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MaryPerSempre

Ancora riscaldamento centralizzato.

Allora, sempre con il solito problema del riscaldamento centralizzato e della norma UNI per la ripartizione delle spese involontarie. Premetto che sono sempre la condomina che non riesce a far derogare una ripartizione che consente spese involontarie di 88/97 per mille all'ultimo piano e 8 per mille al piano centrale (UN'INDECENZA!!!), e segnalo dunque quanto segue: si sta evidentemente realizzando quanto prevedibile ovvero che, chi gia' contribuisce ai costi di riscaldamento con una quota media di 700,00 euro all'anno di involontaria preferisce non aprire i termoregolatori (=le valvole per il riscaldamento volontario) nemmeno di un punto ed 'arrangiarsi' a modo proprio per climatizzare gli ambienti, mentre gli appartamenti ai piani centrali che pagano una quota involontaria di 50,00 euro e che evidentemente NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE DEROGARE QUESTA TABELLA INIQUA, temono di dover pagare uno scatto di termovalvola ad una cifra 'spropositata' dovendo dividere alla fine tra di loro la maggior parte di "torta della spesa di gasolio". Cio' premesso corre voce che questi ultimi vogliano imporre a tutti un consumo minimo, ovvero imporre a tutti i condomini di tenere almeno un'ora i termosifoni accesi onde calmierare fra tutti la spesa di combustibile e non soltanto tra coloro che hanno quota di spesa involontaria piu' ridotta. MA E' POSSIBILE TUTTO CIO'? A me pare una vera iniquita' il fatto che si costringa gente a pagare il riscaldamento e a non usarlo e poi, evidentemente, la si costringa ad usarlo per spalmare la fetta restante di spesa. Una delibera di questo tipo mi parrebbe piu' da denuncia che non da impugnazione, ma, ignorante in materia, chiedo un orientamento a chi ne sa' piu' di me e soprattutto dei riferimenti normativi 'ad-hoc' visto che, giustamente, sono richiesti (anche dalla sottoscritta) in sede assembleare.

MaryPerSempre dice:

Allora, sempre con il solito problema del riscaldamento centralizzato e della norma UNI per la ripartizione delle spese involontarie. Premetto che sono sempre la condomina che non riesce a far derogare una ripartizione che consente spese involontarie di 88/97 per mille all'ultimo piano e 8 per mille al piano centrale (UN'INDECENZA!!!), e segnalo dunque quanto segue: si sta evidentemente realizzando quanto prevedibile ovvero che, chi gia' contribuisce ai costi di riscaldamento con una quota media di 700,00 euro all'anno di involontaria preferisce non aprire i termoregolatori (=le valvole per il riscaldamento volontario) nemmeno di un punto ed 'arrangiarsi' a modo proprio per climatizzare gli ambienti, mentre gli appartamenti ai piani centrali che pagano una quota involontaria di 50,00 euro e che evidentemente NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE DEROGARE QUESTA TABELLA INIQUA, temono di dover pagare uno scatto di termovalvola ad una cifra 'spropositata' dovendo dividere alla fine tra di loro la maggior parte di "torta della spesa di gasolio". Cio' premesso corre voce che questi ultimi vogliano imporre a tutti un consumo minimo, ovvero imporre a tutti i condomini di tenere almeno un'ora i termosifoni accesi onde calmierare fra tutti la spesa di combustibile e non soltanto tra coloro che hanno quota di spesa involontaria piu' ridotta. MA E' POSSIBILE TUTTO CIO'? A me pare una vera iniquita' il fatto che si costringa gente a pagare il riscaldamento e a non usarlo e poi, evidentemente, la si costringa ad usarlo per spalmare la fetta restante di spesa. Una delibera di questo tipo mi parrebbe piu' da denuncia che non da impugnazione, ma, ignorante in materia, chiedo un orientamento a chi ne sa' piu' di me e soprattutto dei riferimenti normativi 'ad-hoc' visto che, giustamente, sono richiesti (anche dalla sottoscritta) in sede assembleare.

Buongiorno,

dal mio punto di vista probabilmente non utilizzate il correttivo del fattore d'uso sulla quota involontario.

Tale procedimento consente di spalmare la spesa del riscaldamento su tutti i condomini, in modo più equo.

Mi sembra infatti di capire che moltissime persone non utilizzano il riscaldamento in modo totale, questo quindi fa assumere alla quota involontaria valore percentuale molto superiore a quello definito o in assemblea o in progetto.

Conseguentemente penalizza gli appartamenti con maggior consumo.

Se invece il calcolo delle involontario avviene secondo il coefficiente di utilizzo, tale ulteriore aggravio non si realizza.

Se invece utilizzate una quota involontaria in percentuale fissa, alla riduzione del consumo dovuta al minor utilizzo dell'impianto, tale percentuale riduce ulteriormente ed in modo errato i consumi involontari.

Conseguentemente chi consuma di più, paga nella propria quota di volontario anche l'involontario non pagato da altri.

Può sembrare strano, Ma basta una semplice analisi matematica del processo per dimostrarlo. 

 

 

Un'altra cosa che mi balza all'occhio il rapporto di quota involontaria tra gli estremi e medi. 

Mi sembra di capire che lei indichi gli estremi come 97 millesimi e i medi con 8 millesimi.

Con buona probabilità gli appartamenti estremi sono molto più grandi dei medi.

Valutare la quota di consumo involontario senza considerare le dimensioni dell'appartamento fa incorrere in gravissimi errori.

 

 

 

Modificato da Nanojoule
MaryPerSempre dice:

Allora, sempre con il solito problema del riscaldamento centralizzato e della norma UNI per la ripartizione delle spese involontarie. Premetto che sono sempre la condomina che non riesce a far derogare una ripartizione che consente spese involontarie di 88/97 per mille all'ultimo piano e 8 per mille al piano centrale (UN'INDECENZA!!!), e segnalo dunque quanto segue: si sta evidentemente realizzando quanto prevedibile ovvero che, chi gia' contribuisce ai costi di riscaldamento con una quota media di 700,00 euro all'anno di involontaria preferisce non aprire i termoregolatori (=le valvole per il riscaldamento volontario) nemmeno di un punto ed 'arrangiarsi' a modo proprio per climatizzare gli ambienti, mentre gli appartamenti ai piani centrali che pagano una quota involontaria di 50,00 euro e che evidentemente NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE DEROGARE QUESTA TABELLA INIQUA, temono di dover pagare uno scatto di termovalvola ad una cifra 'spropositata' dovendo dividere alla fine tra di loro la maggior parte di "torta della spesa di gasolio". Cio' premesso corre voce che questi ultimi vogliano imporre a tutti un consumo minimo, ovvero imporre a tutti i condomini di tenere almeno un'ora i termosifoni accesi onde calmierare fra tutti la spesa di combustibile e non soltanto tra coloro che hanno quota di spesa involontaria piu' ridotta. MA E' POSSIBILE TUTTO CIO'? A me pare una vera iniquita' il fatto che si costringa gente a pagare il riscaldamento e a non usarlo e poi, evidentemente, la si costringa ad usarlo per spalmare la fetta restante di spesa. Una delibera di questo tipo mi parrebbe piu' da denuncia che non da impugnazione, ma, ignorante in materia, chiedo un orientamento a chi ne sa' piu' di me e soprattutto dei riferimenti normativi 'ad-hoc' visto che, giustamente, sono richiesti (anche dalla sottoscritta) in sede assembleare.

La problematica è annosa: le tabelle millesimali secondo UNI, si sa, non sono assolutamente favorevoli ai piani estremi o più esposti, non tengono conto di concetti di solidarietà come in precedenza e del fatto che chi ha comprato, quando ha comprato, non poteva certo immaginare che la coibentazione dell'edificio a quell'epoca non fosse adeguata alle "esigenze" odierne.

La legge consentirebbe di derogare e adottare millesimi  più equi, purtroppo deve essere approvata a maggioranza dall'assemblea e spesso la  maggioranza è ovviamente contraria.

Se poi consideri che chi è nella tua situazione, oltre la penalizzazione dei millesimi di INV, è penalizzato anche dai maggiori consumi (se ti vuoi riscaldare), è tutto detto ...

MaryPerSempre dice:

corre voce che questi ultimi vogliano imporre a tutti un consumo minimo, ovvero imporre a tutti i condomini di tenere almeno un'ora i termosifoni accesi

l'assemblea non può assolutamente deliberare una simile mostruosità, ognuno è assolutamente libero di consumare e scaldarsi o non scaldarsi e non consumare. Un obbligo del genere inciderebbe sui diritti personali e credo che l'eventuale delibera sarebbe totalmente "nulla"!

MaryPerSempre dice:

Allora, sempre con il solito problema del riscaldamento centralizzato e della norma UNI per la ripartizione delle spese involontarie. Premetto che sono sempre la condomina che non riesce a far derogare una ripartizione che consente spese involontarie di 88/97 per mille all'ultimo piano e 8 per mille al piano centrale (UN'INDECENZA!!!), e segnalo dunque quanto segue: si sta evidentemente realizzando quanto prevedibile ovvero che, chi gia' contribuisce ai costi di riscaldamento con una quota media di 700,00 euro all'anno di involontaria preferisce non aprire i termoregolatori (=le valvole per il riscaldamento volontario) nemmeno di un punto ed 'arrangiarsi' a modo proprio per climatizzare gli ambienti, mentre gli appartamenti ai piani centrali che pagano una quota involontaria di 50,00 euro e che evidentemente NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE DEROGARE QUESTA TABELLA INIQUA, temono di dover pagare uno scatto di termovalvola ad una cifra 'spropositata' dovendo dividere alla fine tra di loro la maggior parte di "torta della spesa di gasolio". Cio' premesso corre voce che questi ultimi vogliano imporre a tutti un consumo minimo, ovvero imporre a tutti i condomini di tenere almeno un'ora i termosifoni accesi onde calmierare fra tutti la spesa di combustibile e non soltanto tra coloro che hanno quota di spesa involontaria piu' ridotta. MA E' POSSIBILE TUTTO CIO'? A me pare una vera iniquita' il fatto che si costringa gente a pagare il riscaldamento e a non usarlo e poi, evidentemente, la si costringa ad usarlo per spalmare la fetta restante di spesa. Una delibera di questo tipo mi parrebbe piu' da denuncia che non da impugnazione, ma, ignorante in materia, chiedo un orientamento a chi ne sa' piu' di me e soprattutto dei riferimenti normativi 'ad-hoc' visto che, giustamente, sono richiesti (anche dalla sottoscritta) in sede assembleare.

La problematica è annosa: le tabelle millesimali secondo UNI, si sa, non sono assolutamente favorevoli ai piani estremi o più esposti, non tengono conto di concetti di solidarietà come in precedenza e del fatto che chi ha comprato, quando ha comprato, non poteva certo immaginare che la coibentazione dell'edificio a quell'epoca non fosse adeguata alle "esigenze" odierne.

La legge consentirebbe di derogare e adottare millesimi  più equi, purtroppo deve essere approvata a maggioranza dall'assemblea e spesso la  maggioranza è ovviamente contraria.

Se poi consideri che chi è nella tua situazione, oltre la penalizzazione dei millesimi di INV, è penalizzato anche dai maggiori consumi (se ti vuoi riscaldare), è tutto detto ...

MaryPerSempre dice:

corre voce che questi ultimi vogliano imporre a tutti un consumo minimo, ovvero imporre a tutti i condomini di tenere almeno un'ora i termosifoni accesi

l'assemblea non può assolutamente deliberare una simile mostruosità, ognuno è assolutamente libero di consumare e scaldarsi o non scaldarsi e non consumare. Un obbligo del genere inciderebbe sui diritti personali e credo che l'eventuale delibera sarebbe totalmente "nulla"!

MaryPerSempre dice:

Cio' premesso corre voce che questi ultimi vogliano imporre a tutti un consumo minimo, ovvero imporre a tutti i condomini di tenere almeno un'ora i termosifoni accesi onde calmierare fra tutti la spesa di combustibile e non soltanto tra coloro che hanno quota di spesa involontaria piu' ridotta. MA E' POSSIBILE TUTTO CIO'? 

Infatti questa è una vera e propria sciocchezza.

Per spendere meno impongono di consumare di più?

Permettetemi..... Ma mi sembra una grande stupidata.

Far credere che la propria fetta di consumo sia più piccola perché ingrandisco le altre?

Assurdo.

 

Se volete far spendere, allora fate un investimento.

 

Seguite quello che il messaggio della uni 10200, norma che vi rende consapevoli dei consumi e chr  porta ad esecuzione degli isolamenti termici per ridurli.

 

Integrando l'attuale sistema edificio impianto con isolamenti termici pagati dal condominio, si otterrebbero molteplici vantaggi.

 

A) Riduzione dei consumi globali di impianto.

B) diminuzione della quota consumo involontario pian estremi e aumento di quella piano intermedio

C) minore spesa di intervento isolamento per i piani estremi perché il concorso dei medi (in funzione della quota di proprietà condominiale) riduce loro questa spesa

D) Utilizzo della spesa ai fini fiscali.

E) aumento del valore d'immobile.

 

Vi sembra poco?

 

Se volete continuate a litigare  su come dividere in parti più o meno uguali una grande spesa.

Ritengo molto più intelligente ridurre la spesa..... E poi dividerla come da normative in essere.

 

 

Modificato da Nanojoule
Nanojoule dice:

Se volete far spendere, allora fate un investimento.

Anche questo è in molti casi opinabile: ci sono edifici complessi dove è tutt'altro che facile ed economico fare un "cappotto"  e farlo realmente efficiente.

Se devi spendere un tot per averne un beneficio del 5-10% pensi sia economicamente conveniente?

Devi anche considerare in quanti anni ammortizzeresti la spesa: 10? 100?

marcog dice:

Anche questo è in molti casi opinabile: ci sono edifici complessi dove è tutt'altro che facile ed economico fare un "cappotto"  e farlo realmente efficiente.

Se devi spendere un tot per averne un beneficio del 5-10% pensi sia economicamente conveniente?

Devi anche considerare in quanti anni ammortizzeresti la spesa: 10? 100?

A questo si risponde con una semplicissima diagnosi energetica.

Le modalità di intervento divengono frutto dello studio eseguito, il tempo di ammortamento delle stesse e chiaramente indicato nell' elaborato, al pari della tipologia di interventi.

Il condominio potrà quindi scegliere quale interventi eseguire in funzione del tempo di ammortamento, operazione che potrà essere eseguita in modo totale o parziale.

 

Il costo di una diagnosi energetica non è assolutamente eccessivo, cifra che ritengo essere molto bassa rispetto all'efficacia sotto il profilo dei costi della stessa.

 

la diagnosi energetica consente di avere la corretta informazione sul proprio sistema edificio impianto, quindi di eseguire le migliori azioni possibili per ridurne il consumo e aumentarne l'efficienza.

Modificato da Nanojoule

Intanto ringrazio tutti. INCREDIBILE COME SOTTO FERRAGOSTO si possano avere in un forum online tutte queste utili risposte in una mezz'oretta di tempo! GRAZIE A TUTTI. Aggiungo una cosa per Nanojoule: singeramente non ho capito su quali basi si fonda tale differenza. In realta' gli appartamenti sono molto simili tra loro con metrature che vanno dai 65 mq come il mio ad un massimo credo di 95-97 mq ma non fornisco, ovviamente, garanzie su questo. So solo che ho visto ad occhio gli appartamenti dell'ultimo piano sui quali gravano le maggiori spese involontarie e non ho notato grossissime differenze rispetto al mio che e' di 65 mq.

Non so' che dire, l'ingegnere che ha stilato questo riparto ha detto che ha considerato esposizione al sole, grandezza volumetrica, presenza di doppi vetri certificata a norma, isolamenti termici murari e roba del genere e poi, ovviamente, il fatto che il lastrico solare non sia coibentato e ben isolato. PS: in ultima istanza segnalo che, ovviamente, la tabella di spesa involontaria non e' stata mai confermata in assemblee anche pregresse (e' stata ovviamente deliberata pero' la nomina di un ingegnere qualificato per predisporla) ed e' sempre stata contestata da molti condomini, tra cui la sottoscritta.

MaryPerSempre dice:

Intanto ringrazio tutti. INCREDIBILE COME SOTTO FERRAGOSTO si possano avere in un forum online tutte queste utili risposte in una mezz'oretta di tempo! GRAZIE A TUTTI. Aggiungo una cosa per Nanojoule: singeramente non ho capito su quali basi si fonda tale differenza. In realta' gli appartamenti sono molto simili tra loro con metrature che vanno dai 65 mq come il mio ad un massimo credo di 95-97 mq ma non fornisco, ovviamente, garanzie su questo. So solo che ho visto ad occhio gli appartamenti dell'ultimo piano sui quali gravano le maggiori spese involontarie e non ho notato grossissime differenze rispetto al mio che e' di 65 mq.

Non so' che dire, l'ingegnere che ha stilato questo riparto ha detto che ha considerato esposizione al sole, grandezza volumetrica, presenza di doppi vetri certificata a norma, isolamenti termici murari e roba del genere e poi, ovviamente, il fatto che il lastrico solare non sia coibentato e ben isolato. PS: in ultima istanza segnalo che, ovviamente, la tabella di spesa involontaria non e' stata mai confermata in assemblee anche pregresse (e' stata ovviamente deliberata pero' la nomina di un ingegnere qualificato per predisporla) ed e' sempre stata contestata da molti condomini, tra cui la sottoscritta.

A Ferragosto sia più tempo da dedicare alle belle cose.

Probabilmente condominioweb è catalogato come tale.

 

In merito alla differenza di quote involontarie e a quanto da lei comunicato, quindi tabella stilata da un ingegnere e mai confermata, ritengo vi dobbiate adeguare alle normative nazionali.

Se non avete mai accettato la tabella dell'ingegnere, con buona probabilità non siete in regime divisione uni 10200, Quindi siete indi deroga (.... ahimè..).

Tale situazione penalizza ulteriormente il consumo involontario in caso di non utilizzo totale di impianto.

Per risolvere la situazione conformatevi alla normativa in essere, dando un occhio anche alla ripartizione fatta dall'ingegnere perché la differenza è indicata tra piani medi ed estremi è troppa...... Fatevi riconfermare quanto da lui calcolato.

 

Sintesi estrema: adeguatevi alla normativa....... probabilmente le differenze rilevanti scompariranno.

Modificato da Nanojoule
Nanojoule dice:

Se non avete mai accettato la tabella dell'ingegnere, con buona probabilità non siete in regime divisione uni 10200, Quindi siete indi deroga (.... ahimè..).

Mi scusi, non mi e' chiaro questo aspetto. Premetto: il condominio in questione era gia' provvisto di termovalvole nel 2016 ma nessuno informo' all'epoca della possibilita' di evitare una rielaborazione millesimale delle spese involontarie su base UNI, quindi si ando' (io non ero ancora proprietaria) in assemblea un po' disinformati e qui venne nominato un ingegnere appunto per redigere un'analisi energetica che comunque ha portato all'elaborazione da parte dello stesso ingegnere della 'Tabella incriminata'. In precedenza veniva usata la ripartizione della quota involontaria mediante percentuali di proprieta' immobiliare (a quanto mi risulta), una volta elaborati i nuovi millesimi tuttavia, gli stessi sono stati applicati dall'amministratrice senza consultazione dell'assemblea condominiale in quanto la stessa aveva gia', preventivamente, deliberato per la nomina del professionista e quindi, con la successiva assemblea ordinaria e' entrata gia' in essere la nuova tabella-riscaldamento. Il rendiconto in questione e' stato solo verbalmente (non legalmente) contestato da una certa quota parte di condomini piu' svantaggiati e cosi' si e' proseguito sino ad oggi in cui i consumi volontari stanno, evidentemente, crollando e, con quelli, anche il malcontento generale. Cosa significa dunque l'espressione "Quindi siete indi in deroga" succitata? Mi scusi l'ignoranza ma sono qui per questo.

MaryPerSempre dice:

venne nominato un ingegnere appunto per redigere un'analisi energetica che comunque ha portato all'elaborazione da parte dello stesso ingegnere della 'Tabella incriminata'.

Riepilogo:

- corretta la nomina e la predisposizione del progetto tecnico come da UNI (dovreste anche avere, oltre alle termovalvole, anche i ripartitori sui termosifoni).

- il progetto e la tabella millesimale sarebbero dovute essere esplicitamente approvate dall'assemblea e non semplicemente applicate dall'amministratrice, nessuno (né l'ingegnere né l'amministratrice) può "imporvi" nulla, per assurdo neppure l'applicazione della UNI, tutto deve essere deciso dall'assemblea!

- il progetto dovrebbe anche evidenziare se esiste un divario superiore al 50% tra i fabbisogni termici minimo-massimo (minimo=+favorito, massimo= -favorito): se questo divario esiste, la legge vi consente di derogare e scegliere una %INV tra 0 e 30% e/o una tabella millesimale più gradita ed equa (a vostra scelta, tra cui normalmente quella già precedentemente in vigore). Però questa decisione (di derogare etc.) deve essere assunta a maggioranza (spesso impossibile per la contrarietà dei +favoriti usualmente in maggioranza).

- se, come dici, il malcontento è generale, potrebbe esistere un maggioranza a favore e potreste deliberare di derogare (non tanto riguardo alla %INV, che potrebbe avere un impatto limitato: quello che non pagate come INV, lo pagate come VOL) quanto per riutilizzare la vecchia tabella millesimale più equa e solidale.

Si', esatto marcog. Ci avevo pensato ma temo che, questi dell'8-10 per mille come li chiamo io, non si convinceranno prima che tutto il primo e ultimo piano non si decidano a chiudere completamente le termovalvole (=non far scattare, nelle loro abitazioni, nemmeno un punto di consumo volontario). Ora, siccome i piani centrali stanno 'fiutando l'aria che tira', puntano a imporre un minimo consumo volontario in modo da non doverselo poi dividere solo tra di loro e senza nemmeno avvantaggiarsi di una 'base' (1 piano) e di una 'copertura' (ultimo piano) riscaldate a spese altrui...

tira anche aria di divieto di qualsiasi altro surrogato autonomo di riscaldamento tipo stufette a gas o roba del genere, insomma... non e' una situazione positiva per nessuno purtroppo. Tutta colpa di sta UNI del cavolo (scusate l'espressione), prima infatti pare che tutte queste difficolta' in condominio non esistessero proprio. Con cio' mi pare che non siamo assolutamente in una situazione di deroga in quanto, per quella, occorrerebbe richiedere all'ingegnere in questione un'ulteriore perizia asseverata che dichiari la variazione di fabbisogno energetico per metro quadro tra distinti appartamenti superiore del 50%. Cosa che non mi risulta sia mai stata elaborata e nemmeno richiesta. Proporro' alla prossima assemblea di settembre una cosa del genere ma son certa che le mie aspettative andranno deluse in quanto la maggioranza dei piani centrali non ha ancora inquadrato bene, a mio avviso, che con questo modus-procedendi si finira' per chiudere completamente il centralizzato (e loro sarebbero chiaramente, a questo punto, i piu' svantaggiati).

MaryPerSempre dice:

Ora, siccome i piani centrali stanno 'fiutando l'aria che tira', puntano a imporre un minimo consumo volontario in modo da non doverselo poi dividere solo tra di loro e senza nemmeno avvantaggiarsi di una 'base' (1 piano) e di una 'copertura' (ultimo piano) riscaldate a spese altrui..

Come detto prima contattate l'ingegnere, fatevi spiegare bene il senso della norma UNI 10200, applicate la corretta partizione e uscite dal sistema misto (né carne e né pesce) in cui ora vi trovate.

Utilizzando corretti parametri di addebito avrete sicuramente una partizione più equa.

 

Vi informo che la normativa in essere prevede sanzioni salate per i condomini non in regola.

quindi correte il rischio di pagare una multa pesante con l'obbligo comunque di regolarizzarsi subito.

Nanojoule dice:

corretta partizione e uscite dal sistema misto (né carne e né pesce)

Mi scusi Nanojoule, ma cosa intende per 'sistema misto'? Noi stiamo applicando la norma UNI mi pare, anche se le relative tabelle son state approvate solo implicitamente tramite nomina perito e mai esplicitamente tramite approvazione assembleare. Cosa non va esattamente? A parte i numeri, poco comprensibili a tutti noi profani, di questa tabella.

PS: ovviamente son state, a piu' riprese, richieste info. anche ultimamente all'ingegnere summenzionato il quale si e' sempre reso disponibile ai chiarimenti del caso che tuttavia si sono qualificati esplicitando appunto i parametri seguiti dallo stesso per l'elaborazione dei millesimi involontari ovverossia, in buona sostanza, la quantita' di calore necessaria a portare a 20 gradi centigradi ogni singolo appartamento. (paramatro francamente assai opinabile in se' ma un ingegnere si limita ad applicare una legge, non ad affrontarne gli aspetti etici, almeno credo)

MaryPerSempre dice:

Si', esatto marcog. Ci avevo pensato ma temo che, questi dell'8-10 per mille come li chiamo io, non si convinceranno prima che tutto il primo e ultimo piano non si decidano a chiudere completamente le termovalvole (=non far scattare, nelle loro abitazioni, nemmeno un punto di consumo volontario). Ora, siccome i piani centrali stanno 'fiutando l'aria che tira', puntano a imporre un minimo consumo volontario in modo da non doverselo poi dividere solo tra di loro e senza nemmeno avvantaggiarsi di una 'base' (1 piano) e di una 'copertura' (ultimo piano) riscaldate a spese altrui...

tira anche aria di divieto di qualsiasi altro surrogato autonomo di riscaldamento tipo stufette a gas o roba del genere, insomma... non e' una situazione positiva per nessuno purtroppo. Tutta colpa di sta UNI del cavolo (scusate l'espressione), prima infatti pare che tutte queste difficolta' in condominio non esistessero proprio. Con cio' mi pare che non siamo assolutamente in una situazione di deroga in quanto, per quella, occorrerebbe richiedere all'ingegnere in questione un'ulteriore perizia asseverata che dichiari la variazione di fabbisogno energetico per metro quadro tra distinti appartamenti superiore del 50%. Cosa che non mi risulta sia mai stata elaborata e nemmeno richiesta. Proporro' alla prossima assemblea di settembre una cosa del genere ma son certa che le mie aspettative andranno deluse in quanto la maggioranza dei piani centrali non ha ancora inquadrato bene, a mio avviso, che con questo modus-procedendi si finira' per chiudere completamente il centralizzato (e loro sarebbero chiaramente, a questo punto, i piu' svantaggiati).

Ripeto: nessuna imposizione di comportamento privato (valvole chiuse o stufette) può essere deliberata, se lo fosse è "nulla" e si può tranquillamente e lecitamente ignorare !!!!!!!!!!!!

Però non so come sia possibile trascorrere un lungo inverno (ad Imperia, non alle Bahamas) senza alcuna fonte di riscaldamento, ma se ci riuscite ...

Per verificare se esiste una differenza di fabbisogno termico per metro quadrato maggiore del 50% personalmente ritengo che non sia necessario che ne sia esplicitamente evidenziata l'esistenza, è sufficiente che nella relazione sia riportata (e così dovrebbe essere!) la tabella con le prestazioni energetiche di ciascuna u.i. e con questa calcolare il rapporto % tra il minimo e il massimo (se >50 la deroga è possibile).

Ti faccio un esempio:fabbis.JPG.c897b06857c7074ee0d5b2078bbe6c9a.JPG

 

in questo caso é:  (121,29-23,38)/121,29 = 0,8072 cioè 80,72% e quindi >50% e la deroga può essere deliberata dall'assemblea.

Si Marcog. Di fatto io sono andata per deduzione considerando che la tabella UNI delle quote involontarie per proprieta' (fra l'altro con metrature abbastanza simili fra loro) va da un immobile di 65 mq sopra il mio cui son stati riconosciuti 8 millesimi di quota fissa (mediamente 50,00 euro all'anno), al mio appartamento, sempre 65 mq ma al primo piano con 39 millesimi (mediamente 200,00-250,00 euro all'anno), ad appartamenti del sesto e ultimo piano che pagano dagli 88 ai 97 millesimi di quota fissa (mediamente 700,00-750,00 euro all'anno). Da cio' ho dedotto che probabilmente, volendo derogare, avremmo avuto comunque la possibilita' di farlo. Ma la possibilita' si traduce poi nel richiedere un ulteriore elaborato all'ingegnere in questione che vada ad asseverare le differenze in questione (ossia fabbisogno energetico per metro quadro tra appartamento piu' svantaggiato e quello piu' avvantaggiato da sta UNI), portare il tutto in assemblea, farlo approvare dalla maggioranza e decidere contestualmente per una nuova ripartizione (possibilmente quella applicata in precedenza). Tutto cio' e' impossibile nel nostro condominio se, alcune teste, continuano ad appellarsi a questa ripartizione come unica ed indissolubile. Peraltro temo che, senza seguire la prassi suesposta, qualsiasi decisione anche assembleare sarebbe contestabile se non nulla del tutto. Tanto per intenderci: inutile arrivare in assemblea a settembre solo con le tabelle di fabbisogno energetico per appartamento precedentemente predisposte e mettersi, seduta stante a fare i calcoli. Parimenti inutile anche procedere da subito con una richiesta di ulteriore perizia ad hoc (=in funzione della deroga). Temo, al momento restera' tutto fermo; io mi scaldero' con alcune stufette. Altri hanno deciso di tentare il fatidico "passaggio all'autonomo" con relativa perizia attestante la non dannosita' tecnica ne' aggravio economico per il condominio restante. Via comunque difficile da percorrere viste le sproporzioni millesimali... e soprattutto incerta per gli esiti finali sul fronte "spese involontarie comunque dovute". Ecco tutto.

La certificazione della differenza (o i dati per calcolarla) dovrebbero essere già nel progetto eseguito (lo avete? anche questo è un vostro diritto, lo avete pagato!) e non richiedere altro, se non ci fosse non è necessario un ulteriore elaborato, il tecnico deve già avere questi valori e basta una paginetta che dovrebbe fornirvi senza problemi.

Poi, se la questione viene portata all'OdG, deve essere discussa e non si sa mai che altri drizzino le orecchie.

Oggi, ormai, il distacco può essere un suicidio e comunque difficilissimo da ottenere nel rispetto di norme e leggi (a mio parere, dimostrare il non aggravio economico per gli altri condòmini è impossibile a meno che non accetti di pagare la tua altissima quota INV).

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