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Lentate

Situazione debitoria inattesa

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Buongiorno a tutti,

vorrei chiedere un parere riguardo questa situazione:

 

l'amministratore di un condominio in provincia di MB è deceduto dopo aver amministrato per 23 anni.

 

Il mese seguente al suo decesso la società del gas ha lasciato nella cassetta della posta di tutti i condòmini una lettera con cui informava dell'esistenza di un debito per la fornitura del gas dal 2014 ad oggi di € 40.000,00 chiedendone il pagamento entro 15 gg. Attualmente si sta cercando un accordo con la società per arrivare ad un piano di rientro di almeno 3 anni.

 

Pochi giorni dopo, la società di manutenzione della caldaia condominiale ha comunicato un debito di € 10.000,00 e la società dell'acqua condominiale un debito di € 10.000,00.

 

Il nuovo amministratore ha chiesto e ricevuto gli estratti conto dalla banca dove è acceso il conto corrente condominiale e risultano € 70.000,00 circa di prelevamenti costanti in contanti, effettuati dal 2014 al decesso dell'amministratore, effettuati senza alcuna voce giustificativa (se i prelevamenti fossero stati dedicati al pagamento di bollette, fatture, ecc... avrebbe dovuto essere presente il motivo del prelevamento dei contanti...solamente 2 prelevamenti hanno come causale “pagamento bolletta luce”).

 

Il debito con i fornitori non risulta su alcun rendiconto, tantomeno l'amministratore ha mai comunicato l'esistenza di tale debito ai condòmini.

 

E’ stata avviata la richiesta di indagine patrimoniale per verificare l’esistenza di immobili intestati al defunto (ditta individuale, pertanto non vi sono altri soci/colleghi…).  E’ stata inviata alla famiglia del defunto raccomandata con cui si chiede la restituzione dell’importo indebitamente prelevato. Deve ancora pervenire riscontro dell’indagine patrimoniale e alle raccomandate.

 

La famiglia del defunto ha telefonicamente comunicato ad un condòmino di essere a conoscenza di spostamenti di denaro da un condominio ad un altro, e che questi spostamenti sono di “prassi” nell’attività di amministratore. La famiglia ha inoltre riferito che non era “loro” intenzione non restituirci i soldi ma che non è più possibile, in quanto l’amministratore è deceduto.

 

E’ dovere segnalarvi che la famiglia “collaborava” con l’amministratore nella sua attività, come risulta da corrispondenza email e cartacea (su cui è presente la firma della moglie) sin da prima del 2014, e fino al termine dell’attività per decesso dell’amministratore. Inoltre, lo studio amministrativo è stato oggetto di articolo su un giornale locale qualche anno fa, e su questo articolo sono state riportate le parole dell’amministratore con cui dichiarava che la moglie era sua collaboratrice.

 

Evitando per cortesia di scrivere che i condòmini hanno sbagliato a non aver mai chiesto le ricevute dei pagamenti e gli estratti conto all’amministratore quando era ancora in vita (i primi anni di amministrazione del condominio l’amministratore presentava tutte le fatture e gli estratti conto durante le assemblee, dopo anni non lo ha più fatto e i condòmini si sono fidati del suo buon operato….)…, potrei conoscere un vostro parere riguardo questa situazione? Ci sono secondo voi altre strade da poter percorrere? Altre verifiche da attivare?

 

Ringraziandovi già da ora per le vostre risposte, auguro buona giornata.

Prima di tutto... spero che vi stiate facendo seguire da un buon legale. E' indispensabile.

 

Secondo, assicuratevi che ogni creditore provi il proprio credito e che i titoli sulla base del quale vanti i medesimi non siano prescritti.

 

Terzo, prendete contatti con l'assicurazione professionale dell'amministratore... immagino ci sia una copertura da responsabilità civile in questi casi.

 

Fatevi consegnare tutta la documentazione inerente il condominio, ivi compresa la corrispondenza, sì da verificare se le pretese creditorie erano già state avanzate. Non vorrei che qualcuno ne abbia in qualche modo approfittato.

 

Allo stato di quello che mi ha detto, questi sono i passi che intraprenderei oltre quello che avete già fatto.

Il punto cruciale è nell'esito degli accertamenti patrimoniali sull'amm.re defunto. 

 

Se ha lasciato più debiti che beni e crediti...temo non ci sia molto da fare. 

Se, invece, il saldo delle partite attive e passive conoscibili risulta attivo,  avete possibilità di rivalsa verso gli eredi. 

 

Personalmente non darei importanza alle "collaborazioni familiari" , perchè l'unico titolare del rapporto fiduciario con voi era il defunto. 

 

Ciao Lentate,

effettivamente la situazione è davvero preoccupante.

tu scrivi: "E’ stata avviata la richiesta di indagine patrimoniale per verificare l’esistenza di immobili intestati al defunto (ditta individuale, pertanto non vi sono altri soci/colleghi…).  E’ stata inviata alla famiglia del defunto raccomandata con cui si chiede la restituzione dell’importo indebitamente prelevato" tuttavia, prima di arrivare a quel punto, sarebbe bene accertare -  e intendo con un titolo valido - che si sono verificate le circostanze. 

ha ragione sul punto Oimmena... mettete insieme le forze e ricostruite.

Grazie a tutti per le risposte.

Oimmena dice:

Prima di tutto... spero che vi stiate facendo seguire da un buon legale. E' indispensabile.

 

Secondo, assicuratevi che ogni creditore provi il proprio credito e che i titoli sulla base del quale vanti i medesimi non siano prescritti.

 

Terzo, prendete contatti con l'assicurazione professionale dell'amministratore... immagino ci sia una copertura da responsabilità civile in questi casi.

 

Fatevi consegnare tutta la documentazione inerente il condominio, ivi compresa la corrispondenza, sì da verificare se le pretese creditorie erano già state avanzate. Non vorrei che qualcuno ne abbia in qualche modo approfittato.

 

Allo stato di quello che mi ha detto, questi sono i passi che intraprenderei oltre quello che avete già fatto.

Oimmena, i creditori hanno inviato il riepilogo delle fatture non pagate e l'importo del debito risulta sulle bollette (pochi giorni fa abbiamo visto le ultime bollette, su cui è scritto che risultano fatture non pagate per € ...). Non risultano, invece, dai documenti che il nuovo amministratore ha "ereditato" dal precedente studio,  solleciti di pagamento inviati dalle 3 società creditrici alla precedente amministrazione (del defunto).

Si potrebbe considerare una sorta di prescrizione in questo caso?

Le società devono forse fornirci altre prove del loro credito?

 

Per quanto riguarda l'assicurazione, il nuovo amministratore ha riferito che non copre situazioni di questo genere...Dobbiamo, forse, chiedere all'attuale amministratore di verificare nuovamente?

 

Il condominio è composto da meno di 10 appartamenti, certamente la priorità è quella di ricevere riscontro dell'indagine patrimoniale, anche se, a detta della famiglia, hanno già rinunciato all'eredità per "questioni famigliari"....

 

Lentate dice:

Si potrebbe considerare una sorta di prescrizione in questo caso?

 

Dal 2014 ad oggi escluderei la prescrizione (senza contare che certamente sono stata inviate messe in mora che l'hanno interrotta). 

 

Lentate dice:

Le società devono forse fornirci altre prove del loro credito?

Chi deve fornire la prova d'aver pagato è il debitore. 

 

Lentate dice:

Per quanto riguarda l'assicurazione, il nuovo amministratore ha riferito che non copre situazioni di questo genere...

Non esiste polizza che indennizzi dall'appropriazione indebita dell'amm.re (o di qualunque professionista). 

 

Lentate dice:

a detta della famiglia, hanno già rinunciato all'eredità per "questioni famigliari"....

Questa è la notizia peggiore, perchè gli eredi rinunciano quando erediterebbero debiti. 

Naturalmente è da verificare se sia vero che abbiano rinunciato. 

Lentate dice:

Buongiorno a tutti,

vorrei chiedere un parere riguardo questa situazione:

 

l'amministratore di un condominio in provincia di MB è deceduto dopo aver amministrato per 23 anni.

 

Il mese seguente al suo decesso la società del gas ha lasciato nella cassetta della posta di tutti i condòmini una lettera con cui informava dell'esistenza di un debito per la fornitura del gas dal 2014 ad oggi di € 40.000,00 chiedendone il pagamento entro 15 gg. Attualmente si sta cercando un accordo con la società per arrivare ad un piano di rientro di almeno 3 anni.

 

Pochi giorni dopo, la società di manutenzione della caldaia condominiale ha comunicato un debito di € 10.000,00 e la società dell'acqua condominiale un debito di € 10.000,00.

 

Il nuovo amministratore ha chiesto e ricevuto gli estratti conto dalla banca dove è acceso il conto corrente condominiale e risultano € 70.000,00 circa di prelevamenti costanti in contanti, effettuati dal 2014 al decesso dell'amministratore, effettuati senza alcuna voce giustificativa (se i prelevamenti fossero stati dedicati al pagamento di bollette, fatture, ecc... avrebbe dovuto essere presente il motivo del prelevamento dei contanti...solamente 2 prelevamenti hanno come causale “pagamento bolletta luce”).

 

Il debito con i fornitori non risulta su alcun rendiconto, tantomeno l'amministratore ha mai comunicato l'esistenza di tale debito ai condòmini.

 

E’ stata avviata la richiesta di indagine patrimoniale per verificare l’esistenza di immobili intestati al defunto (ditta individuale, pertanto non vi sono altri soci/colleghi…).  E’ stata inviata alla famiglia del defunto raccomandata con cui si chiede la restituzione dell’importo indebitamente prelevato. Deve ancora pervenire riscontro dell’indagine patrimoniale e alle raccomandate.

 

La famiglia del defunto ha telefonicamente comunicato ad un condòmino di essere a conoscenza di spostamenti di denaro da un condominio ad un altro, e che questi spostamenti sono di “prassi” nell’attività di amministratore. La famiglia ha inoltre riferito che non era “loro” intenzione non restituirci i soldi ma che non è più possibile, in quanto l’amministratore è deceduto. 

 

E’ dovere segnalarvi che la famiglia “collaborava” con l’amministratore nella sua attività, come risulta da corrispondenza email e cartacea (su cui è presente la firma della moglie) sin da prima del 2014, e fino al termine dell’attività per decesso dell’amministratore. Inoltre, lo studio amministrativo è stato oggetto di articolo su un giornale locale qualche anno fa, e su questo articolo sono state riportate le parole dell’amministratore con cui dichiarava che la moglie era sua collaboratrice.

 

Evitando per cortesia di scrivere che i condòmini hanno sbagliato a non aver mai chiesto le ricevute dei pagamenti e gli estratti conto all’amministratore quando era ancora in vita (i primi anni di amministrazione del condominio l’amministratore presentava tutte le fatture e gli estratti conto durante le assemblee, dopo anni non lo ha più fatto e i condòmini si sono fidati del suo buon operato….)…, potrei conoscere un vostro parere riguardo questa situazione? Ci sono secondo voi altre strade da poter percorrere? Altre verifiche da attivare?

 

Ringraziandovi già da ora per le vostre risposte, auguro buona giornata.

Se l'ex amministratore ha dei beni potete aggredirli, altrimenti se beni non ce ne sono e la famiglia non accetta l'eredità (come mi pare ipotizzabile dalla risposta che avete ricevuto) non avete altre possibilità.

Un buon legale vi dovrebbe aver già spiegato che il fatto che la moglie fosse eventualmente collaboratore non cambia nulla a meno che non riusciate a provare sue responsabilità penali ma dubito che i prelievi siano stati fatti da lei. Ci sarebbe sempre la speranza che la GdF ritrovi il tesoretto, sempre se esiste, ma dopo anni se la cosa è stata ben organizzata non avete grandi chance.

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