fuori dai livelli preimpostati e - se non  mi credi - vieni pure a controllarmi ! Bene: faccio parte della famiglia anagrafica di Tizio Caio; ma non abbiamo una unione di redditi: vivo esclusivamente del mio: vieni a controllarmi anche i movimenti bancari, se non ci credi ! Eh !👐

 

pps. inciso sulle spese condominiali, visto che siamo in un blog che tratta di condomini : oggi le spese di manutenzione straordinaria; per OLTRE DIECI ANNI, le spese ORDINARIE anche per altre famiglie (non voglio specificare la provenienza geografica), in cui il Capofamiglia non si sognava minimamente di andare a lavorare (anche perché figura religiosa nella sua comunità), le cui bollette venivano pagate dal Comune di residenza e la spesa veniva spesso fatta per loro dalla Caritas. ecco, tanto per dire... Tra l'altro, bravissime persone, niente da dire, forse addirittura hanno data la possibilità alla figlia maggiore di istruirsi (una ragazza dolce ed intelligente, peccato che ad un certo punto della sua vita, non la si è praticamente vista più... ed io mi chiedevo: sarà andata in sposa ed avrà terminato di poter mettere a frutto, anche pubblico, la sua bella intelligenza?). Brave persone le quali però a livello condominiale economico ci hanno appesantiti per anni ed anni.... Alla fine si sono dovuti trasferire altrove perché un bel giorno ci ha pensato la BANCA (dopo oltre dieci anni) a metter all'asta l'appartamento.... : ovviamente questo non ha avuto nessun effetto compensativo per noi condomini, "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato"... (una storia come tante, che descrivo senza giudizio morale, ovviamente).

Modificato da AbraLex
[riordino nel corpo del testo]
AbraLex dice:

da quel che sto vedendo attorno a me, per i furbi è SEMPRE più facile. O no?

Diciamo che grazie ai furbi, a volte, è piu' complesso per gli altri.

Abralex, puoi avere ragione da vendere, ma allo stato attuale delle cose....così è.

  • Confuso 1
SisterOfNight dice:

Detto cio', mi pare ovvio che il dare la possibilità di chiedere ilr eddito di cittadinanza, abbia paletti severi.

Altrimenti avremmo un sacco di coppie "verissime" dove uno non lavora, che chiederebbero il reddito di cittadinanza pur avendo il compagno /a benestante.  Ovvio che per alcuni furbetti, ci rimettono coloro che sono onesti.

😓... non se ne esce, a quanto pare!😭

Sono più che d'accordo per i paletti severi. Come esprimevo già a Beppe64, pare che non siamo (ancora? mai?) il Paese giusto per provvedimenti moderni che starebbero benissimo in Svezia o Germania (dove infatti ci sono! e non da ora!). Siamo troppo abituati a fare i  furbi! Credevo fosse una sorta di luogo comune o comunque retrivo, in superamento. Invece... addirittura siamo peggiorati! E lo vedo proprio con questa storia del RdC, e sto parlando della ricca provincia di Milano! Vero è che quando andavo all'Università, venti anni fa, all'Ufficio dell'Isu, per le esenzioni o riduzioni sulle tasse, anziché io (famiglia di 5 persone, lavorava solo mio padre, impiegato ordinario), ci vedevo andare e venire ragazze vestite firmate e col padre che veniva a prenderle in auto lussuosa (in Centro a Milano). non sono il tipo che tende a generalizzare (faccio un mestiere che mi porta ad indagare la realtà, non a raffazzonare luoghi comuni), ma queste cose le vedevo allora (e ne rimanevo perplessa e delusa; speravo sempre che  quanto io vedevo fossero solo casi sporadici) e oggi le consto in tante altre situazioni, ahimé! Ricordo che mio nonno (operaio-elettricista in una nota azienda tessile) per diversi anni, ovvero per tutto il tempo che un certo giornale locale usò pubblicare questa "classifica", risultava tra i più facoltosi della cittadina. Dietro, ma molto indietro, gioiellieri (ne avevamo due in città, entrambi con redditi da servizi sociali), commercianti (boutique di abbigliamento, per esempio), professionisti... 😳BAH! anche qui, mettiamo il beneficio del dubbio? magari son distorti ricordi di famiglia...? (no) NBB. molti di quelli, sono oggi "PENSIONI MINIME" ! cari miei... perché la catena si autoalimenta... #unavitadaimbroglioniaspesealtrui

Danielabi dice:

per stabilire quale sia il nucleo famigliare per l'Isee, puoi consultare l'art. 3 di questa circolare Inps:

Circolare numero 171 del 18-12-2014.pdf

Dall'art. 3

Per le persone in convivenza anagrafica, ovvero coabitanti per motivi religiosi, di cura, di assistenza, militari, di pena e simili, si confermano, in via generale, le disposizioni previgenti, per le quali i soggetti in tale condizione fanno nucleo a sé stante.

 

Potrebbe AbraLex rientrare in uno di questi casi ad es. come donna delle pulizie o cameriera del suo amico in cambio di alloggio?

  • Grazie 1
Danielabi dice:

Diciamo che grazie ai furbi, a volte, è piu' complesso per gli altri.

Abralex, puoi avere ragione da vendere, ma allo stato attuale delle cose....così è.

...già!😓 Danielabi 

:) grazie degli interventi a tutti... non pensavo quando sono incappata in questo blog, di trovare davvero (ci sono milioni di blog inutili e pieni di stupidate) persone attente, preparate ed interessate. una scoperta positiva! :)

Modificato da AbraLex
punteggiatura
Athena T. dice:

Potrebbe AbraLex rientrare in uno di questi casi ad es. come donna delle pulizie o cameriera del suo amico in cambio di alloggio?

Potrebbe, nel rispetto dei contratti relativi a chi effettua servizi domestici. Attualmente mi risulta che possano essere trattati economicamente con i nuovi voucher, non so se e come sia possibile sostenere che il servizio è reso solo per avere l'alloggio.

AbraLex dice:

Vero è che quando andavo all'Università, venti anni fa, all'Ufficio dell'Isu, per le esenzioni o riduzioni sulle tasse, anziché io (famiglia di 5 persone, lavorava solo mio padre, impiegato ordinario), ci vedevo andare e venire ragazze vestite firmate e col padre che veniva a prenderle in auto lussuosa (in Centro a Milano).

Parecchi anni fa, all'epoca della mia prima laurea, l'Università di Bologna richiedeva l'ISEE dell'intera famiglia se lo studente, pur essendo solo nello stato di famiglia e come residenza, abitava in un immobile dato in comodato da un membro della famiglia stessa.

Vivevo con uno stipendio da fame e nessun aiuto economico, avrei meritato la borsa, ma le norme dicevano così.

 

Ho imparato abbastanza presto a vedere nel nostro stato un cattivo padre di famiglia che non dà a chi merita ed elargisce a piene mani ai furbetti.

 

 

  • Disapprovo 1
Athena T. dice:

Parecchi anni fa, all'epoca della mia prima laurea, l'Università di Bologna richiedeva l'ISEE dell'intera famiglia se lo studente, pur essendo solo nello stato di famiglia e come residenza, abitava in un immobile dato in comodato da un membro della famiglia stessa.

Vivevo con uno stipendio da fame e nessun aiuto economico, avrei meritato la borsa, ma le norme dicevano così.

 

Ho imparato abbastanza presto a vedere nel nostro stato un cattivo padre di famiglia che non dà a chi merita ed elargisce a piene mani ai furbetti.

...ti ringrazio di questa tua condivisione di storia personale. complimenti per avercela fatta (ed anche se non ce la avessi fatta, complimenti per averci provato in quelle condizioni). 🎓 mi è di sollievo sapere di esperienze altrui, virtuose, e di non esser l'unica ad aver "visto" (o sperimentato) situazioni non "giuste" .

 

Athena T. dice:

Perché il "disapprovo"? 🙂

 

Presumo che alcuni utenti utilizzino "le quattro faccine" solo per esprimere lo stato emotivo in relazione alla vicenda descritta, senza disapprovare o approvare il contenuto stesso.

Probabilmente Abra intendeva esprimere "dispiacere", con una faccina triste, senza conoscere il significato attribuito al "quartetto" di like/confuso/disapprovo/grazie. 😊

Athena T. dice:

Perché il "disapprovo"? :-)

 

😳eh, ho fatto la reazione alla facebook! dove c'è sempre l'equivoco: il mi piace (o nonmipiace) va al contenuto o al post ? eheheh! 😉 problematiche comunicazionali nell'era dei social! 😅 ho tentato di cambiare la 'reazione' (valutando che magari questa piattaforma "indicizzi" in base a positivo/negativo il profilo dell'utente), ma non me lo ha permesso! scusa!🙏

Danielabi dice:

Presumo che alcuni utenti utilizzino "le quattro faccine" solo per esprimere lo stato emotivo in relazione alla vicenda descritta, senza disapprovare o approvare il contenuto stesso.

Probabilmente Abra intendeva esprimere "dispiacere", con una faccina triste, senza conoscere il significato attribuito al "quartetto" di like/confuso/disapprovo/grazie. 😊

difatti! su Fb, per esempio e conoscenza, ci sono tre modalità di "faccine": a marcatura del post; nel testo oppure nella redazione del post, come categoria dello stesso. per non farla lunga, tralascio i primi due (che conoscete senz'altro e nel primo rientra anche il caso di equivoco del mio 'disapprovo' di poco fa alla risposta - bella! - di Athena T), e mi concentro su quest'ultimo (categoria post), il "MI SENTO": ebbene, non lo utilizzo praticamente mai poiché non mi trovo in accordo tra l'emoji e la sua descrizione verbale !😉

AbraLex dice:

difatti! su Fb, per esempio e conoscenza, ci sono tre modalità di "faccine": a marcatura del post; nel testo oppure nella redazione del post, come categoria dello stesso. per non farla lunga, tralascio i primi due (che conoscete senz'altro e nel primo rientra anche il caso di equivoco del mio 'disapprovo' di poco fa alla risposta - bella! - di Athena T), e mi concentro su quest'ultimo (categoria post), il "MI SENTO": ebbene, non lo utilizzo praticamente mai poiché non mi trovo in accordo tra l'emoji e la sua descrizione verbale !😉

Eh....social che vai, regola che trovi! ☺️

Ah ah 

Non posso né ringraziarvi né mettervi cuoricini perché per oggi li ho finiti!!! 

Athena T. dice:

Ah ah 

Non posso né ringraziarvi né mettervi cuoricini perché per oggi li ho finiti!!! 

spendacciona!! 😂   👍

Athena T. dice:

Parecchi anni fa, all'epoca della mia prima laurea, l'Università di Bologna richiedeva l'ISEE dell'intera famiglia se lo studente, pur essendo solo nello stato di famiglia e come residenza, abitava in un immobile dato in comodato da un membro della famiglia stessa.

Vivevo con uno stipendio da fame e nessun aiuto economico, avrei meritato la borsa, ma le norme dicevano così.

 

Ho imparato abbastanza presto a vedere nel nostro stato un cattivo padre di famiglia che non dà a chi merita ed elargisce a piene mani ai furbetti.

 

 

Se ricordo bene arrivarono a ciò perché ci fu lo scandalo del figlio di un noto imprenditore multimiliardario che si cuccava esenzioni e borsa di studio in quanto risultava nullatenente, senza reddito ma in affitto.

Se quello tra AbraLex e il suo coinquilino è un rapporto di semplice conoscenza o amicizia, senza implicazioni affettive/sentimentali, non mi sembra corretto sia considerata un'unica famiglia; non si tratta di trovare il modo per aggirare le normative, bensì quello di applicarle in modo equo.

E fare un contratto di comodato dando in uso gratuito la stanza da letto, un bagno e utilizzo comune del reparto giorno?

O un contratto di affitto?

Conosco una ragazza che per problemi economici ha dato in affitto con regolare contratto di locazione parte del suo appartamento, appunto camera e bagno con cucina/soggiorno in uso comune; lei ha mantenuto lì la sua residenza, il conduttore ha chiesto la sua nello stesso appartamento, ma non compaiono nello stesso stato di famiglia. In effetti, non sono una famiglia essendo due persone tra loro estranee.

Il contratto è stato fatto qualche anno ma è ancora attivo e non ha mai avuto problemi, però magari adesso le regole sono diventate più rigide.

Modificato da Sjlva
Sjlva dice:

Se quello tra AbraLex e il suo coinquilino è un rapporto di semplice conoscenza o amicizia, senza implicazioni affettive/sentimentali

"Amicizia" implica vincoli affettivi.

 

Sjlva dice:

fare un contratto di comodato dando in uso gratuito la stanza da letto, un bagno e utilizzo comune del reparto giorno?

O un contratto di affitto?

Non risolverebbe il problema. Se coabitano, prescindendo dal titolo (comodato o locazione), poiché esiste uno dei vincoli ex art. 4 del regolamento anagrafico, formano necessariamente un'unica famiglia anagrafica.

Linus24 dice:

"Amicizia" implica vincoli affettivi.

 

Non risolverebbe il problema. Se coabitano, prescindendo dal titolo (comodato o locazione), poiché esiste uno dei vincoli ex art. 4 del regolamento anagrafico, formano necessariamente un'unica famiglia anagrafica.

Sono diversi i casi di persone che si conoscono, addirittura amici, che decidono di abitare nello stesso appartamento per dividere le spese: chi si sposta per lavoro, chi si sposta per studio.... Queste persone, allora, chiedendo la residenza nell'abitazione diventano automaticamente una famiglia anagrafica?

Sinceramente non mi sembrerebbe corretto, il termine "vincoli affettivi" mi sembrerebbe riferito a un legame di coppia, però ammetto che potrebbe essere un'interpretazione sbagliata; ma al di là di questo come fa il funzionario dell'ufficio anagrafe sapere che tipo di rapporto c'è tra coinquilini? O perché c'è la stessa residenza li considerano "senza ombra di dubbio" un'unica famiglia anagrafica?

Prima ho portato l'esperienza di una persona che conosco e che non ha avuto questo problema, per cui mi viene da pensare che probabilmente non tutti i Comuni agiscano allo stesso modo.

Modificato da Sjlva
Ospite
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