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GiuliaMi

Affitto e cambio di residenza

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Salve, premetto che sono molto molto ignorante in materia! Sto cercando stanze in affitto per quando a settembre studierò in uni a Bologna. Essendo extracomunitaria (con residenza a Trieste per il momento) ho necessità di registrare la residenza nella dimora che troverò.

Ora sto contattando vari proprietari di case guardando annunci online ma ho vari dubbi:

 

1) che tipo di contratto dovrei firmare con i proprietari di casa per poter poi richiedere la residenza? Soggiornerò a Bologna almeno per 2 anni. Mi è stato detto che se richiedo la residenza a Bologna non potrei più avere un contratto per studenti universitari in quanto non sarei più fuori sede. Quali altri contratti potrei firmare?

 

2) I proprietari di casa solitamente sono contrari all'idea di concedere la residenza all'inqulino? Cosa ci perdono? Pagherebbero di più?

 

3) All'anagrafe è sufficiente che mostri il contratto registrato che ho firmato con il proprietario di casa? Il mio titolo abitativo sarebbe "inquilino/affittuario"?

 

4) Dovrei chiedere al proprietario di compilare la dichiarazione seguente giusto?

 

DICHIARA

�Di aver ceduto l’immobile in locazione a: _________________________________nato/a a

______________________ il ______________ con contratto registrato al n._______ il

___________ a _________con durata/rinnovo fino al ____________ mod. F23 del

_______________ o opzione cedolare secca raccomandata del

�di aver messo a disposizione a titolo gratuito il suddetto immobile a

________________________________nato/a a _______________________ il ______________

 

�e di essere a conoscenza della richiesta di iscrizione anagrafica presso il suddetto immobile

delle seguenti persone:

________________________________nato/a a _______________________ il ______________ [/i]

E' sufficiente la dichiarazione firmata del proprietario o deve recarsi di persona dall'anagrafe?

 

5) Mi è stato detto che basta che mi trovo una casa con uno o più inquilini legalmente registrati e mostro il loro contratto all'anagrafe e poi con il loro permesso scritto potrei comunque richiedere la residenza. (non so se ha senso quello che ho scritto ma veramente ci ho capito poco) Sarebbe legale?

 

Scusate tanto se le domande sembrano ingenue e ridondanti, sono veramente alle prime armi e non so a chi rivolgermi. Chi dovrei telefonare? L'ufficio anagrafe di Bologna?

 

Grazie in anticipo a chiunque mi risponderà 😂

1) che tipo di contratto dovrei firmare con i proprietari di casa per poter poi richiedere la residenza? Soggiornerò a Bologna almeno per 2 anni. Mi è stato detto che se richiedo la residenza a Bologna non potrei più avere un contratto per studenti universitari in quanto non sarei più fuori sede. Quali altri contratti potrei firmare?

Okay, facendo altre ricerche ho scoperto che per il mio caso dovrei fare un contratto transitorio di un anno o due anni, e che provandone la transitorietà (ma come??) potrei richiedere la residenza.

Basta un titolo abitativo per ottenere la residenza ovvero basta dimostrare di non occupare abusivamente un immobile

Basta un titolo abitativo per ottenere la residenza ovvero basta dimostrare di non occupare abusivamente un immobile

Quindi mi basta un contratto - di qualsiasi tipo - registrato che ceda a me l'immobile in locazione e vuallà?

Hai ricevuto diverse informazioni errate o quanto meno non aderenti alla realtà...

 

L'iter corretto per acquisire la residenza nel Comune di Bologna è questo (leggi tutto fino in fondo):

http://www.comune.bologna.it/cittadino/servizi/9:2932/3156/

 

Rispondo ai tuoi quesiti.

1) Concordato per studenti universitari si può fare.

2) Ii proprietari non hanno voce in capitolo sulla richiesta di residenza.

3) Il tuo titolo abilitativo è inquilino/affittuario/conduttore. Entro 20 gg. da quando ti sei stabilita nell'appartamento devi fare la richiesta di residenza presentando fra l'altro anche il tuo contratto di locazione già firmato e registrato presso AdE.

4) Nulla di tutto ciò. Attieniti alle istruzioni del Comune di Bologna contenute nel link che ti ho postato sopra. Navigando il sito Iperbole del Comune di Bologna potrai raccogliere ulteriori informazioni utili alla tua problematica.

1) Concordato per studenti universitari si può fare.

Ma se richiedo la residenza a Bologna non sarei più "fuori sede", che è una condizione necessaria del contratto universitario o sbaglio?

 

4) Nulla di tutto ciò. Attieniti alle istruzioni del Comune di Bologna contenute nel link che ti ho postato sopra. Navigando il sito Iperbole del Comune di Bologna potrai raccogliere ulteriori informazioni utili alla tua problematica.

Scusami tanto, mi sono spiegata male. Intendevo in caso di subentro regolare con contratto, si può richiedere la residenza presentando i vari moduli firmati dal proprietario e le copie di documenti di riconoscimento.

Il modulo per subentro è questo, giusto? --link_rimosso--

Quindi mi basta un contratto - di qualsiasi tipo - registrato che ceda a me l'immobile in locazione e vuallà?

Basta avere un qualsiasi titolo , proprieta' , uso, usufrutto ,comodato, locazione etc

Non è l'esser fuori sede ma l'esser studente universitaria che offre l'oppotunità del concordato per universitari.

 

Mod. Y è ok .

Le condizioni fondamentali alla base di un contratto di locazione ad uso transitorio per studenti sono previste dall’art. 3 del Decreto 30 dicembre 2002, ed esattamente:

 

  • lo studente ha la residenza in un Comune diverso da quello in cui frequenta l’università, questa condizione deve essere evidenziata nel contratto;
  • Il Comune (Comune limitrofo) in cui si trova l’immobile deve essere sede di università o di corsi universitari distaccati.
Le condizioni fondamentali alla base di un contratto di locazione ad uso transitorio per studenti sono previste dall’art. 3 del Decreto 30 dicembre 2002, ed esattamente:

 

  • lo studente ha la residenza in un Comune diverso da quello in cui frequenta l’università, questa condizione deve essere evidenziata nel contratto;
  • Il Comune (Comune limitrofo) in cui si trova l’immobile deve essere sede di università o di corsi universitari distaccati.

E' esattamente alla prima condizione a cui mi riferivo. Quindi se chiedo residenza a Bologna, niente contratto universitario, giusto?

In effetti.... ricomtrollando devo riconoscere che se prendi residenza a Bologna non potrai stipulare un concordato per universitari, ma solo un transitorio.

 

Se invece a Bologna prenderai solo il domicilio conservando la residenza altrove allora il concordato per universitari lo potrai sottoscrivere.

E' esattamente alla prima condizione a cui mi riferivo. Quindi se chiedo residenza a Bologna, niente contratto universitario, giusto?

 

Se sei una studentessa universitaria fuori sede e soggiornerai a Bologna per due anni, puoi sottoscrivere da sola o con altri studenti (tasto delicato sono i coinquilini…) una formula contrattuale appositamente studiata per esigenze di tale natura (transitoria), come quelle per studenti universitari fuori sede (ma nulla ti vieta di “sposare” altre figure contrattuali, libere, concordate, transitorie ordinarie comprese, quest’ultime hanno, però, un grosso handicap: un arco temporale di 18 mesi, non rinnovabile), vantaggioso per te, in quanto tale tipologia di contratto prevede il canone calmierato, il rinnovo automatico per uguale periodo e il recesso parziale (individuale), e non in solido (solo tu hai voce in capitolo in caso di cessione: non dovrai cioè sottoporre il tuo recesso, condizionato dalla presenza di gravi motivi, al benestare degli altri coinquilini), né allegare alcun documento che comprovi l’esigenza transitoria dello studente.

 

Il transitorio per studenti universitari fuori sede prevede – a differenza del transitorio ordinario a cui sopra si accennava - vantaggi garantiti sul fronte tributario anche per il proprietario che gode di agevolazioni fiscali nazionali (Registro, Irpef, cedolare secca) e comunali (IMU e TASI).

 

Nel Comune di Bologna, tuttavia, la residenza dell’inquilino può non essere indispensabile se usa la casa per motivi di studio o di lavoro (è bene che il proprietario si faccia rilasciare una dichiarazione in tal senso): se lo studente fuori sede o il lavoratore fuori sede continua a risiedere in famiglia a Trieste o altrove ovvero prende la residenza nell’alloggio che io gli loco, io non perdo a Bologna l’aliquota ridotta IMU. Quando la perdo? La perdo se lo studente prende la residenza a Bologna da un’altra parte (ad es. dalla fidanzata) o è proprietario della casa di abitazione nella città di residenza.

 

Che almeno un inquilino fuori sede (in una locazione condivisa) usi la casa affittata a canone concordato 3+2, quale abitazione principale - (l’abitazione principale si identifica, in via generale, con il luogo in cui un soggetto ha la residenza anagrafica: anche il Comune di Parma richiede l’abitazione principale nei 3+2, ma a scanso di equivoci, accanto ad “abitazione principale”, specifica tra parentesi: “residenza anagrafica”). Ricordo che siamo in ambito fiscalità comunale IMU e TASI - è condizione necessaria e indispensabile perché il proprietario goda delle agevolazioni IMU (la TASI a Bologna è residuale) e, infatti, solo il cognome e il nome e il codice fiscale di tale soggetto devono essere indicati nel modello comunale IMU per l’applicazione dell’aliquota agevolata dello 0,76%: il controllo anagrafico che il Comune opera sull’IMU è sui soggetti fuori sede.

 

Diverso ancora il discorso se il conduttore vuole beneficiare di detrazioni d’imposta legate alla locazione (ad es. 19% dei canoni di locazione corrisposti dagli studenti) le quali richiedono l’utilizzo dell’alloggio come abitazione principale e, per i lavoratori dipendenti da art.16, co.1-bis del TUIR, il possesso della residenza anagrafica. Ricordo che qui siamo in un ambito diverso: fiscalità nazionale IRPEF.

 

Se ancora vogliamo parlare di residenza, ti posso dire che nella legge di riforma del 1998 il contratto di locazione (e tantomeno il locatore) non determina in alcun modo la residenza. Una delle condizioni più restrittive poste però dai decreti ministeriali attuativi (entrambi all’art.3, co.1) della suddetta legge, confermata in sede in sede di accordo territoriale bolognese (punto 11), per poter applicare questo contratto è che il conduttore sia iscritto ad un corso di laurea o di perfezionamento, ovvero di specializzazione in un Comune diverso da quello di residenza (la legge 431/’98, norma di rango gerarchico superiore, invece, non prescrive affatto che gli studenti universitari debbano essere fuori sede).

 

Ciò significa che questa disciplina non è applicabile allo studente che non sia universitario o abbia la propria residenza nello stesso Comune in cui si trova l’immobile locato (l’esclusione dello studente che ha la residenza nel Comune ove è sito l’immobile locato è assolutamente ingiustificabile e ridicolo: per quale cavolo di motivo mai lo studente del 2017 non può avere proprie ed autonome esigenze abitative, rispetto a quelle di originaria residenza?), ma la norma, per fortuna, ha subito recentemente un parziale restyling ad opera del decreto ministeriale 16 gennaio 2017 che ha attuato la nuova convenzione nazionale: alla nuova tipologia di contratto può essere fatto ricorso anche da studenti non universitari, infatti è prevista la frequenza ad istituti di istruzione superiore (l’inciso “presso l’Università di …” nel nuovo testo contrattuale è stata cancellato) e non viene più indicato il periodo per il quale il conduttore ha l’esigenza di abitare l’immobile, ma, nelle note in calce al testo (n°8) si evince ancora che lo studente deve comunque frequentare un corso di studi in un Comune diverso da quello di residenza.

 

E’ il caso di ribadire che il nuovo modello in questione può essere utilizzato nei soli Comuni in cui sia stato sottoscritto un accordo territoriale basato su tale decreto ministeriale, e non sul precedente decreto ministeriale del 2002: a Bologna il vecchio accordo è scaduto e, dopo la pausa estiva, è in rampa di lancio un nuovo accordo ovvero un (ardito) accordo integrativo di quello vecchio, che vorrebbe dire ricopiatura integrale del vecchio accordo (lo scheletro del vecchio accordo rimane immutato) con lievi modifiche ai parametri oggettivi o alle maggiorazioni di canone e aggancio al nuovo decreto ministeriale 2017.

 

E qui arrivo alfine al punto. La questione “residenza” nel contatto per studenti universitari si dibatte sostanzialmente tra due diverse opinioni. La prima è quella che riceve il consenso della maggioranza degli interpreti che ritiene che lo studente che segue un corso di studi universitari debba mantenere la residenza in un Comune diverso rispetto a quello in cui frequenta l’università in costanza di rapporto: il contratto transitorio per studenti si basa su questo presupposto, se viene meno, decade il “beneficio”. Non scatta alcun automatismo, come nei transitori ordinari, ma i controlli sul rispetto di tale condizione sono pressoché inesistenti, salvo l’apertura di un contenzioso tra le parti. Stante quanto sopra, il trasferimento della residenza va scoraggiato: solo al termine del contratto (e degli studi) il conduttore può trasferire la residenza nel Comune sede di università.

 

Altra dottrina, alcune associazioni di categoria (ad es. Sunia) e alcuni lamentosi, ma indomiti sfidanti del destino ritengono, invece, che il vincolo “residenza” debba sussistere solo al momento della stipula del contratto, vale a dire che deve precedere il negozio, non essere mantenuto per tutta la durata del medesimo: l’art.3 del decreto ministeriale del 2000 dice solo che lo studente deve avere la residenza in un Comune diverso rispetto quello in cui frequenta l’università, ma non che lo studente, una volta sottoscritto il contratto, debba mantenerla per sempre altrove: la residenza, del resto, è una questione di semplice fatto, ed è presupposta, salvo prova contraria, quando c’è il domicilio, questione, invece, di diritto, ma le risultanze anagrafiche, ai fini civilistici e fiscali, per un giudice hanno solo valore di semplici presunzioni.

 

Il contratto, quindi, sarebbe corretto e valido quando si è instaurato e può procedere fino alla naturale scadenza: non è inficiato perché in seguito il conduttore chiede il trasferimento della residenza da altro Comune a Bologna (che sarà accertata dal possesso di un titolo valido (il contratto di locazione è uno di quelli) perché l’occupazione dell’immobile non sia considerata abusiva), come peraltro il contratto non è compromesso se il conduttore perdesse il titolo di studente universitario perché ad esempio si laurea prima della fine del contratto: in entrambi i casi, per tali interpreti, non occorre ricorrere ad un altro contratto diverso perché il requisito “residenza” o “studente universitario” è venuto a mancare in corso di rapporto, eventualmente, il problema si porrebbe in caso di stipula di un nuovo contratto della medesima natura (transitorio per studenti universitari fuori sede) per il protrarsi degli studi oltre il termine previsto, per il medesimo studente ivi già residente: solo in questo caso, alla naturale scadenza del contratto, sarà opportuno stipularne uno diverso, nel caso lo studente non abbia ultimato il suo corso di studi e intenda rimanere.

 

Non so se tu sia riuscita seguirmi fino in fondo, fortemente ne dubito. Il quesito è piuttosto composito e articolato e la mia risposta è roba da manicomio criminale. Me ne scuso. Le relazioni tra le persone e il territorio – come avrai già capito – qui da noi sono irte del filo spinato delle antiche trincee, produttrici di confusione senza via d’uscita e sensazione di soffocamento: le leggi civili, emanate da legislatori rintronati che passeggiano sulle nuvole, sono poi completate da un inestricabile groviglio di norme tricolori di procedura civile, di procedura penale e infide leggine tributarie, studiate apposta da cloni di Mr. Bean per essere interpretate in un modo, o, a piacere, nel suo esatto contrario, informate a principi generali, ma, al contempo, separate, autonome e confliggenti, tutte buttate alla rinfusa dentro il magazzino delle leggi, per cui se candidamente mi dicessi che ci hai capito poco o nulla, non ne sarei affatto sorpreso.

 

Povera GiuliaMi....penserai che l’Italia è una gabbia di matti. Ti confido un segreto: con una dose di sano realismo, (spesso) è quello che penso anch’io di questo strano Paese.

Non mi era arrivata la notifica della tua risposta, scusami tanto se rispondo solo ora!

 

Onestamente la prima parte mi ha fatto dubitare di conoscere l'italiano. La seconda parte invece, tutto chiaro!

Per l'ambiguità della faccenda sul contratto universitario fuori sede, cercherò di chiedere un contratto 3+2 o 4+4 per non incorrere in complicazioni, visto che a Bologna sarò sola soletta e parecchio inesperta.

 

Grazie per l'interesse e per la disponibilità. E' una consolazione sapere che ci sono aspetti della burocrazia italiana che non sfuggono solo alla mia logica!!

Ciò significa che questa disciplina non è applicabile allo studente che non sia universitario o abbia la propria residenza nello stesso Comune in cui si trova l’immobile locato (l’esclusione dello studente che ha la residenza nel Comune ove è sito l’immobile locato è assolutamente ingiustificabile e ridicolo: per quale cavolo di motivo mai lo studente del 2017 non può avere proprie ed autonome esigenze abitative, rispetto a quelle di originaria residenza?), ma la norma, per fortuna, ha subito recentemente un parziale restyling ad opera del decreto ministeriale 16 gennaio 2017 che ha attuato la nuova convenzione nazionale: alla nuova tipologia di contratto può essere fatto ricorso anche da studenti non universitari, infatti è prevista la frequenza ad istituti di istruzione superiore (l’inciso “presso l’Università di …” nel nuovo testo contrattuale è stata cancellato) e non viene più indicato il periodo per il quale il conduttore ha l’esigenza di abitare l’immobile, ma, nelle note in calce al testo (n°8) si evince ancora che lo studente deve comunque frequentare un corso di studi in un Comune diverso da quello di residenza.

Salve, incuriosita da questo paragrafo mi permetto di intromettermi nella discussione. Sono residente a Modena e attualmente sono iscritta a un percorso universitario (per l'abilitazione all'insegnamento) all'Università di Bologna, ma nei prossimi mesi dovrò abitare a Roma per svolgere uno stage. Per prendere in affitto una camera a Roma posso firmare un contratto di locazione per studenti universitari o devo necessariamente essere iscritta a un'università romana?

 

Grazie mille.

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