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lucamazzei

Verifica della metratura di una casa in affitto - conduttore

Buonasera,

 

in un contratto di locazione a canone concordato che dovrei firmare a breve è inserito il numero di metri quadri (50). Con il proprietario abbiamo perciò fatto il conto di quale fosse il canone massimo per le caratteristiche della casa (n. vani, metri quadri, elementi e aggiunte accessorie), poi mi è venuto un dubbio. Chi mi dice che i metri quadri che sono indicati nel contratto sono veritieri? Voi direte, misura di tua mano e vedrai...ovvio. Ma una mia misura può certo portarsi dietro un errore. Quindi vorrei sapere, c'è un modo un più più formale per un conduttore di verificare che la metratura non sia gonfiata in modo da poter chiedere un canone più alto? Soprattutto, domanda ancora più semplice, sono io conduttore a dover chiedere a vari uffici la metratura di quella casa, o è il locatore che ha l'obbligo di presentarmi tutti i documenti che attestino quanti metri quadri è? Voglio dire, io firmo un contratto in cui si parla di 50 metri quadri...il canone è concordato per quei 50 metri quadri, io pago la TARI per 50 metri quadri. Poi viene fuori che i metri quadri sono 48:

 

i) ho pagato 2 metri quadri in più di TARI inutilmente. Vabbè poco male.

ii) il canone concordato è fuori legge. Forse più male, infatti

 

per questo secondo punto, nel caso in cui io chieda la detrazione sulla denuncia dei redditi per il canone concordato, mi fanno storie perchè dal punto di vista del fisco non avrei potuto richiederla in quanto il mio contratto a canone concordato non è legale?

 

Scusate l'articolata trattazione e grazie per le risposte

Basta fare una visura catastale, dal 11 novembre sono presenti i metri qaudrati dell'immobile e sono quelli che dovranno essere presi in considerazione da Comune per il calcolo della TARI.

Grazie della risposta. Di fatto quindi, è il buon proprietario che dovrebbe mostrare, prima della firma del contratto, anche un documento che attesti questi dati. Io posso solo chiedere di visionare la visura...?

Comunque la misura dei metri quadrati tiene in considerazione anche la superficie occupata dai muri, una percentuale di quella dei poggioli, della eventuale cantina, della eventuale soffitta... Al contrario di quanto potrebbe sembrare non è un valore che si calcola con una semplice misurazione, ma è un valore calcolato.

In un contratto di locazione a canone concordato che dovrei firmare a breve è inserito il numero di metri quadri (50). Con il proprietario abbiamo perciò fatto il conto di quale fosse il canone massimo per le caratteristiche della casa (n. vani, metri quadri, elementi e aggiunte accessorie), poi mi è venuto un dubbio. Chi mi dice che i metri quadri che sono indicati nel contratto sono veritieri? Voi direte, misura di tua mano e vedrai...ovvio. Ma una mia misura può certo portarsi dietro un errore. Quindi vorrei sapere, c'è un modo un più più formale per un conduttore di verificare che la metratura non sia gonfiata in modo da poter chiedere un canone più alto? Soprattutto, domanda ancora più semplice, sono io conduttore a dover chiedere a vari uffici la metratura di quella casa, o è il locatore che ha l'obbligo di presentarmi tutti i documenti che attestino quanti metri quadri è? Voglio dire, io firmo un contratto in cui si parla di 50 metri quadri...il canone è concordato per quei 50 metri quadri, io pago la TARI per 50 metri quadri. Poi viene fuori che i metri quadri sono 48:

 

i) ho pagato 2 metri quadri in più di TARI inutilmente. Vabbè poco male.

ii) il canone concordato è fuori legge. Forse più male, infatti

 

per questo secondo punto, nel caso in cui io chieda la detrazione sulla denuncia dei redditi per il canone concordato, mi fanno storie perchè dal punto di vista del fisco non avrei potuto richiederla in quanto il mio contratto a canone concordato non è legale?

 

I metri quadrati “catastali” non servono ai fini della determinazione del canone concordato. Ciò che rileva non è la superficie “catastale” calcolata al lordo o al netto degli spazi accessori, metrature decisive semmai per le transazioni immobiliari e per la tassa sui rifiuti, ma in genere la superficie calpestabile, ossia la somma delle superfici interne dei singoli ambienti che compongono l’alloggio, al netto dei muri perimetrali interni ed esterni, desumibile dalla planimetria catastale, se fedele, visibile anch’essa direttamente da casa da chi utilizza il canale Fisconline.

 

La nuova convenzione felsinea (vedo che scrivi da Bologna) include, però, anche i tramezzi interni. Infatti, al paragrafo 5, si legge che ”la superficie convenzionale dichiarata dal locatore nel contratto è esclusivamente quella interna dell’unità immobiliare (con esclusione di balconi, terrazze, cantine, soppalchi non accatastati e da altri accessori), misurata sulla pianta catastale, o su altra eventualmente prodotta all’autorità amministrativa per pratiche edilizie, in ogni caso da muro a muro esclusi i muri esterni e compresi i tramezzi interni e con esclusione delle porzioni di altezza inferiori a cm. 160”.

 

Non solo. E’ prevista una percentuale di errore in più o in meno tra la superficie indicata a contratto e quella effettiva che non dà luogo a revisione del canone, pari al 5%. Ciò significa che se la superficie effettiva è 48 metri quadrati e la superficie dichiarata è 50 metri quadrati, i 2 metri quadrati dichiarati in più rientrano nello scarto di tolleranza.

 

Ove, invece, le parti abbiano calcolato la superficie, e, conseguentemente, il canone in modo erroneo, puoi chiedere l’intervento della Commissione conciliativa (vedi l’articolo 14 del contratto-tipo 3+2) istituita sulla base dell’articolo 6 del decreto ministeriale 30 dicembre 2002 ovvero adire l’autorità giudiziaria, previa istanza di mediazione, per richiedere la rideterminazione del canone e la restituzione del’indebito, ossia delle somme versate in eccedenza rispetto al canone previsto dall’accordo.

 

Il contratto, però non decade, né ciò determina un mutamento della tipologia contrattuale: la nullità (articolo 13, comma 4 della legge 431/1998) riguarda esclusivamente la misura del canone, perché superiore a quello definito dalla convenzione locativa senza rinegoziazione del rapporto: il contratto resta concordato e ricondotto dal giudice a condizioni conformi a quanto previsto dal comma 3 dell’articolo 2 (articolo 13, comma 5).

 

Sotto il profilo “strettamente” fiscale, il fatto di aver calcolato in modo erroneo il canone di locazione concordato non comporta la decadenza delle detrazioni d’imposta per canoni di locazione contenute negli articoli 15 e 16 del TUIR.

Senza muovere "mari e monti" basta chiedere al proprietario copia del c.d. catastino relativo alla u.i. oggetto della locazione: sono indicate anche le superfici utili.

Normalmente l'affitto viene fatto a corpo e non a misura, quindi il canone viene definito non un tot. a mq, ma complessivo.

Diverso è il discorso per la tari.

Normalmente l'affitto viene fatto a corpo e non a misura, quindi il canone viene definito non un tot. a mq, ma complessivo.

Diverso è il discorso per la tari.

Generalmente, almeno per i casi cui mi sono imbattuto, gli accordi stabiliscono delle tariffe in €/mq sia in base alla zona di appartenenza dell'immobile sia in base ai mq commerciali (non calpestabili, non quelli utilizzabili per la TARI per intenderci).

Ai mq dell'immobile poii si sommano in una certa percentuale quelli delle eventuali pertinenze (cantine, box etc).

Esempio:

mq fino a 50: da 5€ a 6,50€ al mq

mq da 50 a 75: da 6€ a 7€ al mq

e così via.

Poi ci sono tutta una serie di correttivi in base alle caratteristiche dell'immobile.

 

Insomma, i conteggi non sono così banali e variano considerevolmente (sia per tariffe che per i paramentri considerati) da comune a comune.

Il consiglio è quello di rivolgersi ad una delle associazioni firmatarie gli accordi del comune in cui si trova l'immobile per la verifica dei conteggi effettuati. Sapranno loro esattamente quali mq considerare e come recuperare tale informazione.

Generalmente, almeno per i casi cui mi sono imbattuto, gli accordi stabiliscono delle tariffe in €/mq sia in base alla zona di appartenenza dell'immobile sia in base ai mq commerciali (non calpestabili, non quelli utilizzabili per la TARI per intenderci).

Ai mq dell'immobile poii si sommano in una certa percentuale quelli delle eventuali pertinenze (cantine, box etc).

Esempio:

mq fino a 50: da 5€ a 6,50€ al mq

mq da 50 a 75: da 6€ a 7€ al mq

e così via.

Poi ci sono tutta una serie di correttivi in base alle caratteristiche dell'immobile.

 

Insomma, i conteggi non sono così banali e variano considerevolmente (sia per tariffe che per i paramentri considerati) da comune a comune.

Il consiglio è quello di rivolgersi ad una delle associazioni firmatarie gli accordi del comune in cui si trova l'immobile per la verifica dei conteggi effettuati. Sapranno loro esattamente quali mq considerare e come recuperare tale informazione.

chiedo scusa, non avevo letto che si trattava di canone concordato.

Buonasera,

 

in un contratto di locazione a canone concordato che dovrei firmare a breve è inserito il numero di metri quadri (50). Con il proprietario abbiamo perciò fatto il conto di quale fosse il canone massimo per le caratteristiche della casa (n. vani, metri quadri, elementi e aggiunte accessorie), poi mi è venuto un dubbio. Chi mi dice che i metri quadri che sono indicati nel contratto sono veritieri? Voi direte, misura di tua mano e vedrai...ovvio. Ma una mia misura può certo portarsi dietro un errore. Quindi vorrei sapere, c'è un modo un più più formale per un conduttore di verificare che la metratura non sia gonfiata in modo da poter chiedere un canone più alto? Soprattutto, domanda ancora più semplice, sono io conduttore a dover chiedere a vari uffici la metratura di quella casa, o è il locatore che ha l'obbligo di presentarmi tutti i documenti che attestino quanti metri quadri è? Voglio dire, io firmo un contratto in cui si parla di 50 metri quadri...il canone è concordato per quei 50 metri quadri, io pago la TARI per 50 metri quadri. Poi viene fuori che i metri quadri sono 48:

 

i) ho pagato 2 metri quadri in più di TARI inutilmente. Vabbè poco male.

ii) il canone concordato è fuori legge. Forse più male, infatti

 

per questo secondo punto, nel caso in cui io chieda la detrazione sulla denuncia dei redditi per il canone concordato, mi fanno storie perchè dal punto di vista del fisco non avrei potuto richiederla in quanto il mio contratto a canone concordato non è legale?

 

Scusate l'articolata trattazione e grazie per le risposte

Il mio consiglio e' di rivolgervi alle locali Associazioni della Proprieta' Edilizia o degl'inquilini, le quali in genere, nelle prestazioni fornite, fanno rientrare anche il calcolo della metratura condotta con i criteri di legge. In alternativa, se possibile, si puo' chiedere tale calcolo all'Ufficio Casa del Comune

Senza muovere "mari e monti" basta chiedere al proprietario copia del c.d. catastino relativo alla u.i. oggetto della locazione: sono indicate anche le superfici utili.

Concordo completamente!

Non c'è bisogno di null'altro e senza complicarsi la vita più di quello che è... .

brico dice:

Concordo completamente!

Non c'è bisogno di null'altro e senza complicarsi la vita più di quello che è... .

copia del c.d. catastino (c.d. sta per?)

l'associazione piccoli proprietari di padova mi hanno comunicato che per verificare la metratura dell'immobile considerano quanto indicato nell'APE.

infatti io ho considerato quello visto che la verifica da me eseguita con metro alla mano non differiva da quanto indicato nel certificato, poi ho aggiunto la percentuale per terrazzi e garage

Ospite
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