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Energia e gas. Gli aumenti in bolletta «a sorpresa» sono illegittimi se il cliente non è stato informato.

Aumenti in bolletta di energia e gas: i consumatori devono essere informati per poter contestare e recedere dai contratti, garantendo così il rispetto della normativa europea sulla trasparenza.
Ivan Meo 
Ott 28, 2014

La Corte Ue dice stop alle sorprese in bolletta. I consumatori di energia elettrica e gas devono essere preliminarmente informati su ogni aumento dei prezzi, devono conoscerne anche «i motivi, le condizioni e la portata» in modo da poter recedere ed eventualmente anche contestarli

Obbligo di trasparenza. Il consumo di gas e luce non riserverà più aumenti a sorpresa dal momento che la compagnia è tenuta ad avvisare l'utente dell'aumento delle tariffe nonché a motivarlo.

Il consumatore, dal canto suo, ha il diritto di contestare la revisione e di poter recedere dal contratto di utenza.

Questo è quanto ha stabilito la Corte di giustizia europea con la sentenza nelle cause riunite C-359/11 e C-400/11, pronunciata il 23 ottobre dalla quarta sezione.

Il caso della Germania. In Germania, i giudici Ue sono stati chiamati a dirimere due controversie pendenti alla Corte federale tedesca tra clienti e fornitori riguardo degli aumenti apportati tra il 2005 e il 2008.

Gli utenti, poiché rientravano nell'obbligo generale di approvvigionamento e, pertanto, erano soggetti a una tariffa standard, hanno reputato gli incrementi fatturati dalla compagnia "eccessivi e basati su clausole illegali".

Difatti, una simile normativa nazionale non è prevista dalle direttive comunitarie "energia elettrica" 2003/54 e "gas" 2003/55.

La normativa tedesca, oltre a determinare il contenuto dei contratti di fornitura dell'energia elettrica e del gas e a integrarle direttamente nei contratti conclusi con i clienti soggetti a tariffa standard, permetteva, all'epoca dei fatti, che i fornitori cambiassero la tariffa senza preoccuparsi di informare i consumatori in tempo utile circa le motivazioni, le condizioni e la portata del rincaro, violando così le direttive europee.

I principi comunitari, infatti, "obbligano gli Stati membri a garantire un elevato livello di tutela dei consumatori riguardo alla trasparenza delle condizioni generali di contratto".

Le decisioni della Corte. La Corte ha dichiarato, inoltre, che i clienti non solo hanno il diritto, previsto dalle direttive in caso di revisione di prezzo, di recedere dal contratto, ma anche quello di contestare la revisione.

Tuttavia, per poterlo fare in maniera consapevole ed efficace i clienti rientranti nell'ambito dell'obbligo generale di approvvigionamento devono essere informati, in tempo utile prima dell'entrata in vigore della revisione, circa i motivi, le condizioni e la portata della medesima.

Infine, la Corte ha respinto la richiesta di limitare il più possibile le conseguenze finanziarie della sentenza, non limitandone, quindi, gli effetti nel tempo. A tal riguardo, essa osserva che rimettere in discussione rapporti giuridici dagli effetti ormai esauriti non produrrebbe una perturbazione retroattiva di tutto il settore della fornitura dell'energia elettrica e del gas in Germania.

Di conseguenza, l'interpretazione delle Direttive 2003/54 e 2003/55 viene applicata a tutte le modifiche tariffarie intervenute durante il periodo in cui le direttive erano vigenti.

Sentenza
Scarica SENTENZA DELLA CORTE Quarta Sezione 23 ottobre 2014
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