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max 2017

Inquadramento fiscale amministratore

Buongiorno a tutti.

Vorrei sottoporre il seguente quesito: il nostro amministratore (interno al condominio e senza partita Iva) ha presentato un'offerta relativa al proprio compenso di "3000 euro oltre oneri".

A conti fatti, sosteniamo un costo di 3600 euro in quanto aggiunge al proprio compenso la ritenuta di acconto che, a mio parere, dovrebbe essere a suo carico, anche se trattenuta dal condominio (quindi gli spetterebbero 3000 euro meno la ritenuta di acconto).

È corretto ciò che fa l' amministrare?

E poi, se il lavoro si protrae per tutto l' anno (e siamo già al secondo) non dovrebbe aprire più correttamente una partita iva, presentando un limite temporale e non prolungato il ricorso della ricevuta assoggettata a ritenuta d' acconto?

Grazie

Buongiorno a tutti.

Vorrei sottoporre il seguente quesito: il nostro amministratore (interno al condominio e senza partita Iva) ha presentato un'offerta relativa al proprio compenso di "3000 euro oltre oneri".

A conti fatti, sosteniamo un costo di 3600 euro in quanto aggiunge al proprio compenso la ritenuta di acconto che, a mio parere, dovrebbe essere a suo carico, anche se trattenuta dal condominio (quindi gli spetterebbero 3000 euro meno la ritenuta di acconto).

È corretto ciò che fa l' amministrare?

E poi, se il lavoro si protrae per tutto l' anno (e siamo già al secondo) non dovrebbe aprire più correttamente una partita iva, presentando un limite temporale e non prolungato il ricorso della ricevuta assoggettata a ritenuta d' acconto?

Grazie

Se il vostro amministratore nella sua proposta scrive "3.000 €uro OLTRE ONERI" vuol dire 3.000 €uro + ritenuta d'acconto. Mi sembra palese.

Se non siete d'accordo, in sede assembleare chiedete che il suo compenso sia 3.000 €euro COMPRENSIVO DI OGNI ONERE".

Sempre in sede assembleare discutete e.. se l'amministratore accetterà avrete risolto il problema. Se invece non sarà d'accordo, vi troverete una altro condomino che accetterà di fare l'amministratore oppure vi rivolgerete ad un amministratore esterno professionista.

Se si amministra il proprio condominio (nel senso il condominio in cui si vive e si ha la residenza) non è richiesta la partita IVA. E non dipende dal periodo di tempo per cui si amministra il proprio condominio. Un anno o venti anni è la stessa cosa. Ovviamente, se l'amministratore interno, decidesse di cambiare casa ed andare a vivere in un altro condominio, allora le cose cambierebbero... Ma fino a che rimane abitante nel suo condominio (o fino a che non prende in amministrazione altri condomini) il problema partita IVA non sussiste.

Non sono assolutamente d'accordo con Aristide e spero mi perdonerà. La ritenuta d'acconto non è un "onere" ma un "anticipo" che il condominio versa per conto dell'amministratore al fisco! Gli oneri sono riconducibili all'IVA ed eventualmente alla rivalsa del 4% di cassa o gestione separata INPS (quella degli amministratori non iscritti ad alcun albo professionale).

 

Nel caso riportato, l'amministratore in maniera furbesca si sta facendo riconoscere 3.600 Euro di cui COMUNQUE il condominio dovrà versare il 20% di ritenuta d'acconto. Aggiungo che se il "furbone" non ha altre entrate e si trova al di sotto della soglia di € 5.000, la ritenuta d'acconto versata dal condominio diventerà un credito d'imposta! Quindi oltre al danno ... la beffa.

 

Per concludere, l'attività di amministratore di condominio (se svolta non soltanto nel proprio condominio) non può essere inquadrata nelle "prestazioni occasionali" proprio per la sua natura di "continuità" che la contraddistingue. Ne consegue che la richiesta di Partita IVA è, per quanto mi riguarda, OBBLIGATORIA tranne nel caso di amministratore interno il quale, però, dovrà aggiungere il compenso alla sua dichiarazione dei redditi.

Non sono assolutamente d'accordo con Aristide e spero mi perdonerà. La ritenuta d'acconto non è un "onere" ma un "anticipo" che il condominio versa per conto dell'amministratore al fisco! Gli oneri sono riconducibili all'IVA ed eventualmente alla rivalsa del 4% di cassa o gestione separata INPS (quella degli amministratori non iscritti ad alcun albo professionale).

 

Nel caso riportato, l'amministratore in maniera furbesca si sta facendo riconoscere 3.600 Euro di cui COMUNQUE il condominio dovrà versare il 20% di ritenuta d'acconto. Aggiungo che se il "furbone" non ha altre entrate e si trova al di sotto della soglia di € 5.000, la ritenuta d'acconto versata dal condominio diventerà un credito d'imposta! Quindi oltre al danno ... la beffa.

 

Per concludere, l'attività di amministratore di condominio (se svolta non soltanto nel proprio condominio) non può essere inquadrata nelle "prestazioni occasionali" proprio per la sua natura di "continuità" che la contraddistingue. Ne consegue che la richiesta di Partita IVA è, per quanto mi riguarda, OBBLIGATORIA tranne nel caso di amministratore interno il quale, però, dovrà aggiungere il compenso alla sua dichiarazione dei redditi.

"Bilbetto" nessun problema. Nella mia risposta, volutamente, ho riportato la dicitura di "max 2017", tanto è vero che l'ho evidenziata con le virgolette.

E, con te concordo, (anche perchè è la legge che lo prescrive) quando affermi che "la richiesta di Partita IVA è OBBLIGATORIA tranne nel caso di amministratore interno il quale, però, dovrà aggiungere il compenso alla sua dichiarazione dei redditi".

Non sono assolutamente d'accordo con Aristide e spero mi perdonerà. La ritenuta d'acconto non è un "onere" ma un "anticipo" che il condominio versa per conto dell'amministratore al fisco! Gli oneri sono riconducibili all'IVA ed eventualmente alla rivalsa del 4% di cassa o gestione separata INPS (quella degli amministratori non iscritti ad alcun albo professionale).

 

Nel caso riportato, l'amministratore in maniera furbesca si sta facendo riconoscere 3.600 Euro di cui COMUNQUE il condominio dovrà versare il 20% di ritenuta d'acconto. Aggiungo che se il "furbone" non ha altre entrate e si trova al di sotto della soglia di € 5.000, la ritenuta d'acconto versata dal condominio diventerà un credito d'imposta! Quindi oltre al danno ... la beffa.

 

Per concludere, l'attività di amministratore di condominio (se svolta non soltanto nel proprio condominio) non può essere inquadrata nelle "prestazioni occasionali" proprio per la sua natura di "continuità" che la contraddistingue. Ne consegue che la richiesta di Partita IVA è, per quanto mi riguarda, OBBLIGATORIA tranne nel caso di amministratore interno il quale, però, dovrà aggiungere il compenso alla sua dichiarazione dei redditi.

Concordo e aggiungo un piccolo particolare: l'amministratore certamente dovrà inserire il suo compenso lordo nel mod.730; quest'importo è certamente sottoposto ad aliquota fiscale dello scaglione di reddito dell'amministratore e quasi certamente subirà una trattenuta irpef pari alla ritenuta d'acconto versata dal condominio. ho la vaga impressione che quell'amministratore interno alla fine dei conti in tasca gli rimangono un 2.000 €.

Considerato che è un amministratore interno ritengo quel compenso inadeguato.

Concordo con Bilbetto.

Per "oneri di legge" si intendono l’imposta sul valore aggiunto e il contributo previdenziale; così si è espressa la cassazione per i compensi degli avvocati ma credo che, sotto il profilo fiscale, il discorso possa essere generalizzato per qualsiasi tipo di fattura.

La conclusione che si può trarre è se il preventivo riporta la dicitura "3000 euro oltre oneri", il prestatore non possa poi aggiungere anche la RA, che è un prelievo fiscale in acconto irpef sulla somma stabilita come compenso (e cioè su 3000,00).

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