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Giacomo - Deliceto

Autoclave condominiale - richiesta collegamento

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Buon giorno.

Il condominio ove ho acquistato casa è costituito da 18 abitazioni; in esso esiste un autoclave installato 15 anni fa circa, a spese di 12 soli condomini utilizzando un locale condominiale; i restanti condomini all'epoca decisero di non aderire all'impianto restandone scollegati.

Da alcuni anni, la continua riduzione della erogazione dell'acqua dall'acquedotto cittadino, ha spinto vari condomini, me compreso, a  chiedere il collegamento all'impianto di autoclave.

L'amministratore ha risposto che l'impianto esistente ha una capacità di 6000 litri, secondo lui non sufficiente a garantire una riserva per tutti ( ha quantificato in 500 litri la quantità necessaria per ciascun condomino ), pertanto ha comunicato che si rendono necessari lavori di ampliamento dei serbatoi per raggiungere tali quantità. Andrebbero realizzati lavori complessi, data la esiguità del locale esistente, realizzando un locale esterno al condominio dove installare ulteriori serbatoi.

Abbiamo fatto eccezione alla questione posta dall'amministratore, in sede di assemblea, evidenziando che la quantità di acqua per condomino garantita dall'impianto ammonterebbe ad oltre 300 litri; l'assemblea ha deliberato di procedere al collegamento di tutte le utenze del condominio non collegate, riservandoci di valutare nel tempo eventuali lavori di ampliamento dei serbatoi, qualora questi risultassero insufficienti. Le spese sostenute all'epoca verranno ripartite fra tutti i condomini in pro quota.

Chiedo se l'amministratore può decidere di non far collegare all'impianto di autoclave i condomini, sulla base delle sue valutazioni che ho citato nel testo.

Grazie.

Modificato da Giacomo - Deliceto
Giacomo - Deliceto dice:

Chiedo se l'amministratore può decidere di non far collegare all'impianto di autoclave i condomini, sulla base delle sue valutazioni che ho citato nel testo.

Assolutamente NO. 

Se è così coscenzioso da voler segnalare un sospetto (suo personale) di inadeguatezza...l'ha già fatto. 

Per il resto...come sempre...è l'assemblea che delibera come vuole spendere i propri quattrini! 

Giacomo - Deliceto dice:

L'amministratore ha risposto che l'impianto esistente ha una capacità di 6000 litri, secondo lui non sufficiente a garantire una riserva per tutti ( ha quantificato in 500 litri la quantità necessaria per ciascun condomino ), pertanto ha comunicato che si rendono necessari lavori di ampliamento dei serbatoi per raggiungere tali quantità.

A prescindere dal fatto che è l'assemblea che decide, ma l'amministratore è un idraulico?

Siete in 18 abitazioni ed avete un serbatoio di 6mila litri.

Nel mio condominio siamo in 14 ed abbiamo un serbatoio di soli 2mila litri proprio per avere un riciclo costante dell'acqua ed abbiamo dismesso da oltre 20 anni la cisterna in muratura di 50mila litri.

Non abbiamo mai avuto un problema da 20 anni ad oggi.

Solo nel caso in cui l'acquedotto erogasse acqua per poche ore al giorno avreste il problema di una riserva idrica più capiente ma questi sono casi particolari perchè non credo che l'acquedoto pugliese abbia in generale di questi problemi.

Giacomo - Deliceto dice:

Buon giorno.

Il condominio ove ho acquistato casa è costituito da 18 abitazioni; in esso esiste un autoclave installato 15 anni fa circa, a spese di 12 soli condomini utilizzando un locale condominiale; i restanti condomini all'epoca decisero di non aderire all'impianto restandone scollegati.

Da alcuni anni, la continua riduzione della erogazione dell'acqua dall'acquedotto cittadino, ha spinto vari condomini, me compreso, a  chiedere il collegamento all'impianto di autoclave.

L'amministratore ha risposto che l'impianto esistente ha una capacità di 6000 litri, secondo lui non sufficiente a garantire una riserva per tutti ( ha quantificato in 500 litri la quantità necessaria per ciascun condomino ), pertanto ha comunicato che si rendono necessari lavori di ampliamento dei serbatoi per raggiungere tali quantità. Andrebbero realizzati lavori complessi, data la esiguità del locale esistente, realizzando un locale esterno al condominio dove installare ulteriori serbatoi.

Abbiamo fatto eccezione alla questione posta dall'amministratore, in sede di assemblea, evidenziando che la quantità di acqua per condomino garantita dall'impianto ammonterebbe ad oltre 300 litri; l'assemblea ha deliberato di procedere al collegamento di tutte le utenze del condominio non collegate, riservandoci di valutare nel tempo eventuali lavori di ampliamento dei serbatoi, qualora questi risultassero insufficienti. Le spese sostenute all'epoca verranno ripartite fra tutti i condomini in pro quota.

Chiedo se l'amministratore può decidere di non far collegare all'impianto di autoclave i condomini, sulla base delle sue valutazioni che ho citato nel testo.

Grazie.

Buongiorno, 

la richiesta di incremento volume accumulo acqua appare in prima analisi ingiustificata.

Ritengo che la voce migliore nel tema non sia quella di un amministratore, ma di un progettista.

Da molto tempo oramai, circa vent'anni, esistono i gruppi di aumento pressione idrica a inverter che non richiedono assolutamente volumi d'acqua enorme come quello indicato.

Si può quindi realizzare un impianto avente minori dimensioni, notevolmente minori, è un minor consumo elettrico dato dalla maggiore efficienza dei motori a inverter.

Il costo dei macchinari è abbastanza ridotto, poiché sono pompe a 20 dimensioni minori rispetto a quelle a velocità fissa.

 

Rinnovo il consiglio, fate le opere solo a fronte di corretta preventivazione ..... Tralasciate i pareri dell'amministratore e degli idraulici, andate da un progettista.

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